Il 13 Febbraio arriva su FX la nuovissima serie ispirata dal sottobosco dell’universo X-Men della Marvel: Legion, con protagonista Dan Stevens nei panni del giovane David Haller.
Immaginatevi di vivere ogni giorno della vostra esistenza in un mondo in cui non sapete cosa sia reale e cosa no. Un mondo in cui tutti vi credono pazzo e dove cominciate ad iniziare a crederci anche voi. Un mondo dove il tempo e lo spazio sono continuamente distorti e tutto ciò che vi circonda potrebbe essere tanto reale quanto puro frutto della vostra fantasia. Bene, questa è la sensazione che ci viene trasmessa da Legion, nuova serie TV di FX basata sul complesso personaggio nato dalla penna di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz.
Per chi non mastica totalmente il mondo dei fumetti Marvel, David Haller, ovvero Legion, è il figlio di Charles Xavier e di Gabrielle Haller, conosciuti durante un periodo di lavoro per il leader degli X-Men all’interno di una struttura psichiatrica in Israele.
I molteplici poteri di David Haller, tra cui telepatia, telecinesi, pirocinesi e armi psichiche, si manifestano per la prima volta durante un attacco terroristico in cui rimane coinvolto. David, dopo aver assorbito e distrutto la mente dei terroristi, rimane in uno stato catatonico per molto tempo. Col passare del tempo scoprirà di soffrire di sindrome da personalità multipla, ognuna delle quali gestisce un diverso potere.
Ed è proprio a partire dai disturbi mentali che Legion apre il suo pilot, con una carrellata veloce e distorta dell’esistenza di David (Dan Stevens), dalla crescita al ricovero, in bilico tra realtà e proiezioni mentali.
David da sempre entra ed esce dagli ospedali. La sua mente è un limbo fatto di voci e immagini spaventose e distorte. Ormai è talmente abituato a sentirsi definire mostro, folle, pazzo, da crederci anche lui, non potendo più spiegare in modo razionale i numerosi eventi assurdi di cui è testimone.
A far dubitare David della propria follia, per la prima volta nella sua vita, è l’arrivo nel centro psichiatrico di Sydney Barrett (Rachel Keller), una ragazza terrorizzata dal contatto umano.
Ma si sa: gli opposti si attraggono. E in un mondo dove lo spettatore stesso si chiede, più di una volta, dove inizi la realtà e finisca la finzione, i due riescono a trovare una propria armonia.
Ma se quello che dice Syd fosse reale? E se invece Syd non fosse reale?
Al di là del suo fumetto, Legion è un prodotto televisivo molto promettente che sa stupire molto bene il suo spettatore con un pilot studiato, disturbante, sviluppato su più fasce temporali.
Un inizio psichedelico per una conclusione che lascia incollati allo schermo, desiderosi di saperne ancora di più. Possiamo già immaginare che la linea intrapresa dalla serie si distacchi dal fumetto, questo non rende però il prodotto meno appetibile; anzi, trattandosi di un personaggio di una non facile comprensione e che avrà di certo bisogno di un arco narrativo piuttosto ampio, Legion si espande a un target molto più vasto dei soli appassionati di supereroi.
Legion potrebbe tranquillamente essere il frutto di una mente visionaria, a partire dallo stesso Nolan. Un labirinto ingarbugliato mentale che parte dal suo protagonista rimettendosi allo spettatore. Un po’ come abbiamo visto nel caso Neflix The OA o in quello HBO con Westworld, anche Legion chiede al suo spettatore di non restare passivo alla visione ma bensì di parteciparvi.
In questo caso si gioca su un piano molto diverso, ben lontano dal Daredevil e Jessica Jones di Netflix o Agents of S.H.I.E.L.D. dell’ABC. Certo, non basterà un solo episodio a comprendere il mistero dietro Legion. Eppure, per ora, questo pilot basta e avanza per poter scommettere su questa produzione Marvel Television.
Noah Hawley si è lasciato ispirare non poco dalla complessità del personaggio e vi ha ricamato intorno un mondo che lascia rapiti. Un universo caotico nel quale ci si immerge cercando di trovare la soluzione a un’enigma che si infittisce sempre di più man mano che la narrazione va avanti.
Così come David è totalmente sperduto nella sua mente, incapace di comprendere i suoi poteri, principalmente perché non consapevole di essere uno dei mutanti più potenti mai esistiti, allo stesso modo lo spettatore procede a tentoni con il protagonista. Come bambini alla scoperta di un mondo nuovo. In ogni scena c’è una rivelazione nuova, assorbita tra lo stupore e la curiosità.
David, in fondo, è un bambino cresciuto troppo in fretta. Non ha avuto la fortuna di avere un mentore, una guida che gli abbia spiegato come vivere all’interno di una società ancora ostile al gene X. Una società che addita come pazzo, folle e diverso, ciò che non può spiegare, ciò che non vuole comprendere. David deve apprendere da solo, a sue spese, quello che il mondo gli ha riservato.
Se fino ad ora, nel bene e nel male, abbiamo avuto modo di vedere il lato più eroico dell’essere un X-Men, quello più avventuroso e carico di pathos e responsabilità, adesso possiamo osservare il lato più marcio della medaglia.
La solitudine, l’inferno affrontato da un’unica persona. E la bravura di Hawley risiede proprio nel non scendere a compromessi, ma mostrare i fatti nudi e crudi. Affondare le mani nella psicologia del personaggio, cercando di trasmettere le stesse sensazioni allo spettatore.
Ed è per questo che in Legion notevole è l’uso di passaggi dall’oggettiva alla soggettiva, distorsioni, fisheye e rallenty. Voci che continuano in un loop. Sequenze confuse in cui si cede quasi sotto al peso della sovrabbondanza di elementi.
Si sviluppa una sorta di insofferenza nei confronti della visione, ma è proprio questo il sentimento che Legion vorrebbe trasmettere, per far comprendere pienamente al suo pubblico il tipo di suggestioni vissute, giorno dopo giorno, da David.
Lo stesso utilizzo della musica è modellato sull’immagine e sul tipo di narrazione sincopata, creando un’atmosfera onirica e visionaria, dai contorni non particolarmente definiti e che dia la continua sensazione di confusione, appunto non portando a comprendere lo spettatore cosa ci sia di vero e cosa no.
A sorprendere c’è anche l’interpretazione di Dan Stevens (il futuro Bestia nel live action Disney La Bella e la Bestia con Emma Watson), il protagonista della serie, che scivola perfettamente in questi continui sconvolgimenti temporali in bilico tra passato e presente.
L’attore trasmette bene questo senso di confusione, una continua sensazione di bilico tra il delirio della sua mente e la realtà. L’allucinazione nello sguardo di Stevens che ben interpreta lo stato psico-fisico di David.
Legion sembrerebbe davvero promettere bene sotto molti punti di vista. Il rischio, con un pilot così intenso, è un precoce abbassamento della suspense o, peggio ancora, una continua sovrabbondanza di elementi scenici che più che immergere nella narrazione tendono, alla lunga, ad allontanare dalla storia lo spettatore.
Vedremo come Noah Hawley ha giocato le sue carte e fin dove Legion saprà spingersi.
Legion sarà disponibile in prima visione assoluta dal 13 Febbraio alle 21.50 su FOX.