Possono essere bellissime oppure abili incantatrici travestite da agnelli. Le temono fin dalla notte dei tempi. Spesso chiamate in modi differenti, ma il mondo le conosce bene per il loro appellativo universale. Tremate, perché le streghe sono tornate!
L’arrivo di Blair Witch diretto da Adam Wingard, sequel del celebre horror found footage di David Myrick e Eduardo Sanchez, The Blair Witch Project, è solo la punta di un longevo periodo in cui le streghe affollano, sempre di più, il piccolo e grande schermo.
Solo un mesetto fa arrivava in Italia, con oltre un anno di ritardo dalla distribuzione americana, l’horror thriller di Robert Eggers, The Witch, incantando per le suggestive ed esoteriche sequenze, mentre un anno fa Alex de la Inglesia, sempre con un ritardo sostanziale rispetto alla distribuzione estera, ci portava la sua straordinaria commedia sul mondo femminile Las Brujas De Zuggarramurdi (Le streghe sono tornate).
Tra cinema e televisione, sicuramente le protagoniste delle vecchie leggende, di notti di Halloween e di storie per far dormire i bambini, hanno avuto una vita eterna.
La fine degli anni novanta è stata dominata dalle sorelle Halliwell con Streghe (Charmed), o come fare a dimenticare la rossa strega Willow (Alyson Hannigan) della serie Buffy – L’ammazza Vampiri?
Anche Ryan Murphy, con la terza stagione di American Horror Story, omaggia il mondo delle streghe con il suo Coven, dove anziane e giovani novizie convivono sotto lo stesso tetto. Potere, vendetta, bellezza eterna, tematiche fondamentali di questa serie e che hanno non poco a che vedere con il mondo delle streghe.
Non da meno è la serie di WGN America, Salem, scoperta degli ultimi tre anni e che ruota attorno a un gruppo di streghe a Salem durante il XVII secolo, in piena guerra con i puritani.
Diverse sono le rappresentazioni della strega, alcune appartenenti ai miti più oscuri, altri invece facenti parte di un immaginario religioso appartenente al mondo pagano e tutt’oggi ancora “praticato”.
Storia, mito e leggende
La parola strega proviene dal latino strix, con la quale si era soliti indicare un rapace notturno, con un verso molto acuto, che succhiava il sangue alle capre. Nell’antichità, infatti, la strega veniva definita Lamia, una figura mitologica in parte donna e in parte animale, rapitrice di bambini o entità seduttrici di uomini per poi cibarsi del loro sangue o carne.
Lamia, secondo la reale leggenda, era la bellissima regina della Libia, figlia di Belo. La bellezza della donna incantò il padre di tutto gli dei, Zeus, scatenando l’ira di Era, la quale si vendicò uccidendo tutti i figli che i due amanti ebbero insieme.
Pazza di dolore, Lamia rapì e succhiò il sangue dei bambini di altre madri, distruggendo la sua originale e pura bellezza. In poco tempo, Lamia divenne un essere mostruoso, capace di mutare forma per poter adescare qualsiasi tipo di preda, in particolar modo gli uomini, e ucciderli nutrendosi del loro sangue.
Greci e romani erano convinti che queste potessero nuocere ai raccolti attraverso malefici, uccidere, evocare gli elementi, inoltre entrare in contatto con i morti.
Il termine lamia, infatti, è ambiguo perché da origine a quello che sarà il mito della strega, decantato nelle stesse opere di Ovidio e Orazio ma, in realtà, per sembianze e modus operandi di uccidere rappresenta un’altra creatura delle tenebre, il vampiro.
Per entrambi i due termini, strega e vampiro, il tempo darà loro diverse rappresentazioni, in base al periodo storico e continente, ma non sarà di certo raro vedere come queste due figure, a loro modo, si incontreranno.
