A detta di molti i cinecomic ormai sono un filone saturo, senza più nulla da dire. Una macchina perfetta per fare soldi, che presto il pubblico spegnerà.
Ma questa affermazione, almeno per ora, non trova riscontro nella realtà dei fatti: i cinecomic continuano ad uscire e per la maggior parte sono quasi sempre dei grandi successi commerciali, tranne qualche rara eccezione.
Non sono però molti i cinecomic in animazione, paradossalmente. Forse perché considerati di minore impatto, forse perché la mentalità secondo cui i film animati siano per bambini è ancora troppo radicata nel grande pubblico. A sfatare per l’ennesima volta questo mito ci pensa Spider-Man: Un Nuovo Universo, diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman.
L’idea di realizzare un film d’animazione con protagonista Miles Morales e alcuni degli Spider-Man provenienti da altri universi era ambiziosa, soprattutto se alla base c’è una tecnica di animazione particolarmente complessa, che ha compreso la creazione delle scene tramite computer grafica e su cui poi si è intervenuto attraverso il disegno tradizionale.
In questo modo ogni sequenza ha un aspetto estremamente particolare che restituisce l’origine fumettistica dell’opera, con tanto di onomatopee che compaiono sullo schermo e l’effetto retino, molto usato soprattutto negli anni ’50 e ’60.
La presenza nel trio alla regia di Peter Ramsey, già regista de Le 5 Leggende, si sente e infatti l’intera pellicola vanta un respiro epico, che rende perfettamente giustizia al mondo di Spider-Man.
La sceneggiatura di Phil Lord e Chris Miller completa l’opera, dando al film un tono scanzonato nei momenti giusti, ma anche molto maturo e profondo. Miles Morales non è un personaggio semplice da gestire, perché sì, nasce come versione alternativa dell’arrampicamuri, ma è molto più di questo.
Il Miles di Spider-Man: Un Nuovo Universo, ha forse più problemi di Peter Parker e nel momento in cui riceve i poteri non ha ancora trovato la propria identità, senza contare che le sue ragioni e la sua morale sono differenti.
Questo ha contribuito a reinventare ulteriormente la figura di Spider-Man, senza però distanziarsi troppo dalle tematiche principali che da sempre caratterizzano il personaggio.
Ciò che è realmente interessante è il fatto che anche l’universo in cui è ambientato il film è alternativo rispetto a quello fumettistico classico, con alcuni cambiamenti che funzionano alla perfezione, soprattutto per quanto riguarda i villain, che sono tutti rappresentati in maniera peculiare (il Dottor Octopus su tutti).
In questo modo lo spazio di manovra per poter raccontare qualcosa di nuovo e mai visto sul grande schermo relativo all’Uomo-Ragno è stato molto e questa pellicola è probabilmente il miglior adattamento del personaggio finora.
Prima che gli amanti degli Spider-Man di Sam Raimi inizino ad affilare le lame. va specificata una cosa: non si tratta di un discorso legato alla fedeltà al fumetto. Il film è infarcito di citazioni che solo gli adulti capiranno, e nemmeno tutti, giusto i più accaniti lettori degli albi di Spider-Man, ma è una questione relativa alla poetica che da sempre intride la creatura di Stan Lee e Steve Ditko (entrambi elegantemente omaggiati durante il film).
Tutto è diverso rispetto ai fumetti, eppure se ne respira appieno l’atmosfera.
La regia è talmente curata da non aver nulla da invidiare a quella di un film in live action, soprattutto per quanto concerne le scene più action e movimentate, che non sono poche. I colori emanano una potenza indescrivibile e la sceneggiatura è impeccabile, pregna di significato e per nulla banale, cosa non semplice, se si pensa che siamo al sesto adattamento cinematografico del personaggio nel giro di meno di diciotto anni.
C’è da chiarire un punto fondamentale: nonostante gli sceneggiatori siano gli stessi, Spider-Man: Un Nuovo Universo non è paragonabile a The Lego Movie, ottimo prodotto animato che Lord e Miller avevano anche diretto.
Questo film è senza dubbio divertente e adatto anche ai bambini, ma latore di messaggi decisamente più complessi e rivolto fortemente ad un pubblico più adulto, se si va oltre la semplice apparenza.
Chi conosce bene Spider-man potrebbe rimanere seriamente colpito da quanto la storia sia ben costruita, con un Peter Parker inedito e in una versione depressa e stanca, che mette in discussione la morale che per più di vent’anni lo ha sostenuto.
Il rapporto tra Peter e Miles è paragonabile a quello tra un padre e suo figlio, ma non è un rapporto disteso, tutt’altro. Per la prima volta in un film dedicato all’Uomo-Ragno si intravede l’idea che quello di Spider-Man sia un ruolo che si crea quasi spontaneamente se chi lo ricopre viene meno per un qualunque motivo, come se un’invisibile forza arcana riequilibri le cose, ne viene creato subito un altro.
E qui giungiamo ad un punto fondamentale che mi ha toccato profondamente: personalmente non ho mai amato Miles Morales. Ho sempre trovato ridicola l’idea che un altro ragno fosse sfuggito al controllo della Oscorp e avesse morso un altro adolescente.
La trasformazione di Miles, in questo film, è simile, ma contestualizzata in modo da risultare credibile, con anche l’insinuazione che il ragazzo sia una sorta di prescelto per riportare le cose al loro posto.
Il tutto è poi impreziosito dalle voci della versione orginale, in cui persino Nicolas Cage è stato credibilissimo nell’interpretare lo Spider-Man Noir. Spiccano soprattutto Liv Schreiber come Kingpin, Hailee Steinfield come Spider-Woman e Maershala Ali come Aaron Davis (ruolo recentemente interpretato da Donald Glover in Spider-Man: Homecoming).
Infine, ero convinto che questa fosse una mossa ben orchestrata da Sony per introdurre al grandissimo pubblico la figura di Miles Morales, per poi riconsegnare alla Disney il Peter Parker del Marvel Cinematic Universe e lasciarli liberi di sfruttare questa differente versione di Spider-man, ipotesi avvalorata dall’introduzione di Aaron Davis nell’ultimo film.
Ora non ne sono più troppo sicuro dal momento che è stato annunciato un seguito di Spider-Man: Un Nuovo Universo e addirittura uno spin-off tutto al femminile. Per una volta Sony ha saputo utilizzare il brand in maniera impeccabile, diversamente da quello che è accaduto con Venom, il quale ha avuto un enorme successo al botteghino, ma è obiettivamente un film realizzato in maniera a dir poco raffazzonata sotto ogni punto di vista.
Le sbavature in questo film animato sono davvero poche e per la maggior parte soggette al gusto personale: ad esempio avrei preferito che scegliessero come comprimari altri Spider-man, piuttosto che un paio che, a mio modesto parere, stonano leggermente con il tono generale del film. Inoltre la parte finale ha un ritmo leggermente discontinuo, ma niente di particolarmente grave, e nel complesso il film scorre piacevolmente.
L’ultima nota di merito va alla colonna sonora che si rifà alle origini del personaggio principale, con toni molto street, e al modo in cui è stata resa fondamentale la città di New York, da sempre considerata come una sorta di personaggio titanico e avvolgente in ogni storia di Spider-Man.
Quello che è certo è che se la realizzazione fosse buona come questa, potrebbero anche fare cento seguiti e li guarderei tutti con grande piacere.
Spider-Man: Un Nuovo Universo arriva nei cinema italiani dal 25 dicembre.
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Posted by Lega Nerd on Wednesday, December 26, 2018