Il prossimo 5 ottobre arriva nei cinema di tutto il mondo Blade Runner 2049, l’atteso sequel del cult del 1982. In attesa di poter vedere il film abbiamo incontrato il regista Denis Villeneuve e Sylvia Hoeks, una delle protagoniste.

Il 5 ottobre arriva finalmente nei cinema Blade Runner 2049.

L’attesa è quasi finita. Il 5 ottobre è ormai alle porte e finalmente potremmo vedere il tanto atteso Blade Runner 2049. Il sequel dell’iconico film del 1982 di Ridley Scott – qui nelle vesti di produttore – vede protagonista l’agente K (Ryan Gosling), il quale scopre un importante segreto che potrebbe gettare nel caos la società. Per risolvere il caso K si mette alla ricerca dell’ex blade runner Rick Deckard (Harrison Ford), scomparso 30 anni prima.

Abbiamo visto in anteprima venti minuti del film ma non possiamo parlarne causa embargo.

L’attesa e la curiosità per Blade Runner 2049 sono veramente alte. A Roma abbiamo visto venti minuti di scene del film, ma purtroppo non ne possiamo parlare. Il motivo è molto semplice: in un altro Paese la produzione ha avuto problemi di spoiler. La conseguenza è il silenzio assoluto. Per tutti.

Abbiamo incontrato il regista Denis Vileneuve e l’attrice Sylvia Hoeks.

Fortunatamente a seguito del footage la stampa ha incontrato Denis Villeneuve, regista di Blade Runner 2049, e l’attrice Sylvia Hoeks, interprete di Luv. Proprio il regista e l’attrice, che il pubblico ha conosciuto grazie a La migliore offerta di Giuseppe Tornatore, hanno risposto alle domande della stampa mettendo in evidenza i temi del film e il loro rapporto con Blade Runner.

 

CANNES, FRANCE – MAY 19: Director Denis Villeneuve attends a photocall for “Sicario” during the 68th annual Cannes Film Festival on May 19, 2015 in Cannes, France. (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)

 

Cosa sono per Denis Villeneuve Blade Runner e i replicanti?

Denis Villeneuve: Parto dalla definizione di replicante. Sono esseri artificiali creati per essere schiavi. Il loro scopo è quello di sfruttare i pianeti dell’universo e renderli abitabili. Blade Runner è un romanzo alla Frankenstein.

Ci sono degli esseri viventi simili agli umani che hanno il compito di rendere la vita gli uomini più piacevole ma a volte capita che alcuni di questi si comportino in maniera anomala. Proprio per questo c’è bisogno di squadre speciali della polizia per ritrovarli.

 

Che mondo sarà quello che vedremo in Blade Runner 2049? Sarà più digitalizzato?

Denis Villeneuve: Sarà un mondo un po’ diverso da quello visto nel primo film. Le cose non sono andate per il verso giusto, l’uomo vive in maniera disastrosa. Per noi sceneggiatori internet è il male.

Non è bello vedere un poliziotto che svolge le sue indagini seduto alla scrivania. Per questo abbiamo trovato uno modo per far si che il protagonista sia costretto a sporcarsi le mani.

 

Cosa può dirci del personaggio dell’agente K? Perché ha scelto proprio Ryan Gosling?

Denis Villeneuve: Ho subito pensato a lui. L’agente K è il personaggio perfetto per Ryan Gosling. Quando gli ho proposto il ruolo ha letto la sceneggiatura ed ha accettato subito. Si è ispirato al personaggio di Deckard per il suo ruolo. Blade Runner è un thriller esistenziale, ma non dico di più per non rivelare nulla.

 

Cosa rende Ryan Gosling perfetto per il ruolo?

Denis Villeneuve: Ryan è un attore carismatico. È uno di quelli che incarna il personaggio che interpreta. Riesce ad esprimere sfumature emotive in maniera particolare. Lui ha un grande talento, ha tutto il film sulle sue spalle, avevo bisogno di un attore forte. Ho personalmente scelto anche le comparse, Blade Runner è come i film d’epoca, ci vuole il volto giusto e non tutti sono adatti.

 

 

 

 

Sylvia cosa puoi dirci del tuo ruolo?

Sylvia Hoeks: Sono molto felice di far parte di Blade Runner 2049. Posso dire poco, non voglio rivelare troppo. Il mio personaggio lavora per Wallace, che è interpretato da Jared Leto, sono il suo braccio destro. I due personaggi hanno una relazione intensa. Lui è alla ricerca della sua identità.

 

In Blade Runner 2049 si ha una forte componente femminile. Tale aspetto è un plus?

Sylvia Hoeks: Certamente! È un aspetto che può attirare il pubblico. I personaggi aggiungono sfumature diverse. È stato un privilegio lavorare con Robin Wright, lei è molto gentile, è fantastica.

 

Dal punto di vista estetico/visivo si nota che il colore predominante è l’ocra, Denis cosa può dirci di tale aspetto?

