Il 23 e 24 Gennaio, evento speciale di Nexo Digital, sarà possibile vedere in sala il film per la televisione Fabrizio De André: Principe Libero, atipica biografica del grande cantautore genovese per la regia di Luca Facchini e con la supervisione di Dori Ghezzi, moglie di De André. Il film arriverà poi diviso in due parti su Rai 1, il 13 e 14 Febbraio in prima serata.
Il 19 Gennaio si è svolta a Milano la conferenza stampa di presentazione per il film Fabrizio De André. Principe Libero, biografia cinematografica sul cantautore genovese che, ancora oggi, dopo diciannove anni dalla sua scomparsa, la sua musica è in grado di riunire più generazioni.
Il film è pensato per la televisione, infatti andrà in prima serata su Rai 1, diviso in due parti, il 13 e 14 Febbraio, ma grazie a Nexo Digital sarà possibile vederlo anche al cinema. L’evento si terrà solo per due giorni, il 23 e 24 Gennaio, in determinate sale. Per info e biglietti potete consultare la pagina di Nexo sul film.
Questa è la prima volta che un prodotto Rai viene distribuito al cinema, ma nel caso di Fabrizio De André. Principe Libero le motivazioni si spiegano fin dal titolo, ma anche grazie alla qualità della pellicola che sposa molto di più la fruizione cinematografica piuttosto che quella televisiva. A questo proposito, durante la conferenza stampa, la prima a parlare è Tinni Andreatta, diretto di Rai Fiction, affermando:
È la prima volta in cui un prodotto per Rai viene distribuito al cinema da una grande società come Nexo.
Non possiamo che esserne felici, soprattutto per un titolo come questo, una biografia diversa dal solito. Importante è capire che ogni biografia è una rilettura che compiono prima gli sceneggiatori, poi la regia e gli attori.
Sapevamo il rischio nel fare questo film, ma ogni film è un tradimento. Bisogna tradire per essere fedeli, e tutto questo è stato fatto in modo incredibile con Fabrizio De André. Principe Libero.
E in effetti il rischio di raccontare un cantautore così complesso come Fabrizio De André è grande. Un’artista che ancora oggi incanta e unisce con la sua musica. Un’artista che ha raccontato della sua gente, e non solo, degli ultimi, degli invisibili attraverso la sua musica.
Il rischio di rappresentarlo con la solita biografia piatta, priva di anima, avrebbe sicuramente sminuito lo stesso ricordo di De André, ma il film sa come sorprendere, intraprendendo un racconto atipico che parte dal famoso sequestro avvenuto nel 1979 in Sardegna, per poi andare a indietro fin dall’infanzia di Fabrizio e seguire alcuni dei momenti più salienti della sua vita.
Un racconto che non si forma attraverso le tappe della sua carriera, le tappe dell’artista, ma quelle che hanno caratterizzato l’uomo De André, quello molto meno conosciuto agli dei riflettori, quello timido, che ha condiviso la giovinezza con Paolo Villaggio e i grandi discorsi, per staccarsi dalla routine, al porto di notte con Luigi Tenco.
Quella dal bicchiere sempre pieno, la sigaretta sempre bocca e la spasmodica ricerca della libertà, diviso tra le relazioni sentimentali e il forte legame con la famiglia, ma anche il continuo senso di debito nei confronti del padre Giuseppe.
Racconto che avviene proprio attraverso la musica, come la stessa Andreatta afferma:
Non solo raccontiamo un protagonista ma anche le musiche, le canzoni di de André. Canzoni che ci portano dentro alla narrazione fin dai titoli di testa.
Condizione che ha reso questo film in modo diverso. Sono le canzoni che ci hanno portato a scegliere di intraprendere la strada del raccontare attraverso la musica.
E fondamentale per l’autenticità del racconto, che trova un giusto compromesso tra realtà e finzione, la collaborazione con Dori Ghezzi, seconda moglie di Fabrizio De André e colonna portante dell’uomo dietro l’artista:
Per seguire un certo flusso, a volte, bisogna tradire la realtà ma non senza restituire l’essenza vera dei personaggi. Ad esempio, in Luca Marinelli abbiamo subito individuato la persona più credibile.
Dopo la visione di Tutti i santi i giorni ho capito che solo lui poteva avere la sensibilità per entrare nel ruolo di Fabrizio. Certo, purtroppo non abbiamo potuto raccontare tutte le persone che hanno reso Fabrizio quello che era, e questo è stata la mia più grande sofferenza, ma ovviamente non potevano esserci tutti.