Le streghe però, a differenza del vampiro, secondo la più comune definizione, non sono esseri umani morti e poi risorti sotto le sembianze di non morti, condannate in un limbo di eterna dannazione, ma sono esseri umani divenute servitrice del Demonio, o nate con dei poteri occulti, dedite alla stregoneria. I riti, le maledizioni e pratiche occulte appartenenti alla stregoneria, venivano messi al servizio del Diavolo e usate, prevalentemente, contro la società umana.
Sulla stregoneria è stata prodotta molta letteratura la quale ha spesso confuso le idee dei più, mescolando leggende e fantasia con avvenimenti storici e reali.
C’è chi considera la stregoneria come erede di una religione antichissima che risale al Culto della Grande Madre, di cui erano dedite alcune popolazioni durante il periodo Neolitico; altri, invece, la identificano con un antico culto pagano vicino a Cernunnos, dio cornuto della fertilità. Quest’ultima credenza, a causa delle sembianze del dio, ha favorito l’avvicinamento alla demonizzazione del mito.
C’è ancora chi ha pensato alla stregoneria come ad un qualcosa di molto più complesso, sviluppato nel tempo, e frutto dell’unione di più pratiche e sette messe insieme.
Figlie, sorelle e spose del mondo delle tenebre, la parola strega è stata associata per moltissimo tempo, come tutt’ora viene ancora fatto, esclusivamente all’occulto, al maligno, alla notte e alla morte.
L’iconografia tradizionale le raffigura sia in sembianze giovani che in quelle più anziane, vestite di nero, a cavallo delle loro scope, o riunite attorno al fuoco in un sabba nelle ore più buie della notte, e sempre accompagnate dal loro fedele famiglio.
Il periodo più buio, e all’interno del quale meglio si connota il termine strega come lo conosciamo noi adesso, è il Medioevo. Nel tardo Rinascimento, il cristiani e protestanti hanno individuato la strega come una figura eretica. Elemento da distruggere, con ogni mezzo possibile, fin dalle sue radici.
La Caccia alle Streghe fu uno dei momenti più sanguinosi della nostra storia. Una follia insensata dettata dal fanatismo religioso che costò la vita a centinaia di persone innocenti, per lo più donne appartenenti a ranghi molto bassi, come prostitute o mendicanti, ma non mancarono casi anche nella società più borghese. In un periodo storico in cui la medicina veniva ancora rappresentata da decotti, infusi e intrugli a base di erbe, non si salvarono nemmeno molti medici e guaritrici.
Arse sul fuoco, senza possibilità di un vero processo, molte donne, a volte assieme ai loro figli, persero la vita per oltre tre secoli, vittime di visioni e fantasticherie usate per ripulire le strade dalla povertà e liberarsi di elementi scomodi e libertini.
Non è un caso se spesso, sia nel cinema che nella televisione, le streghe vengano rappresentate come giovani ribelli, frustrate e assetate di vendetta nei confronti della società oppure donne libere dal classico stereotipo della casalinga figli e marito, additata dal vicinato.
Dall’ottocento in poi ci fu una rivalutazione della figura delle strega, grazie soprattutto allo studio di molti ritrovamenti della cultura pagana. Alla classica definizione più demoniaca della strega, si affiancò quella più benefica. Le streghe bianche, originarie dei miti nordici, precursori delle attuali religioni neopagane e della natura, come la wicca.
Una delle tesi con maggiore importanza e riconosciuta come quella più attendibile, si attribuisce all’antropologa Margaret Murray, che definì la stregoneria una forma di sopravvivenza per culti di guarigione, pratiche di fertilità, comunicazioni spirituali, di origini remote. Rappresenta, in poche parole, la “nostra” strega come lo sciamano delle culture primitive.
Le streghe nel cinema
Sono molti i film che ricamano sulla figura della strega, traendo spunto dalle varie interpretazioni, sia storiche che fantasiose, passando ovviamente per i miti e le leggende.
Nelle primissime rappresentazioni si amava soprattutto legare le trame direttamente alla caccia alle streghe, ricercando ambientazioni suggestive che potessero far rivivere l’angosciosa persecuzione, ne è un esempio Dies Irae (1943) di Carl Theodor Dreyer.
