In Italia non esistono i presupposti che permetterebbero di replicare i traguardi ottenuti oltreoceano dai redditer di Wallstreetbets.
In cosiddetto caso “Gamestonk” ha catalizzato l’attenzione del mondo intero, offrendo lo spettacolo di un Davide contro Golia in salsa finanziaria. I titoli di GameStop, gonfiati artificialmente oltre al loro valore reale, stanno progressivamente rientrando nella norma e Wall Street sta tirando un sospiro di sollievo, almeno per ora. Negli Stati Uniti aleggia comunque il sospetto che questo precedente possa essere emulato, un timore che è invece assolutamente alieno alla Borsa di Milano.
A sostenerlo senza mezzi termini è il fondatore di Wallstreetbets Italia, gruppo di Telegram che raccoglie le esperienze di quasi 3.000 piccoli investitori, quasi tutti italiani e con un’età media che va dai 16 ai 31 anni.
Il ragazzo, il quale si protegge sotto il nom de plume di “Guido”, non fa mistero del fatto che la norme che regolano la finanza nostrana siano diverse da quelle statunitensi, ma soprattutto fa notare che non esistano società omologhe a quelle bersagliate dai movimenti dei redditers.
GameStop, ma anche Nokia, BlackBerry e Amc, erano tutte appesantite dalle speculazioni dei venditori allo scoperto, erano “shortate”, e si prestavano bene a un “contrattacco” dello sciame internettiano. Il mercato italiano non offre contesti affini, almeno non in maniera così eclatante.
Guido, intervistato dall’agenzia di stampa Agi, evidenzia anche che Wallstreetbets Italia non possa unirsi alla branca statunitense, sia per una questione logistica che per una questione legale.
Non credo succederà, il nostro contributo è marginale e bisogna ricordare una cosa importante: coordinare questo tipo di azioni è illegale e posso garantire che al prossimo sbaglio od operazione poco etica i nostri ‘colleghi’ americani avranno non poche noie,
conclude Guido.
In effetti, le azioni che hanno portato al caso Gamestonk potrebbero essere interpretate come una forma di manipolazione del Mercato, pratica che costituisce un reato, in Italia come negli USA.
Un reato che tuttavia è molto difficile da provare, negli Stati Uniti, e che con Wallstreetbets diviene ancor più complesso da gestire, visto che non esiste un responsabile ufficiale a cui affibbiare le eventuali colpe.
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