Attraverso una IA è possibile rendere animate le vecchie foto di famiglia, riportando in vita parenti che ormai ci hanno lasciati da tempo.
Alla fine degli anni Settanta il critico francese Roland Barthes era incappato in una vecchia foto di sua madre, deceduta da poco. Lo travolse un’epifania: gli scatti non rappresentano veramente i soggetti che ritraggono, bensì raccolgono in sé tutta una serie di codici linguistici che generano qualcosa di completamente diverso. C’è da chiedersi come avrebbe raggiunto Barthes se la foto di sua madre gli avesse fatto l’occhiolino.
Se la premessa vi può sembrare esagerata è perché non tenete conto che l’azienda che ha in mano il software abbia esplicitamente puntato sulla “resurrezione” e la riscoperta delle vecchie memorie, arrivando al punto di battezzare la propria azienda MyHeritage.
I clienti devono solamente caricare sul sito un vecchio scatto di famiglia, lasciare che l’algoritmo di apprendimento profondo migliori la definizione del ritratto e che la IA renda finalmente animate quelle scene che fino a oggi erano sospese nel tempo.
Il servizio, “Deep Nostalgia“, mira a creare brevi clip che simulano l’effetto di una persona che sta attivamente posando davanti a un fotografo: brevi movimenti della testa, sguardi che cambiano direzione, gli angoli delle labbra che si arricciano in un sorriso.
Le limitazioni sono evidenti – si può intervenire su un solo soggetto alla volta ed è possibile animare solo la testa -, tuttavia i risultati sono mozzafiato, oltre che un filo inquietanti.
Il sito mette a disposizione un “trial” gratuito con cui vivacizzare cinque scatti, quindi si rende necessaria la sottoscrizione a un abbonamento.
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