Il maestro Mario Bava sceglie le streghe per iniziare la sua carriera sul grande schermo. Il film in questione è La Maschera del Demonio, ritenuto dai più esperti come primo grande classico della cinematografia horror. Bava segnò l’esordio della fotografia cupa, dell’immagine gotica e colma di quelle suggestioni inquietanti e sgradevoli, tipiche del genere horror.
Le streghe al cinema si possono manifestare in modo differente, attraenti o inquietanti, amichevoli o letali. Molti sono gli autori che sperimentano il mito della strega al cinema, da Roman Polanski a Marco Bellocchio, passando per George Romero e Dario Argento, arrivando ai più recenti come Rob Zombie e il già citato Alex de la Inglesias.
Proviamo a inquadrare quelle più significative e che, a modo loro, hanno inquadrato la figura della strega in modo differente.
Il mago di Oz
Victor Fleming,1939
Film che ha accompagnato diverse generazioni nella loro infanzia e adolescenza, Il Mago di Oz di Fleming è tra i primissimi film in cui si parla di streghe. Certo, la perfida Strega dell’Ovest non è temibile come Dorothy pensa, eppure le fattezze sono proprio quelle tipiche di cui le leggende tanto parlano: brutta, pelle verdognola, abiti neri e logori, cappello e scopa.
Tratto dal primo dei quattordici libro su Oz dello statunitense L. Frank Baum, Il Mago di Oz è una storia immortale, dai suoi personaggi alle sue canzoni. Non sono poche le opere tratte e/o collegate al libro e allo stesso film di Fleming. Nel 1972 esce al cinema il primo film d’animazione sul Mago di Oz, Ritorno ad Oz, dove fa il suo debutto la splendida voce di Liza Minnelli (non a caso figlia della precedente Dorothy, Judy Garland).
Venne poi prodotto nel ’85 da Walt Disney Pictures un seguito non ufficiale, diretto da Walter Murch, Nel fantastico Mondo di Oz, divenuto a modo suo un cult. Il più recente è sicuramente Il grande e potente Oz diretto da Sam Raimi nel 2013. Non da meno sono stati anche i musical, tra cui The Wiz basato sul romanzo di Baum ma riadattato in chiave moderna e il più recente Wicked, basato sul libro di Baum Strega: Cronache dal Regno di Oz in Rivolta, ma che contiene numerosi riferimenti alla pellicola del 1939.
Le Tre Madri
Dario Argento, 1977,1980, 2007
Qui la streghe si fanno molto più cattive e perfide. Dimentichiamo i mondi fatati di Oz, ed immergiamoci nella vera disperazione in uno dei film meglio realizzati da Dario Argento (stiamo parlando dei tempi d’oro).
Tre sono le pellicole che compongono la trilogia delle Tre Madri, tre sorelle spietate che crearono l’arte della stregoneria sulle coste del Mar Nero. Nel XIX le tre streghe commissionarono ad un architetto, ignaro della natura malvagia delle donne, la costruzione di tre dimore, in tre posti diversi nel mondo, attraverso i quali poter dominare il mondo con il dolore, le lacrime e le tenebre.
Friburgo, New York e Roma. Queste le dimore delle tre madri. Friburgo, luogo in cui è ambientato Suspiria (1977) e dove alloggia la Mater Suspiriorum, quella più anziana, all’interno dell’Accademia di Danza di Friburgo. Suspiria venne ritenuto dalla più alta critica italiana e internazionale il capolavoro di Dario Argento, subito dopo Profondo Rosso. Una pellicola che scrisse, ancora una volta, il modello del cinema horror nostrano, preso ad esempio da molti registi di tutto il mondo.
La più crudele, e anche la più giovane, delle madri è Mater Tenebrarum, protagonista del film Inferno del 1980. La sua abitazione è a New York e si finge essere l’infermiera del Professor Arnold, il quale a fine film si rivelerà essere un personaggio molto interessante. All’interno del film c’è anche una brevissima comparsa della terza Madre, Mater Lacrimarum, la più bella delle tre madri, protagonista dell’ultimo, e meno riuscito, film che conclude il ciclo delle madri, La Terza Madre.
