Nel primo giorno di E3 ho assistito ad una anteprima giocata di Cyberpunk 2077 a porte chiuse in cui sono stati rivelati finalmente tantissimi dettagli su uno dei videogiochi più attesi di questa generazione di console.
CD Project Red, gli stessi sviluppatori della fortunatissima e premiatissima serie The Witcher, è al lavoro su questo titolo da tanti anni e prima del trailer mostrato durante la conferenza di Microsoft qualche giorno fa, si era davvero visto ben poco.
Sapevamo da un po’ di tempo che avremmo avuto un appuntamento a porte chiuse per vedere “un nuovo gioco” degli sviluppatori polacchi ed era evidente a tutti che quel gioco sarebbe stato Cyberpunk 2077. Fin dal primo momento è stato l’appuntamento che più ho atteso per questa E3 di Los Angeles.
Sono un vecchio giocatore di Cyberpunk 2020, il gioco di ruolo pen and paper degli anni novanta. Adoro quella fantastica ambientazione creata da Mike Pondsmith, ispirata ai romanzi di Gibson e Sterling, così ancora tanto attuale e assolutamente credibile.
Il 2020 è vicino, non abbiamo le auto volanti e gli impianti cibernetici, ma ci stiamo lavorando. Il videogioco di CD Project Red fa un passo ulteriore e ci mostra il mondo del 2077. Siamo a Night City, nel Free State of North California.
Ma torniamo un attimo a Los Angeles e all’E3, la fiera in cui mi trovo. L’appuntamento che ho è in una saletta al primo piano della west hall, prendo le scale mobili e vado trepidante. Vengo accolto da una riproduzione di un locale di Night City, il The Atlantis. Gli sviluppatori non hanno badato a spese: c’è il bar e una intera parete che mostra una panoramica di Night City come se fosse una vetrata sulla città. Cominciamo molto, molto bene.
Non ci sto dentro. Totale over hype. Speriamo bene. Ho in mano il biglietto della world premiere. Mancano pochi minuti ed entro.Sono un vecchio giocatore di Cyberpunk 2.0.2.0. e ho le aspettative impazzite.Sono passati tanti anni. Fatemi entrare cazzo. Mentre gli altri cazzeggiano al bar io vado a mettermi in prima fila per sedermi davanti.#Cyberpunk2077 #LNE3
Posted by Antonio Moro on Tuesday, June 12, 2018
All’ingresso controllano il mio nome e mi danno un biglietto, c’è scritto sopra “Cyberpunk 2077 World Premiere“. La mia hype, già alle stelle, impazzisce e corro al bar a prendere qualcosa di alcolico da bere prima di impazzire.
In ogni caso non perdo troppo tempo al bancone e mi piazzo esattamente davanti alla porta della saletta in cui verrà fatta la demo, voglio essere il primo ad entrare per piazzarmi centrale e in prima fila.
La porta finalmente si apre e ci accoglie Miles Tost, level designer del gioco. Ci spiega che vedremo un’oretta di gameplay giocato da un altro dipendente di CD Project Red che siede tra di noi in questa saletta buia. Siamo una ventina di giornalisti da tutto il mondo.
C’è uno schermo gigante in cui vediamo Windows 10 con uno sfondo dedicato al gioco. Viene lanciata la demo e tutto comincia. Al contrario di altre hands off che ho visto oggi (cough cough, The Last of Us 2, cough) Miles commenta il gioco mentre lo vediamo e chi sta effettivamente giocando (di cui purtroppo non ricordo il nome, mi dispiace anonimo smanettatore) si prende le dovute pause per farlo parlare. Ci viene ricordato che non sarà possibile fare foto o video di quello che stiamo per vedere: Miles scherza sul fatto che ci terrebbe a continuare a lavorare e non vuole essere licenziato per colpa di una nostra foto. Scherza, ma non troppo in realtà.
Miles ci spiega molto velocemente l’ambientazione che già conosciamo molto bene. Il futuro è dominato da mega corporation (“corpo” in gergo) e noi siamo un mercenario che si vende a chi offre di più, investendo il ricavato in nuovi impianti cibernetici che potenzino le proprie abilità o apparecchiature tecnologiche di ogni tipo.
