Uscirà il 19 Ottobre su Netflix la terza attesa stagione di Marvel’s Daredevil e in occasione della presentazione della serie, Charlie Cox e il nuovo showrunner Erik Oleson sono volati da New York alla Milan Games Week. Li abbiamo incontrati e intervistati per curiosare di più sulla “rinascita” del Diavolo di Hell’s Kitchen.
Dopo la pesante fine ne The Defenders, Matt Murdock sta per tornare nella terza stagione di Daredevil, serie che ha dato letteralmente inizio all’universo Marvel Televisivo su Netflix. Rispetto agli altri show, Daredevil è quello che ha sempre mantenuto una certa costante di qualità e hype da parte del pubblico.
Questa terza stagione, a giudicare da quello che Netflix ha rilasciato e dalle immagini mostrate al pubblico durante i panel del New York Comic-Con e Milan Games Week, non deluderà le aspettative segnando non solo la nascita di un nuovo antagonista, ma anche il ritorno di un Wilson Fisk più rancoroso che mai.
Ai nemici vecchi e nuovi si uniranno i demoni interiori di Matt che dovrà combattere una vera e propria battaglia con sé stesso per riuscire a non affogare nella sua stessa follia e disperazione.
Liberamente ispirato all’albo Daredevil: Born Again di Frank Miller, questa terza stagione vanta l’aiuto dello showrunner Erik Oleson, incredibilmente entusiasta del lavoro svolto che, parlandone in conferenza, prende spunto non solo dall’albo originale, ma si lascia anche influenzare dal processo creativo de La Trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Oleson sembra essere davvero entusiasta dei diversi plot twist che ci saranno all’interno di questa terza stagione, particolarmente caratterizzata da una dose massiccia di violenza, in particolar modo negli scontri tra Daredevil e Bullseye.
Nel corso della giornata di domenica alla Milan Games Week, dedicata appunto a Daredevil, ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere proprio con Charlie Cox e Erik Oleson, il primo provato dal viaggio ma abbastanza lucido da raccontare degli aspetti molto interessanti del suo personaggio, il secondo incredibilmente esaltato per l’uscita di questa terza stagione e per la quantità di gente presente alla Milan Games Week.
E.O.: Una narrazione intensa thriller caratterizzata da twist e cospirazioni, dove protagonisti saranno sicuramente il ritorno di Wilson Fisk e quello di Matt ad Hell’s Kitchen in un momento in cui il fisico e la mente di quest’ultimo sono molto deboli e provati dagli eventi. Dobbiamo dire che The Defenders è stato particolarmente crudele con Matt quindi, in questa serie, ci vorrà sicuramente del tempo prima che si riprenda del tutto.
C.C.: Gli sceneggiatori di The Defenders hanno avuto un compito molto arduo perché hanno dovuto unire 4 show diversi, tutti con toni molto differenti e provare a trovare un tono comune tra questi in un singolo show.
Defenders è stato tematicamente molto diverso per me rispetto alle due stagioni precedenti di Daredevil; quindi una cosa che puoi aspettarti dalla terza stagione di Daredevil è ritrovare quel tipo di atmosfera sinistra e dark , che per me è stato molto eccitante respirarla nuovamente.
C.C.: (sorpreso non ha lasciato dichiarazioni)
E.O.: (ride e si prepara la risposta paracula) Il nostro show esiste nello stesso universo degli eventi di Avengers, ad ogni modo quello che puoi notare è che non ci sono calendari sui muri o date specifiche menzionate all’interno degli avvenimenti.
Ci piace immaginare che lo show avvenga prima dello “schiocco”, ed è complicato all’interno del MCU sapere cosa i nostri amici dell’universo cinematografico stiano facendo con i film mentre noi lavoriamo alla serie.
C.C.: Probabilmente Erik può parlare meglio dei temi dello show; da parte mia c’è sicuramente nuovamente la paura, semplicemente perché è ormai un sinonimo dello stesso Matt Murdock. Credo, però, che ci sia un altro tema: come ti relazioni con te stesso, come questo influenza il tuo comportamento e quello che metti in atto come essere umano per sopravvivere, per raggiungere i tuoi obiettivi. È un tema che ho maturato girando lo show ma anche parlandone con Erik, l’idea di come costruisci la relazione con te stesso.
E.O.: Sul muro della sala degli sceneggiatori ho incollato un cartello che diceva “possiamo essere liberi soltanto quando affrontiamo le nostre paure perché le nostre paure sono ciò che ci rendono schiavi”. Ogni singola persona ha paura di qualcosa, e queste paure spesso ci portano ad agire in certi modi, a relazionarci in certi modi o votare in altri modi.