A differenza di Inferno, che conferma il periodo di massima ispirazione di Dario Argento, giocando soprattutto sul fattore scenico degli elementi, La Terza Madre è l’epilogo stanco di un regista che ha ormai perso il suo genio.
Le tre madri restano, comunque sia, nella storia del cinema, tra le streghe più sanguinarie e assetate di vendetta.
Le streghe di Eastwick
George Miller, 1987
E ritorniamo sui toni più scherzosi e della commedia con un cult anni ’80 di George Miller, ispirato all’omonimo libro di John Updike.
Cher, Michelle Pfeiffer e Susan Saradon, assieme a un vero Jack Nicholson don Giovanni, si ritrovano uniti in uno scenario dove per strega si intende indipendenza femminile.
Il film di Miller, nella sua complicità femminile, sensualità e voglia di osare, è sicuramente un omaggio alla donna forte e libera dagli stereotipi e cliché.
I poteri sviluppati da Alexandra, Sukie e Jane derivano direttamente dalla loro fascinazione nei confronti di un misterioso uomo arrivato in citta, Daryl Van Horne, il quale altro non è che il Diavolo in persona.
Miller mescola la credenza, con le streghe concubine di Satana, con un’immagine molto romantica delle tre protagoniste. I loro sono giochi leggeri, frivoli, prese dalla spensieratezza e dalla frenesia del momento. I piccoli sortilegi compiuti sono quasi innocenti e, in fondo, la colpa viene fatta ricadere sempre sull’uomo.
George Miller a modo suo da un immaginario della donna, un po’ come farà anche Alex de la Inglesia, molto seducente ma anche audace. Le sue sono delle eroine, pronte a mettersi contro una città, pur di vivere la loro natura libertina senza costrizioni.
The Witches
Nicolas Roeg, 1990
Difficile non essere cresciuti, o aver letto almeno una volta, uno dei libri di Roald Dahl.
Nicolas Roeg porta al cinema, agli inizi degli anni novanta, uno dei libri più amati dello scrittore, Le Streghe. Conosciuto in Italia come Chi ha Paura delle Streghe, The Witches è ambientato in Norvegia, e segue le avventure del piccolo Luke e la sua caccia alla streghe.
La nonna di Luke, Helga, è stata in passato un’abile cacciatrice di streghe e svela al nipotino come fare a capire se si trova di fronte a una strega o meno. Le streghe sono abili a travestirsi, ma i guanti per nascondere i loro artigli e la sfumatura violacea nei loro occhi le tradisce.
La straordinaria Anjelica Huston interpreta la Strega Suprema in questo film, abbandonando la sua bellezza algida nei momenti in cui deve rivelare la sua natura. Di certo il make-up non è stato per nulla gentile con lei, ma la streghe di Dahl sono cattive ed odiano i bambini, sebbene il film, così come il libro, ruota su atmosfere fantasiose e poco inquietanti. Inoltre, rispetto al libro, Nicolas Roeg vuole essere più magnanimo, modificando il finale non proprio lieto di Dahl, peccato che questa scelta non sia stata particolarmente apprezzata dall’autore.
Hocus Pocus
Kenny Ortega, 1993
Chi non ha passato almeno un Halloween della sua vita attaccato alla televisione, nel pomeriggio, a guardare Hocus Pocus?
Anche le streghe di Kenny Ortega non sono per nulla amanti dei bambini, se non per mangiarli. Le tre sorelle Sanderson, Winnie (Bette Midler), Mary (Kathy Najimy) e Sarah (Sarah Jessica Parker), sono tre streghe malvagie di Salem che nel 1693 furono impiccate per aver ucciso una bambina.
Trecento anni dopo, le streghe vengono risvegliate da Max, sua sorella Dani e l’amica Allison. Aiutati dal fratello della bambina uccisa trecento anni prima, precedentemente tramutato in gatto ma ancora vivo, i quattro dovranno riuscire a fermare le Anderson una volta per tutte.