All’interno di Cyberpunk 2077 interpreteremo “V”, questo il nome del protagonista, o della protagonista: potremo infatti non solo personalizzare esteticamente il nostro giocatore come più ci piace, ma anche sceglierne liberamente il sesso.
Nel trailer mostrato qualche giorno fa abbiamo visto un “V” maschio, ma nella demo di oggi viene volutamente scelto di creare una protagonista femminile. Davvero bella peraltro se volete saperlo, bellissima.
Oltre ad una dettagliatissima personalizzazione estetica della nostra V (direi “solita”, dai tratti fisici ai tatuaggi, etc) si passa ad una vera e propria “scheda” del personaggio molto simile a quella del vecchio gioco di ruolo pen and paper, con caratteristiche (destrezza, forza, intelligenza, etc) e abilità (uso delle armi, tecnomedicina, etc… non ricordo quali fossero tutte esattamente, ma avete capito il senso).
Non ci sono però le “classi” del vecchio gioco di ruolo, non sarà quindi possibile decidere di essere un Netrunner o un Solo fin dall’inizio, ma lo si farà, ci viene subito chiarito, semplicemente specializzandosi durante il gioco.
The character can become a Netrunner, a Techie or Solo… or a mix of all them.
I netrunner, ve lo ricordo, sono gli hacker di Cyberpunk, avremo modo di riparlarne.
Oltre a questo ci viene mostrato, molto velocemente per la verità, anche una sezione in cui è possibile scegliere un background per il nostro personaggio: che livello di istruzione ha, da dove viene, che età, etc. Altra cosa presa direttamente dal vecchio gioco di ruolo che però non sappiamo ancora come e se influenzerà il gioco in qualche maniera.
Fatto questo ci ritroviamo direttamente dentro l’azione. La visuale è in prima persona, stiamo impugnando una pistola e siamo in un corridoio di un edificio piuttosto malconcio, sembra un albergo abbandonato o qualcosa del genere. Ci stanno sparando addosso. Noi rispondiamo al fuoco e uccidiamo uno dei nemici. Ad ogni sparo vediamo comparire i numeri dei punti ferita inflitti sulla testa dell’avversario, come in un classico MMORPG, con tanto di colpi critici in evidenza.
Parlo al plurale perché oltre a V c’è anche un altro personaggio, tale Jackie Welles, energumeno davvero enorme che ci sta fornendo fuoco di copertura mentre noi cerchiamo di capire che sta succedendo.
Stiamo cercando una ragazza. Vedo nello hud, minimale e ben fatto, che è in corso una quest. In alto a destra campeggia un chiaro “find the girl”.
Qualcuno continua a spararci, fino a quando Jackie non decide di usare le maniere forti e tira fuori una mitragliatore enorme con il quale passa letteralmente attraverso al muro della stanza dal quale proviene il fuoco. Noi ci spostiamo lateralmente, saltiamo su un mobile e utilizziamo la nuova apertura per uccidere chi ci stava sparando.
Entriamo nella stanza e ci guardiamo attorno. Tutto è abbandonato, che ci fa qua la ragazza che stiamo cercando? qualcuno ci ha ingaggiato per trovarla, probabilmente la sua famiglia. Deve essere ricca.
Nel bagno c’è una vasca e al suo interno due corpi. Spostiamo da una parte il primo di un uomo e sotto troviamo una ragazza. È completamente nuda e sembra morta.
V si estrae dal polso un cavetto e lo collega al collo della ragazza per farne una scansione e tentare di rianimarla. Ha un virus al suo interno che blocca le comunicazioni, riusciamo a disattivarlo. Jackie avverte il nostro mandante che l’abbiamo trovata e ci viene comunicato che è in arrivo una squadra del Trauma Team per prenderla: dobbiamo portarla all’esterno su una terrazza qua vicino.
Prendiamo in braccio la ragazza e la portiamo fuori in attesa. Dopo pochi secondi arriva l’ambulanza blindata e scendono le guardie armate del Trauma Team: stiamo parlando di una delle corporation più famose dell’ambientazione di Cyberpunk, una assicurazione che salva letteralmente i suoi assicurati in ogni parte del mondo, a qualunque costo e con qualunque mezzo. Una polizza molto costosa, ma che può rivelarsi davvero molto utile, come in questo caso.
