Il panorama descritto dal Dipartimento di Ecologia dello Stato di Washington è a dir poco disastroso: rifiuti chimici radioattivi stanno colando dalle loro taniche di contenimento, inquinando il terreno dell’area con galloni e galloni di scorie nucleari.

Il Sito di stoccaggio di Hanford è un’ex complesso industriale che, ai tempi della seconda guerra mondiale, produceva plutonio per le armi nucleari. Oggi si limita a essere un sonnacchioso deposito di 450.000 litri di materiale tossico che, quotidianamente, “sgocciola” in giro 132 litri del suo contenuto.

I pericoli per le coltivazioni dell’area sono ovvi, tuttavia gli esperti sono perlopiù preoccupati che le infiltrazioni possano inquinare anche le correnti d’acqua sotterranee. Un problema non poi così remoto, se si considera che il deposito in questione sia solamente l’ultimo a liberarsi dei suoi rifiuti radioattivi sullo stato di Washington.

La CBS stima che, contando anche altri siti nelle medesime condizioni, le scorie disperse nell’ambiente abbiano già superato i 700.000 litri, tuttavia gli ambientalisti prospettano che la situazione possa essere ancora peggiore.

La situazione non viene ancora considerata emergenziale, tuttavia la soglia di attenzione si sta alzando molto velocemente e un simile scandalo potrebbe complicare gli impegni dell’Amministrazione Biden, la quale sta puntando molto sul sanare i preconcetti dei cittadini, in modo da inquadrare l’energia nucleare come un’energia pulita.