Abbiamo diversi progetti nel campo delle criptovalute», sono queste le parole pronunciate dal direttore generale della CIA, William Burns, che hanno fatto drizzare le antenne agli appassionati delle valute digitali (e non solo).

«Sono iniziative che ho ereditato», ha spiegato Burns durante una conferenza organizzata dal Wall Street Journal. «Il mio predecessore (Gina Haspel ndr) ha avviato diversi progetti dedicati alle criptovalute, collaboriamo anche con i nostri colleghi delle altre agenzie del governo statunitense, fornendo assistenza e informazioni su tutto ciò che osserviamo».

Parole, scrive Vice News, che riportano in auge un’antica (e screditata) teoria della cospirazione, che vede proprio nella CIA – o un’altra agenzia di intelligence del Governo americano – la vera entità nascosta dietro allo pseudonimo Satoshi Nakamoto, il leggendario (e finora anonimo) creatore dei Bitcoin.

Ovviamente non è necessario scomodare le teorie del complotto per leggere tra le righe della (seppur vaga) dichiarazione di Burns. Il Governo degli Stati Uniti d’America ha dichiarato gli attacchi ransomware un’emergenza nazionale. Ogni agenzia di pubblica sicurezza degli Stati Uniti d’America si sta dotando di nuove divisioni attrezzate per combattere i reati informatici che coinvolgono le criptovalute. L’FBI, ad esempio, ha la sua ransomware task force, la stessa che era riuscita a recuperare parte del cospicuo riscatto versato dalla Colonial Pipeline al team di hacker russi DarkSide.

«Per combattere gli attacchi ransomware – ha continuato non a caso William Burns – dobbiamo essere in grado di comprendere la rete finanziaria usata da questi gruppi criminali, dobbiamo andare dritti al processo di emissione di queste valute digitali».