L’FBI si sta intrufolando in un numero non meglio precisato di sistemi aziendali, con l’obbiettivo di praticare un hacking benevolo con cui sistemare alcuni dei danni causati dalla recente infiltrazione del gruppo cybercriminale Hafnium su migliaia di server che fanno uso di Microsoft Exchange.

Il gravissimo attacco di cyberspionaggio ha infatti lasciato su innumerevoli sistemi delle “web shell” che rendono vulnerabili come non mai gli archivi digitali delle parti coinvolte. Molti degli utenti colpiti non hanno ancora sistemato i propri server, tuttavia, per quanto le voragini che hanno consentito una simile infiltrazione possano essere rattoppate, ormai il danno è fatto e buona parte delle reti aziendali ospitano già delle backdoor abusive che possono essere sfruttate in qualsiasi momento.

L’FBI è ben conscia che molti non saranno in grado di risolvere rapidamente una simile criticità, quindi sta provvedendo a portare avanti una campagna di hacking “white hat” che sfrutta gli stessi pertugi adoperati dai criminali per rimuovere ogni insidia residuale che cova all’interno dei server Microsoft Exchange violati.

Nel frattempo, l’Intelligence USA sta anche cercando di contattare come possibile le vittime del disastroso attacco informatico, ammettendo tuttavia che la cosa si stia dimostrando più difficoltosa del previsto. In pratica l’agenzia governativa sta inviando e-mail alle aziende, sperando che queste vengano visualizzate.

 

 

 

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