La recensione di Age of Empires IV, il nuovo capitolo dell’amata serie tattica in tempo reale che ci porterà di nuovo a conquistare e combattere sul campo di battaglia. I tempi cambiano, gli anni passano e mentre nel corso di una partita di Age of Empires queste possono volare in minuti e cambiare solo qualche potenziamento, nella vita reale cambiano le dinamiche, si evolvono le piattaforme ma, soprattutto, cambia il pubblico.

Age of Empires IV è stato sviluppato da Relic Entertainment, studio di sviluppo che conta all’attivo molti tattico (come Company of Heroes) e che adesso ha messo mano su uno degli RTS più famosi di sempre. Ovviamente l’obiettivo è sempre stato quello di eguagliare il secondo capitolo, titolo di 22 anni fa che ha davvero fatto impazzire un’intera generazione.

Gli anni passati sono tanti, il pubblico ora reagisce diversamente a tutto ciò che riguarda la storia, e ovviamente il team di sviluppo ha tenuto conto di questo. Saranno però bastate una giusta cura per il materiale fornito e la voglia di fare un eccellente lavoro a produrre un Age of Empires IV degno dei suoi predecessori?

La guerra, accessibile

Ciò che subito salta all’occhio riguarda il rispetto che Relic Entertainment ha avuto verso il materiale: parliamo di un gioco che tratta svariate culture, ma soprattutto che cerca di entrare in contatto sia con i vecchi fan che con nuove leve. Parlando del primo argomento, la software house è rimasta il più fedele possibile alla cultura delle varie civiltà: ognuna di esse spicca per i tratti caratteristici (mai resi in modo caricaturale) ed è ben raffigurata – seppur in un prodotto di entertainment.

Per quanto riguarda la difficoltà di gioco, Relic ha inserito all’interno di Age of Empires IV la FTUE (First Time User Experience, una guida che aiuterà i nuovi giocatori a capire qualcosa all’interno del gioco: se infatti potrebbe sembrare scontata la presenza di un tutorial, in realtà l’idea di avere un aiuto non è per nulla sciocca, ma anzi fa capire come il team di sviluppo abbia davvero pensato per bene a cosa portare su PC (e non solo).

Ovviamente quando parliamo di accessibilità, oltre che parlare di storia, cultura e difficoltà, c’è da dire qualcosa anche riguardo alle funzioni di gioco: in questo caso, tutta la parte legata a User Interface e User Experience è personalizzabile, lasciando al giocatore la possibilità di scegliere tasti, difficoltà (presente anche la modalità Storia, dove in pratica non c’è nemmeno sfida), volumi e velocità.

Nulla è accessibile se non viene dato accesso però, e Age of Empires IV sarà disponibile su Xbox Game Pass su PC dal Day One, oltre che su Windows e Steam. Il gioco girerà anche in 4K (con una grafica decisamente al passo con i tempi) e proporrà una serie di contenuti molto interessanti: se infatti la parte multiplayer potrebbe essere quella più interessante, capace di rilanciare le tanto amate partite contro altri giocatori (all’epoca fatte via LAN), Age of Empires IV vanta anche 4 campagne e una trentina di missioni diverse, che andranno a coprire 500 anni di storia.

Storia vs Videogioco

Come abbiamo già detto prima, Age of Empires IV è rispettoso in termini di cultura: ambientato nel periodo medievale, il gioco proporrà 8 fazioni diverse da poter testare con mano: si tratta di Cinesi, Sultanato del Delhi, Inglesi, Mongoli, Francesi, Abbasidi, Romani e Scandinavi (Rus). Ognuna di queste, nonostante la necessità di omologarle il più possibile per permettere al multiplayer di essere bilanciato, hanno le proprie caratteristiche (coerenti con la loro storia) capaci di dare alla scelta in gioco anche una componente strategica molto importante.