Una delle cose che narcisisticamente i tiranni possono usare per dividere le persone sono proprio le paure. Volevo esplorare questo tema e come possiamo avere la meglio sulle persone che usano la paura per dividerci.
C.C.: Una cosa che ho scoperto come attore in uno show che va avanti da parecchie stagioni: per la prima volta penso che, parte del mio lavoro dopo 40 e più ore di me che interpreto Daredevil, è fare in modo che il personaggio sia interessante, che la sua personalità e attitudine siano abbastanza diversi da interessare gli spettatori. Allo stesso tempo riconoscere che come umani non andiamo incontro a cambiamenti fondamentali molto spesso nella vita e che molte volte siamo coerenti in quel che siamo.
Le nostre relazioni con le persone non cambiano poi così tanto, tendiamo ad avere le stesse conversazioni ancora e ancora con alcune persone della nostra vita. Ci sto girando intorno, lo so, scusami ma quello che accade a Matt durante l’inizio di questa terza stagione è il suo cambiamento più fondamentale che abbiamo visto fino ad ora. Ha fatto affidamento molto pesantemente sulla sua relazione con Dio e quello che accade alla fine di The Defenders, lo stato fisico in cui si trova, lo rende confuso e arrabbiato a tal punto che cambia la sua percezione di Dio e il suo atteggiamento nei confronti della vita . Passa dal credere in un dio buono che è la forza del bene, a credere che dio sia capace di grandi crudeltà e faccia parte della decadenza che i peccatori affrontano.
Questo è un grosso cambiamento di prospettiva che lo porta in una strada di distruzione rendendolo più spericolato di quanto abbiamo visto fino ad ora.
La terza stagione è una storia originale ma è stata molto influenzata da Born Again; prende pezzi da quella storia, altri pezzi da Guardian Devil ma anche da altri fumetti. Volevo che il pubblico fosse capace di seguire la storia anche se non conosce i fumetti, ma volevo anche dare ai fan del fumetto ciò che vogliono, soltanto non nel modo in cui se lo aspettano.
Deve essere una sorpresa, se un fan del fumetto sa già come andrà a finire è noioso per lui ma anche per me. I fan pensano di sapere ciò che vogliono ma non lo sanno davvero!
La chiave è che lo show deve essere sorprendente, divertente e fresco. Quando Marvel ha aperto la “scatola dei giocattoli” per me all’inizio del lavoro della terza stagione è stato come una esperienza extra corporea ma alla fine della fiera volevo dire qualcosa che abbia un significato e non solo prendere pezzi di quello che è stato già detto da altri autori.
Volevo, con questa stagione, raccontare temi del mondo in cui viviamo in questo momento.
Alcuni di quei fumetti sono stati scritti in un’epoca completamente diversa dalla nostra. L’era in cui viviamo ha tiranni narcisistici che salgono al potere ed è proprio lì che volevo portare la storia.
C.C.: YEP! Tu che ne dici?
Siamo diventati grandi amici, suona strano anche per me dato che ritengo Vincent un eroe personale, un’icona.
La cosa divertente è che non abbiamo lavorato insieme poi così tanto, nella prima stagione, ad esempio, le nostre storie avvengono in isolamento, per questo le loro storie sono così interessanti. Sono questi nemici giurati che operano nel loro mondo e la loro rivalità cresce in base alle azioni che entrambi compiono nei confronti di altre persone, che frustrano entrambi.
Non si trovano nella stessa stanza quasi mai , anche nei fumetti. Nella stagione 1 abbiamo due o tre scene insieme, una sola scena nella stagione 2, e saranno poche anche nella terza stagione.
Detto ciò, quando capitano i giorni in cui giriamo insieme, sono sempre molto esaltato della cosa e so per certo che porterà in scena qualcosa di molto speciale, che sarà sicuramente crudo ma anche ardito e in quei momenti credo che il mio lavoro sia essere sincero nell’interpretazione del mio personaggio.
Quando sono in scena con lui metto in pratica il trucco per eccellenza della recitazione: ascoltare e assorbire tutto il possibile da un attore del suo calibro.
C.C.: Wilson Fisk, ovviamente!
E.O.: Fisk è un brillante manipolatore, ed usa gli altri per influenzare il risultato che vuole ottenere. Bullseye diventa uno strumento di Fisk. È la classica domanda su cosa sia più pericoloso: il cervello o i muscoli? Io credo che il cervello di solito vinca in questa battaglia.