Alcuni ricercatori hanno scoperto che le piante carnivore possiedono una memoria a breve termine per le loro prede.

In base a quest’ultimo studio, la memoria a breve termine delle venere acchiappamosche potrebbe avere una durata di circa 30 secondi. Nel caso infatti in cui un insetto tocchi la venere acchiappamosche, non ci sarà una sua reazione: al secondo tocco, invece, la pianta chiuderà le proprie foglie per intrappolare la preda al suo interno.

Come le venere acchiappamosche riescano a ricordare il tocco iniziale delle prede è rimasto un mistero fino ad oggi: uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Plants indicherebbe che queste piante carnivore farebbero uso del calcio per questo meccanismo.

Si era già a conoscenza tra gli scienziati dell’esistenza di una memoria a lungo termine per le piante, come ha dichiarato Mitsuyasu Hsebe, biologo dell’Istituto Nazionale di Biologia di base di Okazaki, Giappone. Esemplare il caso della vernalizzazione a tal proposito, in cui le piante ricordano i lunghi periodi del freddo invernale per poi fiorire durante la stagione primaverile.

La memoria a breve termine è invece più controversa ed enigmatica, e questo rappresenta il primo esempio di coinvolgimento del calcio all’interno del processo. I livelli di concentrazione del calcio sarebbero quindi la discriminante per l’apertura o la chiusura delle foglie della venere acchiappamosche, che al secondo tocco da parte della preda ne provocherebbero la sua chiusura.