3 Generations, coming of age di formazione e accettazione della regista Gaby Dellal, con Susan Sarandon, Naomi Watts e Elle Fanning, inaugura il concorso di Alice nella Città, aprendo ufficialmente la sezione autonoma dedicata ai giovani della XI Festa del Cinema di Roma.
Nel primo giorno della XI Festa del Cinema di Roma ad aprire le danze per la sezione autonoma Alice nella Città è 3 Generations di Gaby Dellal, pellicola di formazione che si sviluppa attorno alla figura di Ray, interpretato dalla giovanissima e sempre più promettente Elle Fanning.
Con ben un anno di ritardo dalla sua presentazione in anteprima al Toronto Film Festival del settembre 2015, con il titolo originale About Ray, per poi essere distribuito nelle sale statunitensi nello stesso mese e stesso anno, 3 Generations arriva da noi portando a ragionare su un tema tanto complesso come la transizione sessuale, ma anche sui rapporti umani, soprattutto quelli dei legami più stretti.
Una storia di donne, ma anche di uomini, che si sviluppa attorno a un piccolo nucleo familiare imprevedibile e sorprendente.
Tra gioie e dolori, drammi interiori e l’irrefrenabile voglia di sentirsi liberi e autentici, 3 Generations arriva in questa prima giornata della Festa del Cinema di Roma con lo scopo di far riflettere la fascia dei teen e quella degli adulti su tematiche differenti.
Ramona (Elle Fanning) ha sempre vissuto una condizione familiare al quanto particolare, circondata da sole donne, forti e deboli. Da un lato la nonna Dolly (Susan Sarandon) con la compagna Frances (Linda Emond), dall’altra sua madre Maggie (Naomi Watts), single incapace di costruire una relazione stabile e dare un padre a Ramona.
In tutto questo ventaglio di colori e sfumature di persone, Ramona vuole solo ricominciare da capo, senza essere considerata speciale, ma semplicemente autentica. Ricominciare partendo zero, dalla normalità, nel corpo che realmente le appartiene, quello di Ray.
Tre generazioni a confronto. Affrontare il cambio di se stessi, accettare il cambiamento degli altri. 3 Generations è un inno alla normalità, in tutte le sue sfaccettature.
Storia al femminile ma universale. Tre donne diverse. Tre generazioni diverse. Il paradosso di una nonna lesbica che non comprende il cambiamento della nipote e il suo bisogno di “sconvolgere”, radicalmente, la sua vita. Una madre in bilico sul da farsi, combattuta tra l’assecondare una figlia che ormai è già un figlio, e la paura che tutto questo un giorno sembrerà solo come un enorme sbaglio.
E poi c’è Ray con il suo mondo. I suoi video amatoriali in cui si racconta, si mette a nudo. Mostra quel corpo che tanto odia, quelle forme imperfette e femminili che non gli appartengono. I vestiti più grandi per sembrare più mascolino, gli esercizi ginnici quotidiani, la passione per lo skate e la sua prima cotta per una ragazza.
Ma anche il dover combattere con gli sguardi confusi della gente, i pregiudizi dei compagni di scuola, l’ostinazione di chi ancora non comprende che Ramona non è mai esistita ma c’è solo Ray. Ray nel suo corpo sbagliato ma che si può aggiustare.
Gaby Dellal non fa semplicemente un film sulla transessualità. 3 Generations è un film che coinvolge più gli adulti dei ragazzi. Una sorta di terapia che aiuta ad affrontare una situazione complessa da comprendere ma semplice nella sua essenza.
Le persone possono cambiare esteticamente, ma dentro sono sempre le stesse.
La chiave di volta di questo film è una semplice e “banale” firma. Quella firma che rappresenta per Ray la via d’uscita e la porta per la sua tanto agognata normalità, ma che per Maggie è il dover affrontare il suo passato. Fare i conti con un padre che non c’è mai stato, con un sbaglio inconfessabile a tal punto da ripensare se voler davvero assecondare il desiderio di Ray per iniziare la cura ormonale oppure no. Maggie è costretta ad affrontare i suoi demoni, ma la sua paura viene riflessa inevitabilmente sulla figlia.
3 Generations è una storia di incredibile fragilità e sensibilità. Gaby Dellal stupisce con sequenze estremamente eleganti. Una costruzione delle immagini che parte dalla cura maniacale per i dettagli fino alla posizione perfetta dei personaggi, perennemente sospesi in questa bolla di realismo leggero e penetrante.
Dialoghi concreti e sinceri. La parola chiave è semplice ma non banale. La narrazione si fa più intensa arrivando in chiusura della parte centrale. Uno sfogo di pura violenza e rabbia improvvisa, lasciando annichilito lo spettatore, totalmente rapito dalla bellezza dei personaggi costruiti dalla Dellal.
La potenza di 3 Generations è che, in fondo, potrebbe essere la storia di chiunque. Il voler essere sereni, rappresentare la migliore idea che abbiamo di noi stessi, senza tradire la propria autenticità.
Non voglio essere speciale, mi basta essere normale.
Straordinaria è l’interpretazione di Elle Fanning. Un volto acqua e sapone che sa ben scivolare nell’androgino, riuscendo a essere reale, e quindi credibile. Viscerale e intesa, ma senza marcare troppo la mano. Il suo è un personaggio silenzioso, dalla felicità infantile. Quasi ingenuo ma con l’estremo bisogno di specchiarsi allo specchio e finalmente riconoscersi in quel riflesso.
Una prova non semplice e che si mette perfettamente in gioco in un ruolo in cui il personaggio da interpretare è duplice. La Fanning dimostra di essere un’attrice giovane e ancora malleabile e con tanta strada da fare, capace di cogliere e vincere le sfide lavorative.
Impeccabile, come sempre, Susan Sarandon che funge da elemento sdrammatizzante, rendendo leggere le atmosfere più pesanti.
Il conflitto tra il suo personaggio e quello della figlia, interpretato da Naomi Watts, trasuda realismo, divertendo e sicuramente facendo entrare in empatia gli spettatori. Un botta e risposta veloce, cinico, a volte un po’ doloroso e altre volte ironico.
Una madre e una figlia. Una nonna e una nipote. Un’altra madre e un’altra figlia. Generazioni che passano, che a volte hanno difficoltà a comprendersi, ma che altre volte basta un solo sguardo e tutto si dispiega velocemente.
3 Generations è una pellicola reale, di una purezza disarmante che, con la sua semplicità, riesce ad affrontare un tema di questa portata senza farlo pesare sul pubblico, ma arrivando dritto al cuore pulsante della storia.
Una piccola grande scoperta in questa prima giornata di Festa, che fa partire con il sorriso e la voglia di amarsi, e amare, un po’ di più.
3 Generations sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 24 Novembre.