Activision ha bannato più di 60.000 giocatori da Call of Duty Warzone. «Non abbiamo nessuna tolleranza per chi usa i software per barare».
Activision dichiara guerra aggli imbroglioni che tra hack e auto-aim rovinano il divertimento alle community di giocatori. Così su Call of Duty Warzone le pulizie di primavera sono arrivate in anticipo: in poche ore sono stati bannati più di 60.000 cheater.
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Ogni grande videogioco online ha le sue mele marce, ma su Call of Duty: Warzone la piaga dei cheater aveva raggiunto dimensioni impressionanti. Il battle royale di Activision era diventato il titolo più giocato in assoluto durante i primi mesi del 2020, tenendo compagnia a milioni di giocatori durante le prime fasi del lockdown.
Solamente pochi giorni fa lo streamer Vikkstar123 aveva annunciato di voler mollare una volta per tutte il gioco, dopo che la sua live era stata sabotata da diversi cheater incontrati su Warzone.
Oggi Activision ha annunciato di aver bannato più di 60.000 account rei di aver usato dei software per ottenere dei vantaggi all’interno del gioco. Il provvedimento, scrive VICE sulla base della ricostruzione di alcune fonti interne, avrebbe preso specificatamente di mira i giocatori che usavano un software chiamato EngineOwning. Activision aveva già bannato 20.000 utenti per lo stesso motivo solamente lo scorso settembre.
Sempre Vice scrive che EngineOwning sta già lavorando ad un update per rendere i cheat più difficili da identificare, proteggendo i suoi clienti da nuovi ban. Per quanto duri possano essere i provvedimenti, la guerra agli imbroglioni nei videogiochi online sembra destinata a non avere mai fine.
- ‘Call of Duty: Warzone’ bans 60,000 confirmed cheaters (engadget.com)