La strategia evolve addirittura quando andiamo a vedere le varie civiltà: se infatti i Mongoli potrebbero essere più comodi per attacchi veloci (visto che sono in grado di spostare alcune strutture via carro), gli inglesi invece saranno più consoni per difendersi (grazie alle strutture) e attaccare con gli arcieri. Le differenze aumentano inoltre quando si parla di unità e di ere: le prime saranno caratteristiche e differenti una dall’altra, mentre le seconde definiranno quattro età distinte di quella civiltà, con tutte le scoperte che ne conseguono (come i Cinesi che passeranno attraverso le dinastie Tang, Song, Yuan e Ming).

Insomma, questa asimmetria – già presente in Age of Empires II – rende questo nuovo capitolo interessante, oltre che più consono all’epoca moderna, decisamente più avvezza al multiplayer: se infatti prima serviva di certo collegare PC ingombranti via LAN o sfruttare una connessione scadente, adesso il giocare online è diventato quasi quotidiano, dando alla serie una nuova linfa vitale. Per il resto, anche se non serve pensare tutto ciò come riduttivo, il gioco propone un gameplay molto canonico (e legato alla serie), con la possibilità di esplorare, organizzare imboscate, giocare d’astuzia e nel frattempo gestire l’economia (e nel caso di qualche chat vocale, anche la diplomazia) del vostro popolo.

Age of Empires II: la vendetta IV

Il lavoro di Relic Entertainment è, come abbiamo detto più volte, molto legato a Age of Empires II, al punto da prenderne davvero molto come spunto. Il gioco proporrà la classica partenza da piccolo accampamento, con poche risorse e qualche cittadino: da li, dovrete poi far crescere il vostro villaggio e raggiungere l’obiettivo, sia esso di campagna o per vincere la sfida multiplayer. La tattica è tutto, giustamente, e proprio per questo Age of Empires IV pone degli obiettivi per le partite versus abbastanza particolari, che non obbligheranno i giocatori a dover per forza di cose distruggere tutti i nemici, ma basterà infatti dominare le 4 ere persino difendendo eventuale Meraviglia per un tempo prestabilito (caratteristica della civiltà scelta) o controllando i luoghi sacri dei nemici (anche questi per circa 10 minuti).

La voglia di omaggiare l’originale si vede talvolta troppo: non serve assolutamente portare innovazione in un gioco che già di suo porta una variabilità virtualmente infinita, ma qualche volta sembra come se la paura di osare abbia bloccato la software house. Per il resto però, l’omaggio fatto da Relic al gioco originale è epocale, qualcosa di maestoso e davvero onesto, al punto da rendere in tutto e per tutto questo nuovo capitolo una sorta di “sequel” diretto, capace di inserire tutte le novità necessarie per renderlo fruibile al pubblico moderno, senza però andare a stravolgere la formula originale.

Sicuramente il futuro vedrà anche dei DLC, che potrebbero inserire nuove civiltà, ma per ora il pacchetto che Age of Empires IV offre al giocatore è stupendo, un connubio di tattica, azione e storia che ormai di rado si vede nel panorama videoludico, e che solo un Re degli RTS come questo può ricordare alle menti un po’ più vecchiotte e al contempo farsi scoprire da chi, 22 anni fa, non sapeva nemmeno quanto legno servisse per costruire una torre.

85
Age of Empires IV
Recensione di Simone Lelli

Age of Empires IV di Relic Entertainment è un lavoro che urla amore verso Age of Empires II: questo significa ovviamente avere tra le mani un gioco dotato di una campagna single player interessante, un gameplay asimmetrico ben strutturato e la possibilità di passare ore e ore a giocare in PvP come si faceva anni fa con l'amato secondo capitolo. Questo ovviamente, nonostante lo studio più caratterizzato delle civiltà e la marcatura data alle differenziazioni tra queste, rende Age of Empires IV un titolo all'interno del suo recinto, che non osa oltre il necessario ma che allo stesso tempo inserisce aiuti molto importanti per i neofiti. Alla fine, giocare dentro questo recinto in una guerra totale tra civiltà medievali è qualcosa che mancava agli amanti degli RTS, e tutto ciò rende Age of Empires IV un gradito ritorno.

ME GUSTA
  • Ricalca le orme di Age of Empires II
  • Gameplay asimmetrico interessante
  • Storicamente fedele
  • Accessibile anche ai neofiti
FAIL
  • Poco innovativo