In attesa di poter vedere Il ragazzo invisibile – Seconda generazione, alla Festa del Cinema di Roma sono stati presentati in anteprima 9 minuti di film. Inoltre abbiamo incontrato i giovani protagonisti Ludovico Girardello e Galatea Bellugi e l’esperto di effetti visivi Victor Perez.
Nel 2014 usciva nelle sale italiane Il ragazzo invisibile. Diretto da Gabriele Salvatores, il film può essere considerato il primo cinecomic made in Italy. Per quanto la componente supereroistica sia più un espediente narrativo per raccontare la vita di un adolescente. Un film che parla ai giovani e per i giovani. È innegabile in ogni caso che il film sia diventato un vero e proprio caso cinematografico e riuscendo a convincere pubblico e critica.
La storia vede protagonista Michele (Ludovico Girardello), un ragazzo di 13 anni di Trieste. Timido, introverso, non eccelle a scuola ed impopolare a scuola. Inoltre è spesso vittima della cattiveria dei suoi compagni. Ma a lui non importa nulla di questo, l’unica cosa di cui gli importa è la sua compagna di classe Stella. La quale però sembra non accorgersi di lui.
La vita di Michele scorre monotona, almeno fino al giorno di Holloween. Dopo l’ennesima presa in giro da parte dei compagni di classe a causa di un costume scadente, il ragazzo infatti scopre di essere diventato invisibile. Inizierà così per lui la più grande avventura della sua vita.
Visto il successo del film la Indigo e Gabriele Salvatores hanno deciso di riportare l’eroe sul grande schermo. Il prossimo 4 gennaio arriverà così Il ragazzo invisibile – Seconda generazione. Nell’attesa di poter vedere la nuova avventura di Michele, ormai sedicenne, alla Festa del Cinema di Roma sono stati presentati in anteprima nove minuti della pellicola.
Difficile descrivere le scene che sono state mostrate senza fare spoiler. Così come è difficile dare un giudizio di un film avendo visto solo pochi minuti. Da un punto di vista narrativo la storia riprende da dove era finito il primo film. Michele è ormai cresciuto, ma è ancora innamorato di Stella, la quale continua a non notarlo. Inoltre il ragazzo non riesce ad accettare che il merito di quanto successo nel capitolo precedente sia andato a chi non ha mosso un dito. Una cosa che lo logora e che lo porta quasi a rivelare i suoi poteri. A fermarlo ci penserà una ragazza speciale come lui. Misteriosa new entry.
Ancora una volta la recitazione è il punto debole, sembra di vedere una soap opera sudamericana.
L’unica certezza è che, come il precedente film, anche Il ragazzo invisibile – Seconda generazione ha nella recitazione il suo punto debole. Ancora una volta la prova attoriale non è il massimo, sembra di vedere una soap opera sud americana.
A fine proiezione, vi è stato un breve incontro con i due protagonisti Ludovico Girardello e Galate Bellugi e l’esperto di effetti visivi Victor Perez. Nella breve intervista in cui i tre artisti hanno risposto alle domande della Presidentessa della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis.
Siamo venuti a sapere quindi come è stata questa nuova esperienza sul set per il protagonista e che rapporto ha con il suo personaggio Michele:
È stata un’esperienza molto diversa rispetto a quella precedente, è stata qualcosa di più grande. Michele ed io siamo cresciuti insieme, e con noi la storia. Per me il primo film è una sorta di introduzione, questo è la storia vera e propria. Ha un’atmosfera più tetra e contemporanea. Quindi è più bello.
Michele nel primo film è un bambino, non sa cosa gli succederà. Piano Piano capisce il suo posto nel mondo. Non posso dire troppo per non rivelare nulla.
Galtea Bellugi, interprete di Natasha ci ha rivelato come ha ottenuto la parte e che tipo di ragazza sia il suo personaggio:
Gabriele Salvatores mi ha chiesto di far parte del progetto dopo aver visto il film precedente in cui ho lavorato. È stato bello entrare in una storia che si sta sviluppando.
È difficile da definire. È una ragazza lunatica.
Infine l’esperto di effetti visivi Victor Perez ci ha raccontato che tipo di lavoro ha svolto per il film di Salvatores:
Ho cercato di portare lo spettacolo degli effetti visivi che si usano nelle grandi produzioni, in un film a basso budget. Un terzo del film ha scene in cui sono stati usati gli effetti visivi, abbiamo fatto cose mai fatte prima. Il mio è un lavoro che va pianificato sin dalla pre-produzione. È un lavoro continuo, serve a dare una grande mano ai registi.
Proprio Victor Perez è stato il protagonista assoluto della masterclass con i la giuria dei ragazzi di Alice nella città. L’artista ha tenuto una lezione in cosa consiste il suo lavoro, ovvero come si fanno gli effetti visivi in un film. Rivelando prima di tutto che il motivo per cui ha deciso di lavorare a Il ragazzo invisibile era perché prendendo parte a Il ragazzo invisibile – Seconda generazione ha avuto la possibilità di lavorare con Gabriele Salvatores. In secondo luogo ha specificato che gli effetti sono un elemento narrativo e di come sia stata una sfida fare un film di supereroi con il budget di un film indipendente.
L’incontro è stato interessante e divertente.
Una masterclass interessante e divertente, dove Perez non si è risparmiato con le battute e le citazioni da Boris, rivelando come quando qualcuno dice lo sistemiamo in post, muore una fata. Ha scherzato sul fatto che lavora su pochi secondi di film, ma che sono i migliori mai visti, e di come ciò che conta è la storia. Perché per fare gli effetti visivi basta veramente poco. Ha rivelato di come Salvatores inizialmente fosse titubante, per poi essere inarrestabile, chiedendo sempre di aggiungere. E di come lo abbia tenuto a freno.
Coinvolgendo gli attori ed una ragazza della giuria di Alice, ha ricreato la scena in cui il personaggio di Natasha lancia fuoco dalle mani. Il tutto usando solamente una torica, un asciuga capelli (con diffusore) e filtri per la luce. Specificando come anche sul set del film avveniva la stessa cosa. Mostrando successivamente come dove il lavoro fatto sul set, utile per ricreare il movimento dei capelli e la luce che il fuoco produce, ha mostrato il lavoro che ha compiuto per aggiungere le fiamme.
Perez ha confessato come per lui sia strano che qualcuno gli dica che ha fatto degli effetti belli. Il motivo è semplice, perché così non c’è più magia:
Harry Potter ci piace perché ci piace la sua storia. La magia è credere in quello che vediamo sullo schermo. In molti credono che gli effetti sia qualcosa di nuovo, ma già li usava George Melies cento anni fa. Si possono manipolare l’immagine e la percezione. Io so che a Salvatores non interessano gli effetti in quanto tali, gli interessano in quanto utili alla storia. L’unico vincolo è la conoscenza, perché basta avere le idee.
Nel cinema ciò che contano sono la storia e l’immaginazione.
Un incontro interessante in cui l’artista ha cercato nel migliore dei modi di far capire in cosa consiste nel suo lavoro. Di come nel cinema l’importante siano le storie e l’immaginazione. Di come basti veramente poco per poter dare vita agli effetti speciali e di come lui sia sostanzialmente un trickster, degli imbroglioni che danno vita alla magia del cinema.