Denis Villeneuve: Il primo Blade Runner a livello estetico ha lasciato il segno. Ha atmosfere cupe e fumose. Abbiamo cercato di creare un’analogia riproducendo lo stesso tipo di ambiente ma portando anche delle novità. Il mondo del sequel è un mondo peggiore, c’è un clima più freddo.

Abbiamo pensato a quale fosse il punto di partenza visivo per dare vita ad un mondo cupo ma dove non mancano momenti più luminosi. I colori invernali sono il centro delle sfumature di colore. Fortunatamente ho avuto il controllo assoluto e questo mi ha permesso di lavorare in modo nuovo con i colori. Una sfida affascinante.

 

C’è un massiccio uso della CGI, si è posto un limite nel suo utilizzo?

Denis Villeneuve: Quando si fa un film futurista la CGI è importante. Ma lo è altrettanto la possibilità di costruire i set. Ho rassicurato gli attori che avremmo costruito le location. Fortunatamente il budget ce lo ha consentito. Volevo fare un film come si faceva una volta. Se l’attore lavora in un set reale può concentrarsi solo suo lavoro. Una cosa positiva perché possono dare il massimo, senza preoccuparsi di altro.

 

 

 

Blade Runner 2049 Harrison Ford

 

 

 

Sylvia cosa può dirci del rapporto del suo personaggio e quello di Wallace? E del suo rapporto con Jared Leto?

Sylvia Hoeks: Non posso parlare, farei spoiler! Forse dovremmo rivederci una volta uscito il film. Jared Leto è un attore che applica il metodo. Non aveva mai lavorato prima con un attore che lo fa, è stato affascinante. Ci siamo conosciuti sul set e ci siamo presentati come Luv e Wallace, siamo subito entrati nei personaggi.

 

Uno dei temi del film è il tempo che passa. Qual è il vostro rapporto con il tempo?

Denis Villeneuve: Mi piace invecchiare. Più invecchio e più sono in pace con me stesso. Gli ultimi anni sono volati, ho fatto tanti film in poco tempo. Rifletto sul mio cammino fatto come regista e su cosa farò in futuro.

Sylvia Hoeks: Anche a me piace invecchiare, concordo con Denis. Con il passare del tempo ho accettato le imperfezioni. Ogni sette anni ti rigeneri perché ripensi a come eri prima e riesce a colmare delle lacune. Sono felice di tutte le esperienze fatte, positive e non.

 

Qual è stata la sua più grande paura quando ha accettato di girare Blade Runner 2049?

Denis Villeneuve: Non ho accettato a cuor leggero. Ci ho pensato molto prima di dire si. Ho accettato sapendo di aver il controllo di tutto. Sono consapevole che è difficile fare successo con il sequel di un capolavoro. Ho accettato per amore del cinema. Ma credo che questo sia il mio film migliore.

 

In Blade Runner 2049 sono totalmente i social network, che nella nostra società impazzano. È un ritorno ancestrale al passato?

Denis Villeneuve: Ci troviamo in un periodo di transizione con la tecnologia. Siamo come scimmie che si specchiano. Abbiamo perso il contatto con la natura. La tecnologia distrae, non è un bene per la mente. spero si ritorni ad un rapporto più naturale.

 

Blade Runner 2049 Sylvia Hoeks

 

Luke Scott è il regista dei corti che collegano i due film. Come è stato collaborare con lui?

Denis Villeneuve: Lo studio mi aveva chiesto di girare anche i corti, ma per il troppo lavoro mi era impossibile. Sono felice che Luke abbia accettato. Non ho partecipato al processo ma il progetto è molto valido. È un piccolo tentativo di descrivere come è cambiato il mondo in questi anni.

 

Cosa caratterizza Blade Runner?

Denis Villeneuve: Il tono malinconico. E molto fumo! [ride]. È un film in cui vengono espressi sentimenti profondi. Inoltre per mantenere un tono simile al film del 1982 ho preteso che per la colonna sonora venissero usati gli stessi strumenti usati da Vangelis. Volevo ottenere le stesse sonorità.

 

Che rapporto avete con il Blade Runner di Ridley Scott?

Sylvia Hoeks: Per me fu un grande impatto. Lo vidi con i miei genitori e mia sorella. Rutger Hauer per noi olandesi è un eroe nazionale, il suo è un personaggio straordinario. Mi piace anche Pris, interpretata da Daryl Hannah, un personaggio inquietante, mi ha trasmesso un senso di angoscia. Durante il provino tutte le sensazioni provate durante la prima visione sono riemerse.

Denis Villeneuve: È stato un film fondamentale per me. È dopo aver visto Blade Runner che ho deciso di voler fare il regista. Ha un impatto visivo potente.

 

Che rapporta ha con la fantascienza?

Denis Villeneuve: Sono sempre stato attratto dalle storie ambientate nel futuro. È un genere che permette di esplorare i limiti delle percezioni umane. Ho letto molti romanzi e graphic novel. Sono molto grato a Scott e Christopher Nolan che con i loro film hanno portato la fantascienza ad un livello superiore.