Negli Stati Uniti ostaggio del coronavirus le udienze dei tribunali si sono spostate su Zoom, ma non mancano dubbi e perplessità per tutte le parti coinvolte.

La drammaticità del presente impone di seguire le norme di distanziamento sociale, ma questo, quantomeno negli USA, non significa che l’attività giudiziaria sia in stallo. Sempre più tribunali hanno spostato i processi su Zoom.

Non è una cosa di poco tempo, anche perché la giustizia è tendenzialmente molto restia al cambiamento. “È una situazione nuova e priva di precedenti“, scrive Zoe Schiffer sulle pagine di The Verge. “Nessuno sa con certezza qual è la cosa migliore da fare“.

Il fatto che alcuni processi si siano spostati su Zoom, ad ogni modo, ha delle conseguenze non trascurabili. Ad esempio il pubblico —che negli USA può includere anche gli osservatori delle associazioni per i diritti umani— ha perso in questo modo la sua possibilità di monitorare la condotta dei giudici e dei magistrati.

A questo si aggiungono i rischi emersi in queste settimane sulla sicurezza di Zoom:

 

Al di là dei dubbi, Zoom si sta dimostrando uno strumento prezioso che offre una valida alternativa al congelamento della giustizia. Congelamento che sarebbe insostenibile, basta pensare alle persone detenute in carcere in attesa di sentenza.

Ma non sarà la nuova norma, o quantomeno è quello che sperano avvocati e giudici. Il sistema giuridico americano fa largo affidamento al ruolo della giuria, ad esempio, e come spiega il giudice Vince Chhabria la difesa ha molte più difficoltà nel creare un legame con i giurati dovendo parlare loro da una webcam. Contestualmente la qualità del video e dell’audio diventa un importante, ma subdolo, tassello nel processo di formazione del giudizio. Così il rischio è che gli avvocati e gli imputati con più risorse per avere una webcam migliore, luci ben calibrate, e una connessione internet priva di intoppi, abbiano un vantaggio rispetto a chi ne è sprovvisto.

Ma è un problema anche per i giudici: “Gran parte del mio lavoro è giudicare la credibilità dei testimoni, quando devi giudicare qualcuno e valutare la sua credibilità, devi essere nella sua stessa stanza“, ha spiegato sempre Chhabria.