Epic Games sta patteggiando una class action statunitense accettando di risarcire i giocatori danneggiati, ma paga con crediti digitali.

Non stiamo parlando di Bitcoin o di altre criptovalute, bensì di 1.000 gettoni da adoperare internamente a Fortnite e a Rocket League, gettoni che all’azienda non costano niente, ma che ai singoli utenti verrebbero 7,99 euro.

Manco a dirlo, la causa aperta riguardava le passate pratiche di sfruttamento dei loot box perpetrate dalla ditta, pratiche commerciali incentrate su microtransazioni e che molti detrattori ricollegano al gioco d’azzardo.

Sebbene alcuni si divertano a comprare oggetti casuali contenuti nel Loot Lama così da essere sorpresi dai contenuti che vengono sbloccati, altri si sono infastiditi. […]

La causa sostiene che Epic Games abbia violato le leggi di protezione dei consumatori, abbia impedito ai minori di esercitare i loro diritti di rifiuto contrattuali e abbia distorto con negligenza il valore effettivo degli oggetti in-game connessi ai suoi videogame Fortnite e Rocket League,

ha sintetizzato l’azienda videoludica.

Per tagliare la testa al toro, Epic Games ha deciso di risolvere la cosa prima che il tribunale potesse raggiungere una sentenza definitiva e lo ha fatto proponendo un accordo che in questo momento risulta alla sua fase preliminare, ma che potrebbe finalizzarsi a breve.

Se confermata, la soluzione includerà nel risarcimento anche tutti coloro esterni alla class ection, con Epic che ha deciso che la paga digitale potrà essere incassata persino dai videogiocatori europei, soggetti non protetti dalle leggi prese in considerazione dal tribunale americano.

L’azienda sostiene che la somma verrà accreditata direttamente sui profili degli utenti “entro i prossimi giorni”.

 

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