Anche Lyft – proprio come il principale rivale Uber – ha scelto di disfarsi della sua divisione guida autonoma. Il colosso del trasporto NCC ha accettato un’offerta di Toyota da mezzo miliardo di dollari. 200 milioni di dollari verranno pagati nell’immediato, mentre il resto della somma – 350 milioni di dollari – verranno corrisposti in più scaglioni nel corso dei prossimi cinque anni.
Lyft in questo modo si libera di un’importante fonte di spese, e si trova in una posizione di vantaggio per raggiungere la profittabilità. Toyota potrà beneficiare dei dati prodotti dall’enorme flotta di veicoli della Lyft, sempre con l’obiettivo di potenziare gli studi e la ricerca sulla guida autonoma di Livello 5.
La notizia vede l’ennesimo ‘grande’ abbandonare la corsa alla guida autonoma. Il settore, una volta estremamente affollato, ora vede una manciata di aziende — dalla Waymo di Google, passando per Aurora e la Cruise di GM – in competizione tra di loro. I motivi si spiegano facilmente: la strada verso una tecnologia sufficientemente matura da poter essere commercializzata è estremamente più lunga di quanto si pensasse originariamente. Ma è anche estremamente costosa. Trovandosi al bivio, tra spendere enormi capitali per chissà quanto e passare all’incasso nell’immediato vendendo a qualcuno di più grande, sempre più startup hanno scelto la seconda opzione.
Lyft aveva fin da subito scelto un approccio più cauto e modesto di quello adottato da molti altri competitor, scrive The Verge. L’impegno dell’azienda si fermava ad un test-pilota a Las Vegas. La divisione incaricata di lavorare alla guida autonoma di Livello 5 è stata presentata dalla Lyft solamente nel 2017. All’epoca l’azienda aveva definito ‘realistica’ l’ipotesi che nel 2021 la maggior parte delle sue corse sarebbero state offerte da robot-taxi. Oggi, l’ingenuità di quella dichiarazione, è evidente a tutti. All’epoca lo era molto meno.