Una commedia divertente e brillante, sicuramente rivolta ai ragazzi, ma ancora un ever green piacevole da rivedere e da tenere nella propria collezione per i più nostalgici. Le tre sorelle insieme, per quanto cattive vogliano essere, sono un mix di goffaggine allo stato puro. Bette Midler sicuramente spicca più di tutte, portandosi a casa un Saturn Award come miglior attrice.
The Craft
Andrew Fleming, 1996
Due anni prima che le sorelle Halliwell facciano la loro comparsa sul piccolo schermo, ci sono altre giovani streghe che arrivarono al cinema alla scoperta dei loro poteri. Queste sono Sarah (Robin Tunney), Nancy (Fairuza Balk), Bonnie (Neve Campbell) e Rochelle (Rachel True).
Anticonformiste, incomprese e disadattate. Giovani adolescenti in bilico nelle loro vite differente, le quali devono sopravvivere a quella giungla chiamata: liceo. Le quattro si rifugiano nella magia, riscoprendosi delle giovani streghe in continua evoluzione. Ma con la magia non bisogna mai giocare troppo. Gli elementi hanno un loro corso, e sconvolgere quel corso può avere delle conseguenze devastanti.
In questo caso la stregoneria viene interpretata come rivoluzione. Bisogno di rivincita e di riscatto, all’interno di un periodo di transizione. Fa leva su quelle tematiche tipiche dell’adolescenza, come i primi amori, il bullismo, il convivere con i propri difetti.
The Craft fu tra i primi teen movie horror sulla stegoneria. Di horror, in questa pellicola, c’è veramente molto poco. Filmetto che scorre, restando negli annali per aver iniziato a lanciare la moda delle streghe giovani, filone intrapreso successivamente dalla serialità e dai cartoni animati.
Le stesse attrici, in particolar modo Neve Campbell, saranno poi protagoniste di altri teen horror tipici di quel periodo.
The Blair Witch Project
Daniel Myrich e Eduardo Sanchez 1999
Il duo Myrich e Sanchez ci riportano nuovamente a confrontarci con le streghe cattive. E la strega in questione è molto cattiva e priva di qualsiasi misericordia.
The Blair Witch Project, film che lanciò la moda dell’horror found footage, ha come “protagonista” la leggenda di Elly Kedward, una donna vissuta nel Settecento nella cittadina di Blair, adesso chiamata Burkittsville, nel Maryland.
Elly Kedward venna accusa di violenza nei confronti dei bambini del villaggio, venne così lapidata e bandita. Nessuno seppe più nulla della donna, la quale venne creduta morta. Eppure la scia di sangue lasciata alle spalle della donna è infinita. Molte furono le scomparse attorno al bosco di Blair, riguardanti soprattutto bambini e ragazzi. Nella fantasia si mescola anche la “realtà” e, infatti, fa capolino Rustin Parr, serial killer, realmente esistito all’interno del mondo del film, condannato a morte negli anni ’40 per aver ucciso sette bambini. Il killer si giustificò ammettendo di essere stato spinto a quei delitti dalla voce di una vecchia strega.
Heather, Joshua e Michael decidono di inoltrarsi nel bosco, armati di telecamere per scoprire la realtà di quella storia, ma tutto ciò che troveranno sarà un incubo senza fine.
Qual era la strega più cattiva, la strega dell’Est o quella dell’Ovest?
Oltre a una campagna pubblicitaria perfettamente curata, The Blair Witch Project è un film semplice ma che ha segnato i suoi giovani spettatori e anche le sorti del cinema. Una pellicola dalle atmosfere ansiogene e cupe, in cui non c’è realmente un mostro a cui dare un volto, ma l’oscura presenza della strega è perennemente presente nelle immagine “reali” filmate dai protagonisti.
Una pellicola che traccia la natura più crudele e feroce del mondo delle streghe.
Le Streghe di Salem
Rob Zombie, 2013
Torna nuovamente Salem come città protagonista di un film sulle streghe, ma sempre in ambientazione moderna.