I paramedici sono armati fino ai denti e molto aggressivi: ci dicono di stare indietro e di riporre la ragazza su un lettino che è comparso magicamente da uno degli zaini dispiegandosi in un secondo. Noi d’altronde non siamo assicurati Trauma Team, quindi non possiamo certo sperare in un passaggio.
I dialoghi e i dettagli sono davvero molto azzeccati e corrispondenti al background di gioco che conosco e mi aspettavo. I paramedici caricano la ragazza sull’ambulanza volante e ripartono in pochi secondi, lasciandoci li su terrazzo a guardare un bellissimo scorcio di Night City. La nostra prima quest è finita e ci vengono accreditati dei soldi di ricompensa.
La scena successiva ci vede dentro alla nostra stanza, sul letto. In realtà è un primo piano del (bellissimo) sedere di V che a quanto pare ha festeggiato con un bel fustacchione che ora si sta rivestendo. Miles ci spiega che Cyberpunk è un gioco molto maturo rivolto ad un pubblico adulto. Potremo fare sesso e trovare partner insomma. V non ha perso tempo.
Siamo dentro al nostro appartamento, le vetrate mostrano Night City in continuo movimento tra auto volanti e cartelloni pubblicitari virtuali. C’è il sole, è una bella giornata.
Qui voglio sottolineare un aspetto che è stato molto criticato negli scorsi giorni: a quanto pare quello che abbiamo visto non sarebbe abbastanza “dark”, ma troppo luminoso. Beh ragazzi probabilmente voi avete in testa Blade Runner e basta, ma qui non siamo nel gioco di Blade Runner, siamo in Cyberpunk. Non ci sono solo città tetre in cui piove sempre e tutti hanno ombrelli luminosi, capisco che per voi magari il futuro è solo quello, ma no, non parliamo di questo. Ci possono essere belle giornate a Night City, deal with it.
Ci chiama Jackie e ci dice che ha un nuovo lavoretto da fare in due, di prepararsi per bene. Ci muoviamo in un’altra stanza, una specie di armeria dentro al nostro appartamento, con apparecchiature sparse e armi appese alle pareti. La pistola ci serve, ovviamente, ma anche un po’ di potenziamenti, sotto forma di cilindretti da spararsi in vena, per aumentare i propri riflessi o riprendersi da una ferita.
Usciamo e ci ritroviamo per le strade di Night City. La resa è davvero impressionante. La cosa che più mi è piaciuta è la direzione artistica, perfetta. C’è tutto quello che mi aspettavo di vedere e anche di più.
Benvenuti nello Sprawl
Night City è divisa in sei distretti principali: da quello principale, City Center, in cui hanno sede le più grandi corporation, tra lusso e insegne gigantesche (una specie di Downtown se vogliamo un parallelismo con Los Angeles) a Watson, il quartiere asiatico popolato da immigrati e pieno di bazaar e market, un dedalo di stradine e tipi loschi. Poi c’è Westbrook, il quartiere dei ricchi (in pratica Beverly Hills) e Heywood, un enorme quartiere residenziale pieno di latinos e agguerrite gang che combattono tra loro per il predominio e Pacifica, la parte più pericolosa della città, completamente abbandonata e anch’essa controllata dalle gang (probabilmente è il posto dove abbiamo fatto la prima missione).
Per finire c’è Santo Domingo, la parte industriale della città, tra fabbriche e impianti energetici giganteschi.
Ogni distretto è composto da diversi quartieri con innumerevoli ed enormi grattacieli: il nostro appartamento ad esempio è dentro ad un edificio altissimo, popolato da tantissimi PNG con cui è possibile interagire e magari ricevere quest o dai quali acquistare qualcosa. Le possibilità sono infinite e tutta la città sembra davvero viva.
Insieme a Jackie raggiungiamo il nostro prossimo quest giver: uno dei personaggi con cui avremo a quanto pare più a che fare, almeno in questa parte della storia. È Dexter Deshawn, un “fixer”, il classico tramite tra clienti e mercenari. Ci aspetta dentro alla sua lussuosa limousine corazzata e appena saliamo fa partire l’autista e comincia a raccontarci la nostra prossima missione. È inevitabile notare il televisore presente dentro alla macchina che trasmette un incontro di boxe tra un robot e un umano… o guardare fuori dal finestrino la vita che scorre per le strade di Night City.
