Diverse aziende cinesi hanno presentato una class-action contro Amazon. Le aziende in questione sono tutte state recentemente espulse da Amazon per il fenomeno delle recensioni positive in cambio di buoni o altri regali.
Negli ultimi mesi Amazon ha rimosso dal suo store oltre 600 brand cinesi, per un totale di oltre 3.000 account di vendita. La purga ha fatto diverse vittime illustri: sono scomparsi dallo store anche RavPower, Taotronic, Aukey e Mpow.
Tra le aziende che hanno sottoscritto la class-action troviamo Sopownic, Slaouwo, Deyixun, Cstech, Recoo Direct, Angelbliss e Tudi. La class-action chiede che Amazon scongeli immediatamente i fondi dei venditori congelati dopo la loro espulsione dal sito. La tesi delle aziende cinesi accusa Amazon di star trattenendo illegalmente i fondi dei brand ottenuti legittimamente dalla vendita dei loro prodotti.
Dal 2016 Amazon proibisce espressamente ogni indebita influenza delle aziende sui consumatori al fine di ottenere una recensione positiva. La policy contrasta in particolare lo scambio di regali, buoni e giftcard in cambio di recensioni a 5 stelle. Era stata la giornalista Nicole Nguyen del Wall Street Journal a cogliere in fallo TaoTronics, scoprendo un’invitante lettera che la invitava a lasciare un feedback in cambio di un buono da 35$ all’interno della confezione di uno dei prodotti della compagnia che aveva ordinato. Nguyen ne aveva parlato sulle pagine del quotidiano, provocando l’immediata reazione di Amazon. L’affare TaoTronics ha poi provocato un effetto domino, con Amazon che ha esteso le sue indagini su centinaia di altri brand sospettati da tempo di irregolarità, arrivando ad un repulisti generale.
Le aziende che hanno fatto causa ad Amazon non contestano l’espulsione dall’e-commerce, né tantomeno negano di aver violato le policy dell’azienda. I brand cinesi vogliono esclusivamente riottenere i loro fondi – nell’ordine di «centinaia di migliaia di dollari» – tutt’ora bloccati da Amazon.