In un film di Rob Zombie immancabile la musica come personaggio invisibile ma perennemente presente; ed è proprio la musica a diffondersi come il vecchio lamento di una maledizione infernale.
Heidi (Sheri Moon Zombie), DJ di un’emittente radio di Salem, cade in trance dopo aver sentito un disco arrivato all’improvviso e composto da un gruppo chiamato The Lords.
Per Heidi questo sarà solo l’inizio di un viaggio visionario e psichedelico, tra sabba, rituali, droga e sangue.
Sebbene il film venne pesantemente censurato, soprattutto per il suo carattere fortemente blasfemo, Le Streghe di Salem non è il film più riuscito e cruento di Zombie. Una visione godibile ma che non convinse i più e che, sicuramente, porta al cinema una visione moderna ed esoterica della strega, mescolando molte delle forme più amate da Zombie, dal colore acido all’immagine grottesca.
Molta importanza è attribuita alla ritualità della narrazione e dei personaggi. Ritornano le vecchie leggende, i roghi tipici della storia di Salem, ma anche figure come quella dell’anticristo che, in parte, ricorda moltissimo le dinamiche di Rosemay’s Baby.
Las Brujas de Zugarramurdi
Alex de la Inglesia, 2014
Tra i titoli personalmente preferiti c’è la pellicola di Alex de la Inglesia, Las Brujas de Zugarramurdi, conosciuto in Italia con il titolo Le streghe sono tornate.
Il film, una commedia grottesca dall’animo trash, fa riferimento a un avvenimento del 1610 avvenuto nel villaggio spagnolo di Zugarramurdi dove, ben 31 persone, vennero accusate di stregoneria e, quindi, condannate dall’Inquisizione.
Il film ha vinto otto Premi Goya, ed è la chiara rappresentazione, forse fin troppo misogina, della donna. Donne lunatiche, isteriche, insoddisfatte, perennemente arrabbiate contro gli uomini, donne potenti e che vogliono schiacciare, una volta per tutte, la figura maschile.
La pellicola è sia una critica ma anche un elogio alla donna, rappresentandola in ogni sua sfumatura, dalla bellezza seducente alla follia letale. Un film che vede come protagonisti uomini repressi dalle loro donne e che si ritrovano a dover sopravvivere a un covo di streghe.
Ironico, tagliente, cruento. Una pellicola completa di tutto e che sa dipingere le streghe, sia quelle antiche che quelle moderne, con una giusta dose di rispetto e anche paura. Il film vanta di una grandissima Carmen Maura e di un simpatico, e disperato, Hugo Silva.
Se non fosse per qualche effetto speciale fin troppo posticcio, la pellicola sarebbe davvero perfetta. Consiglio assolutamente la visione in lingua originale sottotitolata, vera essenza di tutta la pellicola.
The Witch
Robert Eggers, 2015
La conclusione non può non essere che dedicata a uno dei film più discussi e atteso degli ultimi due anni.
Horror atipico e dalla connotazione storica, The Witch è un puro omaggio alla visione più esoterica e seducente delle streghe. Eggers sviluppa un vero e proprio thriller psicologico ambientato nella campagna inglese del ‘600.
La strega, per così dire, l’aria stessa di progressivo sospetto di una famiglia isolata messa l’uno contro l’altro. Un gioco al massacro, in cui l’isolamento all’interno del quale i personaggi si sono confinati si mescola alla natura maligna del paesaggio.
Una pellicola quasi d’autore che gioca con un estetismo molto elegante ma che ben si sposa con le atmosfere più angoscianti e inquiete. Un film molto sui generis, dove storia e leggende trovano la massima espressione, senza dimenticare i fattori più moderni della suspense dove, non poter dare un volto al mostro, fa molta più paura del mostro in sé per sé.
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E adesso al cinema torna, ancora una volta, la temibile strega di Blair a seminare il panico e terrore. Riuscirà Blair Witch a eguagliare la temibile avversaria e portare avanti questa lunga tradizione di streghe sul grande schermo?