Nel 2016 i servizi informatici di Booking.com vennero violati da un’agenzia d’intelligence statunitense. Fino ad oggi l’intrusione non era mai stata resa nota al pubblico. All’epoca dei fatti, su consiglio dei servizi segreti olandesi, dove l’azienda ha sede, Booking.com decise di non dire nulla ai propri utenti.

A sostenerlo è un libro di recente pubblicazione: The Machine: Under the Spell of Booking.com.

Secondo il libro l’intrusione non venne notificata nemmeno al Garante per la protezione dei dati olandese, nonostante le norme nazionali dell’Olanda e quelle europee lo richiedano espressamente. Prova che l’incidente venne ritenuto dall’intelligence olandese, l’AIVD, una questione di sicurezza nazionale.

Secondo il resoconto dell’evento, l’attacco informatico aveva l’obiettivo di sottrarre informazioni su alcune prenotazioni avvenute nel mercato mediorientale — Arabia Saudita, Qatar e UAE.

L’intelligence avrebbe così ottenuto i piani di viaggio e gli identificativi di diversi clienti della piattaforma.

Non è la prima volta che ci arriva notizia di un possibile attacco informatico finalizzato a rubare i piani di viaggio di un numero imprecisato di persone. Solamente pochi giorni fa il Governo della Cina ha denunciato una serie di attacchi informatici a danno di alcune compagnie aeree cinesi, sempre con il medesimo obiettivo. Secondo gli esperti è verosimile che anche dietro agli attacchi contro la Cina ci fosse un’agenzia d’intelligence statunitense.