La celebre avventura samurai firmata Capcom arriva su console di attuale generazione con un’edizione rivista, non solo graficamente. Scoprite come ci è sembrata con la nostra recensione.
Ormai da anni i fan richiedono a gran voce a Capcom di riprendere in mano la dimenticata serie Onimusha, che al momento conta i soli quattro capitoli usciti tra il 2001 e il 2006 per PlayStation 2. Così, magari anche per la complicità di un annata che tra Sekiro: Shadow Die Twice e Ghost of Tsushima promette faville in ambito Giappone Feudale, è arrivata sul mercato una remastered del capostipite della serie.
Onimusha: Warlords torna, dunque, a diciotto anni di distanza su PlayStation 4, Xbox One e persino su Nintendo Switch. Ma per chi non conosce la serie, forse è meglio fare un po’ di introduzione per contestualizzare questa bizzarra creatura: forti del successo che la serie Resident Evil aveva riscontrato negli anni ’90, con Onimusha si è traslato il concept da survival horror nel giappone feudale, mescolandolo con uno stile di gioco necessariamente più action e dinamico.
Questo primo capitolo ha subito diversi rimaneggiamenti prima di arrivare alla formula di gameplay che conosciamo, tant’è che in origine doveva uscire sulla prima PlayStation, ma i lavori si protrassero tanto da rimandare l’uscita al 2001 su PlayStation 2. Ma qual è la storia di Onimusha? Tanto semplice quanto coinvolgente, la trama del titolo si divide tra due conflitti: quello umano, bellico, del Giappone Feudale, e quello mistico tra Oni e Genma, entità demoniache in grado di interagire con il piano terrestre.
Quello di Onimusha è un mondo feudale con i samurai, il tipico immaginario a cui siamo abituati a pensare, ma anche permeato di magia e invaso da entità demoniache. Il gioco presenta sia personaggi reali della storia nipponica che elementi di finzione, e racconta così una storia alternativa arricchita da elementi soprannaturali.
Assume particolare rilievo, ad esempio, la figura di Oda Nobunaga, personaggio storico che unificò il Giappone degli stati combattenti e aprì la strada al dominio di Hideyoshi Toyotomi prima, e Tokugawa Ieyasu dopo, che portarono un governo stabile al paese
In Onimusha però i condottieri hanno stretto un’alleanza con i perfidi demoni Genma, il cui scopo è soggiogare il mondo. Questo spiega la loro spettacolare e rapida ascesa al potere, mentre la Terra del Sol Levante pare precipitare nel caos. Il giocatore è chiamato a vestire i panni, principalmente, del coraggioso samurai Samanosuke Akechi, a cui è stato donato un guanto che racchide il potere degli Oni così da permettergli di uccidere i Genma.
Insieme a lui la kunoichi Kaede (di cui anche vestiremo i panni, in alcuni frangenti), che lo aiuta a salvare la Principessa Yuki da una legione di demoni che ha invaso il castello Inabayama. Addentrandosi nel castello, i due scopriranno i piani malvagi dei servitori di Nobunaga, resuscitato dai demoni dopo la sua sconfitta sul campo di battaglia.
Utilizzando il combattimento all’arma bianca e il magico Guanto degli Oni, che ci da la possibilità di assorbire le anime dei nemici (Dark Souls chi?) e potenziare oggetti, o la nostra katana e i relativi poteri elementali, dovremmo farci strada attraverso numerosi dungeon. Oltre alla forza bruta saremo inoltre chiamati a sfruttare che la creatività per risolvere enigmi e puzzle ambientali ancora oggi piuttosto apprezzabili.
La struttura di gameplay appare oggi piuttosto semplice, ma rimane gradevole e un bel po’ divertente soprattutto nei combattimenti. L’impostazione è quella da action game in terza persona, a cui si combinano elementi quasi da picchiaduro (all’epoca questo tipo di contaminazione andava forte, basti pensare al combat system di Shenmue); si potrà sferrare una raffica di colpi veloci (quadrato) o di attacchi speciali (triangolo), purché la barra del mana per i tre elementi – tuono, fuoco, vento – sia carica.
L’attacco pesante, inteso come spada a due mani, si attiva tenendo premuto R1 mentre si picchia, con L1 invece potrete parare gli attacchi nemici e restare in guardia. Tutto qui, un sistema davvero semplice ma immediato e gratificante, tanto più quando imparerete a padroneggiare i tre elementi per scontrarvi con dozzine di nemici in contemporanea.
Caratteristica chiave di Onimusha comunque è il sistema di power-up degli oggetti, che avviene, come già anticipavamo sopra, attraverso l’assorbimento delle anime dai nemici sconfitti; queste permettono di recuperare salute e accumulare potere da infondere nelle armi e nelle armature per ottenerne di più potenti. E ne avrete bisogno, soprattutto per le boss fight che vi attendono prima di arrivare ai titoli di coda.
Tutto molto bello, ma cosa c’è di nuovo in questa edizione? Perché uno dovrebbe andare a comprare il 15 gennaio 2019 un gioco così datato? Beh, al di là del fascino che ancora oggi Onimusha: Warlords possiede, così come tanti altri titoli di quella generazione, ça va sans dire che sia i meccanismi narrativi che di gameplay sono ormai superati. Forse è un tentativo, da parte di Capcom, per tastare il terreno in previsione dello uno sviluppo, in futuro, di nuovi capitoli per la serie.
Ad ogni modo, questa remastered lavora bene in quello che deve fare: sia i personaggi che i paesaggi e le cut-scene sono stati portati in alta definizione, l’aspect ratio da 4:3 è passata a 16:9 ed è stata implementata una funzione di scorrimento della telecamera in base ai movimenti del giocatore, mostrando così anche aree che altrimenti sarebbero state tagliate fuori dallo schermo.
Oltre ai controlli dell’originale (d-pad), questa edizione permette ai giocatori di muoversi utilizzando gli stick analogici, funzione che rende il movimento del personaggio molto più semplice e rapida. E per la gioia di chi non ama complicarsi la vita, è disponibile fin da subito la Modalità Facile (che nel titolo originale andava sbloccata dopo una run). È comprensibile e condivisibile per far sì che anche chi non è abituato a questo stile di gioco un po’ datato possa riuscire a barcamenarsi nell’avventura.
Considerato anche il prezzo budget di 19,99€ non posso che consigliare Onimusha: Warlords Remastered sia ai fan di vecchia data che vogliano rivivere l’avventura in alta definizione, sia ai neofiti che vogliono avvicinarsi alla saga.
- Un classico sempre bello da giocare
- Graficamente pulito e godibile
- Nuova colonna sonora
- Accusa comunque il peso degli anni
- Longevità scarsa per gli attuali standard