L’avvento della pandemia da COVID-19 e il conseguente lockdown hanno portato a un incremento notevole di contenuti audiovisivi all’interno delle mura domestiche: non sono aumentati, ad ogni modo, solo le visioni in streaming legali (tramite contenuti in VOD, Digital Download legale e piattaforme come Disney+ e Netflix) ma di concerto anche quelle illegali, più o meno riconosciute come tali dagli utenti, spesso inconsapevoli (ma non per questo incolpevoli) del loro atto illecito di pirateria.

Risultano dunque ancor più interessanti del solito i dati rilasciati dal nuovo focus di ricerca di FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) / Ipsos, vista l’eccezionalità del caso.

I dati hanno mostrato come la crescita esponenziale degli atti illeciti registrata durante il periodo del primo lockdown 2020 (243 milioni) abbia rappresentato una vera anomalia. Infatti, negli ultimi 12 mesi gli atti illeciti compiuti mostrano un forte calo (57 milioni in un bimestre medio) e risultano inferiori anche rispetto ad un bimestre medio del 2019 (69 milioni). Anche l’incidenza della pirateria nel nostro Paese è calata, passando dal 40% durante il periodo di lockdown marzo/aprile 2020 al 38%, in linea con i dati pre-pandemia del 2019 (37%).

La pirateria audiovisiva rimane in ogni caso una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese e, soprattutto in un momento come quello attuale, porre in essere le migliori strategie di contrasto rappresenta un elemento imprescindibile per la ripartenza del settore.

Nel frattempo, sono cambiate anche le abitudini dei pirati: meno attenzione verso film e serie/fiction (25% e 20%, con una riduzione, rispettivamente, di 6 e 3 punti percentuali rispetto al 2019) a fronte di una crescita di interesse sempre più forte verso la fruizione illecita di eventi sportivi live (14% contro il 10% del 2019).

Se la pirateria fisica continua a diminuire, l’impatto più rilevante nei confronti dell’industria creativa è causato dalla pirateria digitale, in crescita del 4% rispetto al 2019. Tra le modalità di fruizione si registra una flessione nel download e nello streaming ma non nell’utilizzo delle IPTV illegali.

Nel 2019 i fruitori di IPTV illegali erano il 10% della popolazione italiana, negli ultimi 12 mesi l’incidenza è al 21%, ovvero quasi 11 milioni di persone hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le IPTV illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live. Di questi, circa 2 milioni hanno inoltre affermato di possedere un abbonamento illegale. Per quanto riguarda dunque la platea generale degli utilizzatori di IPTV illecite, la maggior parte risulta fruitore occasionale. Un fenomeno che desta la massima preoccupazione, quello delle IPTV illegali, in considerazione anche delle realtà criminali che si celano dietro questo business illecito come rivelato dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine. Numerosi sono infatti i rischi, anche per gli utenti di queste piattaforme, spesso inconsapevoli di poter essere vittime di attacchi informatici e di compromettere i propri dati personali e bancari, oltre a danneggiare i propri device con malware e virus.

Sul tema della percezione del reato della pirateria, viene evidenziata una dicotomia interessante: da una parte è cresciuta tra i pirati la consapevolezza dell’illegalità e della gravità delle loro azioni, dall’altra è ancora ritenuta bassa la possibilità di essere scoperti e puniti dalle Autorità Competenti.

Resta alta in ogni caso l’affezione da parte della popolazione italiana verso i contenuti audiovisivi: durante il lockdown il 52% degli italiani ha dedicato più tempo della propria giornata alla fruizione di film, serie/fiction, programmi tv e sport live, tendenza che si è confermata anche successivamente pur se in percentuale minore (38%). È inoltre alto il desiderio di tornare alla normalità e alle consuete abitudini: il 39% degli intervistati ha dichiarato di voler tornare al più presto a frequentare le sale cinematografiche.

Un dato di rilievo è quello relativo al 30% degli intervistati che ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive. Dopo la crescita registrata durante il bimestre di lockdown, continua questo trend positivo quale importante riconoscimento degli sforzi profusi dall’industria audiovisiva in questo anno difficile in cui ha continuato ad essere al fianco del consumatore con nuovi contenuti.

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