Dexter ci dice che ci siamo comportati bene con la missione della ragazza e ora siamo pronti a passare a qualcosa di più grosso. C’è una consegna da fare per la Militech, altra famosissima corporation del mondo di Cyberpunk completamente dedicata alla produzione e vendita di armi super tecnologiche. Neanche a dirlo, accettiamo l’incarico tramite una serie di dialoghi molto accesi nei quali saremo noi a poter scegliere cosa rispondere, influenzando il corso della nostra personale avventura.
Power up yourself
Prima di proseguire con la nuova missione ci viene ricordato da un sistema di “to do” interno al gioco che dobbiamo incontrare il nostro dottore. Non un dottore qualunque ovviamente, ma un ripper doc, uno che si occupa di installare impianti cibernetici. È ora di investire un po’ di soldi per migliorare noi stessi, letteralmente.
Entriamo nello studio del dottore, tale Victor, che ci accoglie a braccia aperte: sa che abbiamo soldi da spendere e che vogliamo comprare qualcosa di nuovo e molto costoso. In particolare oggi siamo qua per cambiare uno dei nostri occhi e per installare nella nostra mano destra un nuovo sensore speciale che sarà in grado di comunicare direttamente con le armi che impugneremo.
Anche per questa parte c’è tutta una serie di dialoghi abbastanza interessanti in cui potremo scegliere le risposte da dare, influenzando il nostro rapporto con Victor: non si tratta semplicemente di aprire una lista di oggetti e cliccare buy, ma vediamo proprio V mettersi su un lettino super tecnologico e farsi impiantare i nuovi strumenti.
Certo, compare a schermo in sovra impressione quando serve una lista di oggetti dalla quale scegliere cosa comprare, con tanto di nomi tecnici, evoluzioni dei vari modelli (mark 1, mark 2, etc) prezzo da spendere e, soprattutto, caratteristiche e statistiche di ogni cosa.
Compriamo un nuovo occhio che sarà in grado di farci “zoomare” per vedere a distanza e di analizzare oggetti e persone, carpendone quando possibile statistiche e peculiarità. Victor ce lo impianta scherzando sul “non ti muovere, potrei sbagliare mira mentre lo inserisco”…
Compriamo anche come dicevo un nuovo sensore per la mano che ci viene impiantato da una serie di mini robot che sbucano da sotto alla sedia. Il sensore ci permetterà di interagire con le armi che impugniamo: sapremo ora in tempo reale quante munizioni restano (prima non era indicato nello hud!) e ci darà una mira superiore, aumentando, seppur di poco, i danni inflitti dalla nostra pistola.
Siamo pronti alla nuova missione ora, un po’ di antidolorifico e via, salutiamo Victor e usciamo dal suo studio.
Pedal to the metal
Arriviamo insieme a Jackie alla nostra auto, un ferro davvero bellissimo. Saliamo e la visuale rimane in prima persona, ma è possibile cambiarla in terza, almeno quando si guida, e sembra di essere per un attimo in una classica sessione di Grand Theft Auto.
L’auto può subire danni, anche estetici, e chi guida va a sbattere volutamente anche su un mucchio di spazzatura a bordo strada, per mostrarci quanto tutto sia interattivo e ben programmato. Certo, ci avevano avvertito che il gioco è in pieno sviluppo e di non fare caso ai piccoli glitch e cali di frame rate, ma per ora tutto sembra girare più che bene.
Miles ci spiega che avremo a disposizione tutta una serie di mezzi per muoverci attraverso Night City: auto, moto, elicotteri, aerei e quant’altro. Molto bene. Ci sarà anche il classico viaggio veloce ovviamente, una specie di teletrasporto tra luoghi conosciuti, per chi non vuole perdere troppo tempo a muoversi. Io penso che sarebbe un bello spreco utilizzarlo, perché Night City è davvero, davvero splendida. Sembra possibile interagire con ogni passante e con molti degli oggetti presenti.
