Il Tribunale di Milano, seguendo un’interpretazione analoga della Corte di Giustizia Europea di due anni fa, ha deciso che importare e vendere cartucce R4 non costituisce reato.

Importare e vendere cartucce R4 non costituisce reato.

Le cartucce R4 sono dispositivi che inserite nelle console portatili Nintendo DS, DSi e 3DS consentono l’esecuzione di software homebrew (“fatto in casa”) non ufficiale, compresi programmi per l’esecuzione di giochi commerciali decriptati in file ROM.

Sotto il nome “R4” si comprendono idealmente diversi modelli che nel tempo sono stati messi in vendita, come R4 Gold, R4 Rev, R4 SDHC, AceKard, e molte altre.

Ovviamente questo non è andata molto giù a Nintendo (you don’t say?) che ha da subito combattuto il fenomeno in tutti i principali tribunali internazionali, riuscendo se non a bloccare completamente (come nel caso del Giappone) almeno ad ostacolare la vendita di questi dispositivi.

In Italia alcuni importatori sono stati presi di mira dai legali della compagnia giapponese fin dal 2008 (mediante il dipartimento italiano), tra cui la PcBox di Firenze, sostenendo che l’attività di vendita di tali cartucce costituisse di fatto una violazione delle norme sulla proprietà intellettuale e delle condizioni d’uso dei dispositivi in quanto permette di fatto di far funzionare copie pirata del software licenziato da Nintendo.

Di contro, la difesa ha sempre sostenuto che l’obiettivo delle R4 è far girare software fatto in casa, e non opere di ingegno protette, e che le restrizioni imposte dal produttore fossero di fatto una limitazione delle libertà individuali del consumatore.

I tempi della giustizia sono ben noti…

I tempi della giustizia sono ben noti, e per incassare una prima sostanziale “vittoria”, PcBox ha dovuto attendere il gennaio del 2014, quando la Corte di Giustizia Europea (su richiesta del Tribunale di Milano, foro competente per la causa tra Nintendo Italia e l’importatore) emette una sentenza molto chiara: modificare una console può essere legale se i sistemi di protezione del dispositivo sono sproporzionati rispetto ai suoi ambiti operativi.

In pratica: la console serve per giocare, e i sistemi di protezione devono bloccare solo l’esecuzione di giochi pirata

Se la modifica ha invece l’obiettivo di far girare software homebrew, questo non può essere ostacolato, ed è un lecito esercizio dei diritti individuali del consumatore. E’ da notare inoltre che le R4 non sono vere e proprie modifiche hardware/software (come un root, un jailbreak, un modchip o le saldature ponte), ma sono assimilabili ad un’estensione dello storage del dispositivo.

Oggi il Tribunale di Milano ha recepito la sentenza della Corte di Giustizia Europea dichiarando che l’importazione e vendita di cartucce R4 o simili non costituisce di per sé reato (nonostante esistano precedenti in Italia esattamente opposti).

Un via libera a tutti i modchip purché facciano girare homebrew?