Stretta contro Binance anche dall’authority italiana. Così la Consob: «Le società di Binance non sono autorizzate a prestare servizi e attività di investimento in Italia, nemmeno attraverso il sito web della società». E poi l’invito alla cautela da parte dell’authority: «i risparmiatori sono invitati ad adoperarsi con la massima diligenza al fine di compiere con piena consapevolezza le proprie scelte di investimento».
L’ennesima pugnalata contro Binance, che nelle scorse settimane ha già ricevuto l’alt da parte di diverse altre autorità di borsa, come la FCA britannica, che aveva intimato all’azienda la sospensione dei prodotti finanziari, ammettendo comunque di non avere l’autorità di impedire la vendita e il cambio di criptovalute, in quanto “prodotti non regolamentati”.
L’ennesima pugnalata che rischia di non scalfire la cotta di maglia del colosso delle criptovalute: «Manteniamo sempre un approccio di cooperazione con le autorità, e prendiamo molto seriamente i nostri obblighi di legge», ha detto un portavoce di Binance, che, tuttavia, specifica anche che l’intervento della Consob non avrà un impatto diretto sul business della società, dato che non opera direttamente in Italia, nonostante una versione localizzata in italiano del sito e addirittura un canale Telegram italiano con oltre 25mila membri.
Il WSJ – e riportava in Italia anche Punto Informatico – del resto raccontava proprio pochi giorni fa delle difficoltà di chi ha tentato di portare Binance davanti ad un tribunale. Nel caso specifico si parla del blackout dello scorso maggio, quando Binance risultò a lungo inaccessibile in un momento di estrema debolezza per il bitcoin, che aveva iniziato a perdere terreno. Chi ha tentato di chiedere giustizia si è trovato davanti ad un ostacolo insormontabile: Binance non ha una sede centrale.
Non ha una vera sede centrale. Fondata in Cina, formalmente ha un quartier generale nelle Isole Cayman e un altro alle Seychelles. Due i gruppi al momento impegnati su questo fronte, uno in Francia e l’altro in Italia. Quest’ultimo ha inviato lettere a ben 11 indirizzi europei differenti riconducibili all’exchange e un’email al servizio assistenza.
La piattaforma si è limitata e replicare che episodi di volatilità estrema come quello verificatosi il 19 maggio possono creare colli di bottiglia dal punto di vista tecnico, di fatto scansando ogni responsabilità per l’accaduto
scriveva Cristiano Ghidotti su Punto Informatico.
Così l’intervento dell’autorità di borsa rischia di produrre gli stessi effetti di quelli dei colleghi giapponesi, tedeschi e tailandesi. Un nulla di fatto: il sito continua ad essere raggiungibile anche dagli Stati in questione e i servizi di compravendita di criptovalute non vengono toccati.
Questo, ad ogni modo, non significa che non ci siano conseguenze di alcun tipo: in Regno Unito l’istituto bancario Barclays ha sospeso tutti i trasferimenti di denaro, mentre di recente il sito ha anche sospeso la possibilità di ricaricare gli account usando i bonifici Sepa.