Una banda di corrotti agenti di polizia ed ex militari è costretta, dalla mafia russa, a tentare una rapina apparentemente impossibile. Per poter riuscire nell’impresa decidono di usare un “999” per distrarre tutte le forze di polizia. Si, ma cos’è un Codice 999? È il nuovo crime thriller di John Hillcoat con Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Anthony Mackie, Aaron Paul, Norman Reedus, Gal Gadot, Woody Harrelson e Kate Winslet.
Scrivere un crime thriller al giorno d’oggi, ormai abituati a vedere un po’ di tutto tra cinema e televisione, non è per nulla facile. Si rischia sempre di fare gli stessi errori e proporre scopiazzature di opere già viste. John Hillcoat, invece, insieme alla sceneggiatura di Matt Cook, riesce a dare vita, con Codice 999, a una storia davvero incredibile, ricca di adrenalina e suspense.
Fin dall’apertura del film, Hillcoat distribuisce perfettamente la rete che verrà poi alzata a fine pellicola. Un intreccio ben studiato che risente di qualche piccola allungatura solo verso la fine del suo atto finale.
Lo spettatore viene catapultato in un mondo dove, inizialmente, non comprende cosa stia succedendo. Quattro uomini parlano di un piano, di un rapina. Un lavoro facile ma di precisione. La svolta per la loro vita. Non sappiamo chi sono, non sappiamo cosa faranno. Sappiamo solo che in pentola bolle qualcosa di molto grosso.
Una sequenza piuttosto scura, dalla giusta durata. Elementi sufficienti per far cresce immediatamente la curiosità e l’hype nello spettatore. Questa è solo l’introduzione per preparare il campo di battaglia a un vero inizio ben più adrenalinico, quando si entra immediatamente in azione.
Passamontagna. Rapina. Spari. Inseguimento. Imprevisto.
L’azione è scandita da un ritmo serrato e deciso. Non si da il tempo allo spettatore di ragionare che si è subito dentro la vita dei nostri protagonisti.
Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ex membro della Forze Speciali, è al comando di una banda formata da poliziotti corrotti ed ex membri dell’esercito. Il suo braccio destro è Russell Welch (Norman Reedus), seguito dal fratello di quest’ultimo Gabe (Aaron Paul) e da altri due agenti corrotti, Franco Rodriguez (Clifton Collins, Jr.) e Marcus Belmont (Anthony Mackie).
La gang è immischiata con la mafia russa israeliana, capeggiata dalla moglie del boss, Irina Vlaslov (Kate Winslet), una donna cinica e spietata che ricatta Michael attraverso suo figlio, bambino avuto con la sorella della Vlaslov, Elena (Gal Gadot).
A rendere ancora più difficoltosa l’instabile situazione, ci pensa il nuovo arrivato in polizia, l’agente Chris Allen (Casey Affleck), nipote dell’eccentrico investigatore Jeffrey Allen (Woody Harrelson), nonché nuovo partner di Marcus.
Unire l’utile al dilettevole, questo è il piano centrale, alla base del quale c’è il lancio del “999”, un codice speciale che indica un agente di polizia morto o ferito. In questo caso tutte le forze dell’ordine convergono sul posto, lasciando letteralmente priva di sicurezza la città.
Codice 999 è un continuo susseguirsi di azioni, tra poliziotto buono e poliziotto cattivo; ma, in realtà, ciò che realmente emerge alla fine della storia è che, da qualsiasi punto la si voglia guardare, nessuno di questi personaggi può realmente definirsi “pulito”.
Tutti, a modo loro, incarnano la faccia più sporca della medaglia. E, in questo, essenziale è il lavoro che Hillcoat fa sul realismo di tutta la narrazione, dalle scene più dialogate a quelle più frenetiche.
Il lavoro fatto dalla sceneggiatura corrisponde, indubbiamente, a gran parte dell’opera. Matt Cook non si limita semplicemente a scrivere un film. Scende nelle viscere dei suoi personaggi e della storia stessa, partendo dalla realtà e dalla criminalità, oltre alla corruzione in polizia, come la si vive oggi. Non a caso, senza voler cadere nello stereotipo, Cook non sceglie la solita mafia, ma opta per una “famiglia” meno conosciuta nell’ambito cinematografico, cioè la mafia kosher.
Ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che ci sono un sacco di russi e israeliani molto potenti che sono in carcere per traffico di armi e altri crimini. Sono miliardari ma, chissà perché, poco conosciuti.
Kate Winslet fa un lavoro eccezionale sul suo personaggio, dando a Irina lo spessore e la magnificenza che ci si aspetta da una donna di mafia. Un potere e influenza affascinanti e, al tempo stesso, molto più letali di qualsiasi uomo o boss. Irina ha sempre il coltello dalla parte del manico e sa perfettamente quali parole usare per ferire ma senza mai mettersi nella posizione d’accatto.
È un personaggio piuttosto ricco di sfumature, che nel suo privato si abbandona appena a qualche debolezza, ma in pubblico appare glaciale come una statua. Inespugnabile e furba.
Al pari della Winslet c’è Woody Harrelson, attore che negli ultimi anni è riuscito a sorprendere ancora di più il pubblico e la critica con le sue molteplici facce. Harrelson in questo caso è un investigatore dal metodo tutto suo. Un personaggio fuori dagli schemi, marcio fino al midollo ma non corrotto.
Caratterizza il suo personaggio fin dai movimenti labiali, e nella sua serietà sa essere, come spesso accade nei personaggi di Harrelson, la parte più ironica e leggera della storia. E, in una storia come Codice 999, un po’ di ironia non guasta per rendere il tono registico più scorrevole.
Codice 999 è una storia che si sviluppa su più livelli, portando all’attenzione differenti tematiche che, sebbene non vengano tutte approfondite come ci si aspetterebbe, risultano comunque sia convincenti. Dalla corruzione alla lealtà tra fratelli, dal proprio codice d’onore all’istinto per la sopravvivenza. Una serie di sfumature dell’essere umano che portano anche verso una sorta di riflessione, al di fuori della storia in sé per sé.
A far emergere ancora di più questo tipo di conflitto sono gli attori, ognuno designato su un personaggio diverso, dal parte più fraterna, nei confronti del gruppo, di Reedus a quella più fredda di Ejiofor, fino ad arrivare agli ideali di giustizia più sinceri di Casey Affleck che, per la prima volta, lo si vede in una parte totalmente differente dal solito.
Punto dolente del film è la sua parte finale, molto meno tesa rispetto alle sequenze precedenti. La percezione che si ha in un primissimo momento, e che poi si conferma sul finale, è di voler allungare il brodo per arrivare al fantomatico minutaggio di 120 minuti. Probabilmente con una quindicina di minuti in meno, Codice 999 sarebbe stato un film perfetto nel suo genere.
Per una serata al cinema con un film che appassioni, intrattenga e soddisfi quella voglia di adrenalina, azione ma anche di un trama solida, soprattutto per i più appassionati del cinema action, Codice 999 di John Hillcoat è sicuramente la scelta da fare.
[mfb_video url=”https://www.facebook.com/leganerd/videos/10154143632093711/” size=”500″ mbottom=”50″]
Codice 999 vi aspetta in tutte le sale italiane a partire dal 21 Aprile.