L’attore e regista Sacha Baron Cohen ha svelato i motivi per cui ha deciso di tornare a girare un sequel di Borat.
Il sequel di Borat, girato in gran segreto da Sacha Baron Cohen, ha sorpreso un po’ tutti, sia perché appunto era stato tenuto nascosto dall’attore e da tutti quelli che vi hanno partecipato fino a pochi giorni dall’arrivo su Amazon Prime Video, sia perché l’attore aveva detto di non voler più girare film “in incognito” dopo Bruno. Cohen ha dunque spiegato i motivi che lo hanno spinto a tornare nei panni del giornalista kazako.
Dopo Bruno ero un po’ traumatizzato. Per circa sei mesi, ogni volta che sentivo una sirena della polizia diventavo nervoso, perché sono stato inseguito dalla polizia così tanto. Ho giurato che non avrei fatto più un altro film in incognito […]
Sentivo che la democrazia fosse in pericolo, vedevo che le vite delle persone fossero in pericolo e mi sono sentito spronato a finire il film. Originariamente avrebbe dovuto essere sui pericoli di Trump e del Trumpismo. Il coronavirus ha dimostrato che c’è un effetto letale nel diffondere bugie e teorie complottistiche. […]
Non voglio egoisticamente implicare che le persone avrebbero guardato Borat e non avrebbero votato per Trump, ma quello era lo scopo. Non ho voluto ritardare l’uscita del film perché l’obiettivo era di trovare un modo per far guardare il film a quanta più gente fosse possibile prima del 3 Novembre.
Dubitiamo che l’autore abbia davvero avuto un ruolo nelle elezioni americane, ma alla fine il film è stato comunque un successo. Che ne pensate delle parole di Sacha Baron Cohen?