Netflix cambia marcia e con un nuovo annuncio interno fa sapere – nemmeno troppo tra le righe -di aver perso la pazienza contro le rimostranze e le proteste di quei dipendenti che vorrebbero condizionare il catalogo del servizio con il loro punto di vista.

Tanti i casi, anche nel passato recentissimo: uno speciale di Dave Chappelle giudicato transfobico era stato attaccato da diversi impiegati, che avevano formalmente chiesto a Netflix di interrompere ogni collaborazione con il comico. Che qualcosa stesse cambiando era nell’aria: già all’epoca Netflix aveva risposto facendo spallucce. “Chappelle non si tocca”. E bene così, perché di transfobico il comico afroamericano ha poco o nulla.

Questa volta l’azienda è ancora più netta. Nella nuova versione delle sue linee guida interne si legge: “Non sempre tutti apprezzano o condividono ciò che è nel nostro catalogo. Piuttosto che censurare la voce di un artista specifico, lasciamo che siano i nostri spettatori a decidere cosa è più appropriato per loro”. Le linee guida continuano così: “Come azienda, supportiamo l’idea che Netflix offra una pluralità di voci e storie, anche se alcuni titoli potrebbero andare contro i nostri personali valori”. E ancora: “A seconda del tuo ruolo, potresti dover lavorare con contenuti che percepisci come offensivi. Se pensi che sostenere la diversità dei nostri contenuti possa esserti difficile, forse Netflix non è il posto giusto per te“.

Pronta la risposta di Elon Musk, che solamente poche settimane fa aveva accusato il colosso dello streaming di essere troppo “woke”, ossia troppo forzatamente progressista, al costo di risultare sgradevole o grottesco. “Ottima mossa da parte di Netflix”, ha detto l’imprenditore in queste ore.

Con le sue ultime guida, Netflix potrebbe sicuramente aver scontentato più di qualche suo dipendente. In compenso l’azienda ha guadagnato un nuovo fan.