Troll Hunter, Trolljegeren il titolo originale, è un film del 2010 diretto da André Øvredal, regista norvegese che ambienta la pellicola nella propria terra natia sfruttando il mito di una delle creature fantastiche locali più temute: il Troll.
Approfitto dell’articolo di nedish e del consiglio di @Itomi per pubblicare la recensione di uno dei pochi recenti mockumentary che ha il merito di aver catturato il mio interesse.

La produzione indipendente e il genere del mockumentary hanno fatto sì che la pellicola sia passata praticamente inosservata nelle sale d’Italia e ciò è indubbiamente un peccato visto che si tratta di uno dei pochi esperimenti del genere che a mio parere può dirsi effettivamente riuscito.

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Nutro un’inspiegabile passione per i finti documentari. Sarà che quando nel 1998 uscì “The Blair Witch Project” per il cinema di allora fu un vero smacco vedersi soffiare i guadagni da una pellicola pseudo-amatoriale che faceva del “non mostrare” il suo punto di forza.

L’industria del cinema di fine anni 90 si sorreggeva ancora sul massiccio impiego di denaro per tentare di sorprendere lo spettatore con qualcosa di inusuale e non c’è quindi da meravigliarsi per il successo riscosso dalla pellicola dedicata alla strega di Blair.

Forse è stata proprio la semplicità con cui mi sono sentito prendere in giro ad affascinarmi.

Con l’avvento del digitale e l’evoluzione delle tecnologie si è assistito ad un abbattimento dei costi di produzione che attualmente permette di portare sullo schermo qualsiasi cosa.

Dieci anni fa era impensabile realizzare film del calibro di Avatar o gli stessi Harry Potter & soci ma oramai la computer graphic viene impiegata quasi come una costante, a volte anche solo per dei dettagli insignificanti per questo motivo la scelta di produrre una finta pellicola amatoriale può essere un enorme rischio.

Produrre oggi un mokumentary significa avere innanzitutto delle buone idee.

Produrre oggi un mokumentary significa avere innanzitutto delle buone idee, altrimenti si finisce col fare la fine del recente “The Dinosaur Experiment” o “ESP fenomeni paranormali” o ancora di “The Last Exorcism” e chi più ne ha più ne metta. Nel guazzabuglio di cloni e sequel ci sono  degli esempi di produzioni ben riuscite, “Rec” e forse il primo episodio di “Paranormal Activity”, anche se quel che manca in quasti tutti i prodotti è l’originalità.

l’originalità, certo non manca alla pellicola

Ebbene questa dote, l’originalità, certo non manca alla pellicola e ciò sotto un duplice punto di vista.

Innanzitutto The Troll Hunter ha di originale l’ambientazione: la Norvegia.

Terra lontana, circondata da miti e leggende per lo più sconosciuti alla tradizione europea (tanto più a quella statunitense).

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The Troll Hunter ha di originale le creature: i troll.

Esseri appartenenti al folklore locale i troll, che nei miei ricordi d’infanzia erano gli antagonisti di David Gnomo, sono creature strane, affascinanti e spaventose, a tratti perfino ributtanti.

L’impiego di questi due fattori, terra lontana e creature mistiche, ha sicuro fascino, ed è questo che mi ha portato a vedere la pelicola.

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L’inizio del film è banale quasi come tutte le pellicole del genere

L’inizio del film è banale quasi come tutte le pellicole del genere: un finto messaggio avverte lo spettatore del ritrovamento delle registrazioni che sta per visionare, montate nell’esatto ordine in cui sono state rinvenute, poi si inizia con lo sviluppo della trama.

vfpyyjn12Tre studenti dell’Università di Volda stanno cercando di realizzare un documentario su aluni fenomeni misteriosi: nella zona da loro battuta pare che si stiano verificando misteriose morti di esemplari di orso anticipate da altrettanto assurde razzie di berstiame.

Inizialmente la loro attenzione si focalizza su Hans, presunto bracconiere che, pedinato dutante la notte, si rivela essere un cacciatore di Troll.