Un esempio che ci viene mostrato è un cartellone pubblicitario di una serie di potenziamenti: basta cliccarci per aggiungere alla mappa tutti i distributori degli stessi e vediamo quindi V muoversi fino a uno di questi e acquistare al volo un potenziamento che probabilmente ci sarà utile in seguito.
Raggiungiamo il luogo dell’incontro con l’agente di Militech nostro contatto. È Meredith Stout, un dirigente di alto grado protetto da diverse guardie del corpo che scende da un mezzo aziendale molto grande.
La vediamo prima da lontano e V ha modo di usare subito il suo nuovo occhio: prima appunto zooma per vederla meglio e poi analizza il mezzo, scoprendo che è super corazzato e con diverse armi pronte a sparare.
Meredith ci dice di procurarci un robot guardiano che è andato perduto e che probabilmente è in mano ad una delle gang della zona che ora sta cercando di venderlo. Ci da anche 50 mila crediti su una carta per comprarlo senza stare a spargere troppo sangue.
Raggiungiamo in auto il covo della gang che dovrebbe avere questo robot e tra dialoghi vari cominciamo a contrattare per comprarlo. Le cose non vanno benissimo perché anche se siamo in grado di pagare a quanto pare qualcosa non torna e non si fidano… una cosa tira l’altra e si comincia a sparare, è tempo di un po’ di azione.
Netrunning like a bitch
Tra le varie sequenze che seguono vediamo finalmente anche una sessione di hacking: V coglie alle spalle uno dei membri della gang e lo tramortisce. Poi si collega al suo cervello e in questo modo, ci viene spiegato, ha accesso a tutti i suoi conoscenti nella zona, come se fosse una rete. Può quindi accedere addirittura all’arma di una delle guardie presenti nella stanza accanto, preparando il nostro arrivo, inceppandola.
Quando Jackie sfonda la porta dall’altra parte il tizio tenta di spararci, ma non ce la fa, perché appunto gli abbiamo da remoto inceppato l’arma. Interessante, ma ancora molto poco per quanto mi riguarda.
Io sono uno che giocava solo Netrunner nel gioco di ruolo e mi aspetto di poter fare lo stesso anche in questo videogioco.
Domande, domande, domande
La demo poi finisce senza altri dettagli particolarmente interessanti e siamo pronti a fare domande. Per prima cosa appunto chiedo se sarò in grado di specializzarmi sono in abilità da hacker e di non sparare più un colpo, ma di hackerare ogni cosa per procedere nelle missioni. Mi viene risposto che si, potrò specializzarmi e diventare un NetRunner “puro”, ma che ovviamente sparare è parte integrante del gioco e, soprattutto all’inizio, sarà inevitabile farlo per procedere.
Viene chiesto se è previsto un multiplayer o una modalità cooperativa: si, ci stiamo lavorando e ci interessa fare qualcosa del genere, ma ancora non posso dire nulla al riguardo. È evidente che lo sviluppo è ancora in pieno corso e il rilascio molto, molto lontano purtroppo.
A tal proposito viene chiesto se uscirà su questa generazione o la prossima, per cercare di capire almeno un periodo… viene risposto che non sanno quando uscirà la prossima generazione di console e che quindi è molto difficile rispondere. Loro stanno dando il massimo per il gioco, poi vedranno per cosa farlo uscire.
Considerando che la prossima generazione dovrebbe arrivare tra il 2020 e il 2021, direi che è molto probabile che giocheremo questo Cyberpunk 2077 su Playstation 5 o come si chiamerà, ovviamente con una retrocompatibilità assicurata verso le console di questa generazione.
Sono tutte speculazioni ovviamente, da prendere con le pinze. CD Project Red non ha neanche ancora un publisher per questo videogioco e punta, pare, ad autopubblicarsi almeno su PC. Insomma, non è importante la piattaforma, ne l’anno di uscita. Arriverà quando è pronto e, speriamo, sarà davvero splendido come mi è apparso in questa lunga dimostrazione.
Purtroppo però vi consiglio di rimettere le scimmie nel cassetto, almeno per un altro paio di anni. Se dovessi scommettere su una data di uscita direi Natale 2020, magari come titolo di lancio della nuova generazione. Una data più che significativa direi.
Cyberpunk 2077 Gallery