Abbiamo fatto delle scelte in base alla drammaturgia. Abbiamo approfondito l’aspetto umano e familiare, il conflitto del doversi liberare di determinati fardelli e maschere.
Sfida non semplice quella per Luca Marinelli, che secondo la stessa Ghezzi è stato l’artista predestinato per poter interpretare questo ruolo. Un ruolo importante, che ha reso lunga la ricerca per un degno interprete.
Come mi sono approcciato a questo ruolo? Con terrore puro.
Afferma Marinelli, che continua dicendo:
Non avevo idea di come fare e cosa fare. Dopo un po’ di riflessione, ho pensato che la cosa migliore fosse creare un “nuovo” personaggio. In questo universo parallelo di finzione, dove si ambienta il nostro film, dovevo creare questo Fabrizio De André che non è Fabrizio ma sono io.
Creare un personaggio che mi ha dato più tranquillità nell’approccio al reale personaggio. Quello che io ho fatto è una mia idea, che sicuramente aveva una guida, ma era il mio pensiero. E aver capito di camminare su questo territorio parallelo mi ha aiutato molto.
Alla base di questo film c’è proprio questo: il pensiero, l’idea che si ha di Fabrizio De André in quanto uomo comune, in quanto uomo che è diventato ciò che poi la massa ha conosciuto. Linea guida, rappresentativa, utilizzata fin dall’origine del progetto, come spiega lo stesso Luca Facchini, regista del film:
In questo film mi sono reso conto che per me Fabrizio è un uomo che non ha mai trasformato l’etica in moralismo, estetica in estetismo.
Era un uomo che ricercava solo la sua libertà, il modo migliore per lui di esprimerla, senza restare imbrigliato nel concetto stesso di artista o musica.
Per me raccontare la libertà di De André è stato un sogno e vedere come gli attori hanno capito qual era il modus operandi più corretto, quindi la rappresentazione naturale di un’idea, ha reso le cose ancora più facili.
Luca, per esempio, ha avuto un approccio estremamente naturale, ha cercato, come tutti gli altri, di protendersi verso il personaggio, entrare dentro di lui per raccontare la storia.
Fabrizio De André. Principe Libero non racconta solo di De André, ma anche delle persone fondamentali che lo hanno circondato e che hanno reso possibile la sua crescita, il suo modo di essere, prime fra tutti le due donne più importanti della sua vita, la prima moglie Enrica Rignon, detta “Puny”, interpretata da Elena Radonicich, e la seconda moglie, nonché collaboratrice del progetto, Dori Ghezzi, interpretata da Valentina Bellè.
Avere sul set Dori mi terrorizzava.
afferma la Bellè
Però lei era lì per amore del film, per amore di tutto e tutti. Poi superato il mio imbarazzo, che era più egocentrico che altro, ho preso tutto il buono che lei aveva da dare a tutti. Lei con me è stata gentilissima, ci siamo confrontate subito.
Quando hai il vero personaggio che stai recitando dietro al monitor, arrivi a un livello di rispetto molto più alto. Il modo di approcciarsi a qualsiasi scena cambia totalmente, matura.
Questa esperienza mi è servita anche per il futuro. Da oggi in poi penserò sempre che il mio personaggio, per qualsiasi progetto, è lì che mi osserva da dietro al monitor.
E sebbene Elena non ha potuto avere la stessa fortuna di Valentina, a causa della scomparsa di Puny avvenuta nel 2004, non è da meno nell’afferma che l’esperienza di Fabrizio De André. Principe Libero è stata tra le più importanti, contraddistinta immediatamente dall’amore comune verso un’artista che ha unito, fin da subito, tutti quanti.
Un progetto ammantato d’amore fin dal principio che ha reso noi un gruppo incredibile. Ci siamo mossi come un flusso. Nessuno è mai stato davvero solo su quel set.
È stato molto impegnativo, gratificante e anche doloroso, a seconda dei momenti. Un’esperienza felice nella memoria e che mi ha permesso di comprendere molte più cose.
L’ho considerata come un’opportunità di conoscere un artista in maniera diversa, arricchendo la mia idea come mai era successo prima, ma anche di avvicinarmi ad una donna che ho sentito subito mia e che rispecchia le fragilità ma anche la forza di molte donne.
Fabrizio De André. Principe Libero sarà al cinema il 23 e 24 Gennaio e su Rai 1, in prima serata diviso in due parti, il 13 e 14 Febbraio