Non solo uno spettacolo coinvolgente per gli appassionati, ma un evento importante per gli scienziati. Il transito di Mercurio davanti al sole permette di raccogliere elementi per comprendere l’evoluzione delle atmosfere di esopianeti, l’influenza del vento stellare e dei campi magnetici.
Il fenomeno del transito di Mercurio davanti al Sole è un evento importante e raro si presenta infatti solo 13 volte ogni secolo. L’ultimo passaggio è stato registrato a maggio del 2016: un piccolo punto nero che si muove davanti al Sole.
Nel 1600 Giovanni Keplero scoprì che sia Mercurio che Venere avrebbero transitato davanti al sole. Era il 1631 e mai tempismo fu più azzeccato: il telescopio era stato inventato solo 23 anni prima. Keplero non sopravvisse per vedere i transiti, ma l’astronomo francese Pierre Gassendi divenne la prima persona a vedere quello di Mercurio.
Nel 1677 Edmond Halley grazie a queste osservazioni capì che i transiti potevano essere usati come un’opportunità per misurare il diametro apparente, o meglio quanto grande appare un pianeta dalla Terra, con grande precisione e misurare accuratamente la distanza tra il sole e la Terra, che all’epoca non si conosceva.
Anche se oggi la distanza della Terra dal Sole è misurabile con strumenti più sofisticati, il transito di Mercurio offre ancora agli scienziati opportunità di indagine scientifica.
Quando Mercurio transita davanti al sole provoca un leggero calo della luminosità poiché blocca una piccola porzione della luce. Approfittando di questo fenomeno è stato possibile cercare pianeti in orbita attorno a stelle lontane, gli esopianeti, che altrimenti sarebbero oscurati alla vista dalla luce della stella.
- Watch the Transit of Mercury 2019 (jpl.nasa.gov)
- A Teachable Moment You Can See! The Transit of Mercury (jpl.nasa.gov)