Avete presente quei romanzi/videogame/film in cui gli esseri umani vengono sviluppati artificialmente, senza che vi sia una fecondazione sessuale? Ecco, la scienza ha appena compiuto un piccolo passo verso quella tecnologia, anche se non necessariamente questa debba evolvere in direzione distopica. Al di là delle derive sci-fi, infatti, il ventre artificiale può dimostrarsi uno strumento vitale a comprendere il come le cellule si sviluppino fino a creare dei mammiferi fatti e finiti.

Potrà infatti stupire, ma è difficile sondare come una manciata di cellule siano in grado di moltiplicarsi e prendere forma, quando queste sono nascoste nel ventre di una creatura, e gli scienziati stanno da sempre cercando modi per sopperire a una simile limitazione.

Fino a oggi erano stati studiati solamente feti semiformati che, estratti dalle loro madri, avevano concluso il loro ciclo di sviluppo all’interno di incubatrici a forma di sacco, tuttavia la fase embrionale risultava fino a oggi un territorio quasi del tutto inesplorato.

Degli scienziati molecolari israeliani sono però riusciti a portare a termine un’opera epica, nel suo piccolo: hanno fatto crescere gli embrioni in un piatto di coltura che imitava le pareti uterine, quindi li hanno spostati in un “ventre artificiale” composto da beaker riempiti con una soluzione nutriente.

Il nuovo ambiente aveva livelli controllati di ossigeno e di anidride carbonica, in più la pressione sugli embrioni era monitorata costantemente. La crescita è durata per sei giorni, quindi l’esperimento è diventato “insostenibile”.

Al momento l’embrione dev’essere ancora fecondato in maniera tradizionale, inoltre ha la necessità di un afflusso di sangue, quindi il prossimo obiettivo del team di ricerca è proprio quello di sviluppare un sostitutivo artificiale del sangue e di sviluppare gli embrioni direttamente da cellule staminali.

 

 

 

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