Fin qui il plot sembrerebbe essere abbastanza piattino, ma ad arricchire ulteriormente la storia ci pensa lo sceneggiatore che rende Hans un improbabile agente del TSO, sorta di forza speciale anti troll creata dal Governo norvegese per evitare che la popolazione venga a conoscenza di questi strani esseri.

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Scopriamo così che gli orsi morti non sono altro che carcasse trasportate dal TSO per coprire i danni causati dai Troll e che il povero Hans ha il compito di abbattere le creature che creano problemi e che potrebbero venire allo scoperto.

Confesso che non mi aspettavo una trama simile, pensavo di vedere una sorta di fiaba splatter con un misterioso cacciatore di troll che sfida se stesso tentando di sconfiggere queste misteriose creature e invece sono rimasto positivamente stupito nel vedere che regista e sceneggiatore hanno creato qualcosa di diverso.

vedere tirare in ballo i Troll al pari di come Voyager tratta le scie chimiche è stata un’inaspettata sorpresa che mi ha colpito in positivo

Intendiamoci, le teorie complottistiche non sono nulla di nuovo, ma vedere tirare in ballo i Troll al pari di come Voyager tratta le scie chimiche è stata un’inaspettata sorpresa che mi ha colpito in positivo.

Grandissima attenzione è stata dedicata ai Troll, andando avanti col film vengono mostrate numerose razze, alcune delle quali molto territoriali ed in conflitto tra loro e per ciascuna di esse viene fornita una spiegazione sempre interessante e pittoresca.

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Altra nota positiva è data dal design delle creature

Altra nota positiva è data dal design delle creature, molto ben realizzate e soprattutto per niente banali o approssimative.

Si nota appena una certa legnosità in alcune movenze, ma siamo pur sempre dinanzi esseri che si tramutano in roccia! Scherzi a parte niente da rimproverare all’integrazione degli effetti digitali col girato reale, davvero ben realizzati.

trolljegeren_raglefant_sketchesLa teoria complottistica che fa da sfondo alla caccia ai troll non ci sta male, regalando talvolta qualche sorriso

…specie quando si scopre che i troll giganti delle montagne sono la maggior causa di black out della Norvegia.

Nel complesso il prodotto in se e per se appare ben realizzato, anche se non siamo di fronte ad un horror e nemmeno ad un Thriller e questo potrebbe deludere chi si aspetta di fare salti dalla sedia.

Trolljegeren è quasi un prodotto di nicchia, a metà tra un fantastico ed un avventuroso con dei piccoli sprazzi di spy-movie.

E allora resta da chiedersi a chi possa piacere un film simile, fatto di oltre 100 minuti di filmato di camera a spalla, non montato e con una quantità smisurata di scene buie in cui ci si domanda cosa diavolo si sta vedendo.

I fan dei mockumentary apprezzeranno sicuramente così come gli amanti di David Gnomo.

Tanto di cappello agli autori di Troll Hunter che in un momento dove si può effettivamente mostrare qualsiasi effetto speciale hanno saputo creare un progetto interessante, dove trama, creature ed effetti sono sapientemente mescolati il cui unico vero difetto è dato dall’eccessiva serietà con cui si è voluto realizzare certi personaggi che, nei loro ruoli appaiono quasi delle macchiette.

Per il resto Trolljegeren è un simpatico modo per passare una serata, meglio davanti alla tv che al cinema perchè alla fine si tratta di riprese amatoriali.

NdItomi
Troll Hunter è un piccolo capolavoro, da guardare in blu ray e in lingua originale sottotitolata, non ve ne pentirete. Il doppiaggio italiano è di scarisissima qualità visto che purtroppo il film non ha mai trovato una distribuzione decente da noi e quindi il budget per il doppiaggio immagino fosse davvero microscopico.

Il norvegese non è certo la lingua più bella del mondo, ma in questo film ha un suo perché e aiuta a creare quall’atmosfera “aliena” che permea tutto il film. Mi è venuta voglia di rivederlo cazzo… Troooooooolllll! :D