Dio benedica il mercoledì a cinema ridotto!!! Se avessi pagato prezzo pieno per il film di ieri sera, con la crisi che c’è sarei davvero andato in depressione.
Meno male che la pellicola di Andres Muschietti e prodotta da Guillermo Del Toro è infarcita di involontari momenti comici che mi hanno strappato parecchie risate.
Peccato perchè se Guillermo Del Toro ha deciso di trasformare in film il cortometraggio diretto nel 2008 da Andrés Muschetti significa che alla base del progetto c’era qualcosa di buono. Probabilmente però allungando l’opera alla dimensione cinematografica si è finito con l’aggiungere trama a qualcosa che funzionava grazie alla sua rapidità.
Il plot è davvero quanto di più semplice e scontato possa esistere: cinque anni prima degli eventi narrati nel film, le sorelle Victoria e Lilly scompaiono assieme al padre, senza lasciare traccia. Da allora lo zio Lucas e la sua fidanzata Annabel s’impegnano nelle ricerche sino a quando le ragazze vengono ritrovate vive in un rifugio che ricorda molto bene il cottage de “La Casa”.
Grazie al supporto di uno psichiatra la coppia riesce ad ottenere l’affido delle bambine, ma non appena accolte nella casa degli zii inizia a manifestarsi un’oscura presenza che come nella migliore tradizione horror inizia a far su casini a manetta.
Senza spoilerare troppo posso dire che La Madre è l’ennesima ghost story di vendetta e rabbia che attinge spudoratamente dagli horror giapponesi sia per trama che per iconografia della presenza.
In un ambiente domestico chiuso come quello di The Grudge s’insinua l’inquietante presenza di uno spettro che turba gli equilibri di una neo famiglia appena costituita (grandissimo escamotage che permette di non dover star troppo a delineare i tratti di personalità dei protagonisti).
Diciamo che da un punto di vista puramente strutturale il film pare scritto coi piedi, attingendo qua e là dal panorama horror contemporaneo e dimenticandosi che oltre alle scene “de paura” è bene inserire un contesto meglio delineato.
Quello che pare l’iniziale protagonista viene poi messo da parte con un’escamotage ridicolo e i personaggi di contorno hanno lo spessore di un foglio A4 a grammatura ridotta.
Brave le bimbe, in particolare la più piccola, e carina la protagonista femminile nonstante quell’aria emo-pop-punk-freakkastronza che le si è inspiegabilmente voluto attribuire (se mi fai un personaggio bassista di una band che ogni volta che suona il basso pare disturbare la presenza maligna poi approfondisci no?!).
Ridicoli invece i ruoli scritti per lo psicologo [spoiler]il solito genio che va a farsi ammazzare dalla presenza nonostante abbia capito che è un essere maligno[/spoiler] e la bibliotecaria anziana cui va il difficile compito di dare spiegazione a tutto nei minimi dettagli (ma tranquilli, non ce n’era bisogno).
Nulla di eccelso nemmeno per quel che riguarda il comparto effetti speciali che mostra pessimi capelli in CGI e poco più. Menzione a parte per la creatura…quanto di più trash mai apparso, un mix tra Sadako, la nippocontorsionista di The Grudge (che già era in debito con The Ring!!!) e un tronchetto della felicità dell’area piante e fiori del Brico Center.
Ad interpretare La Madre troviamo lo stesso attore che anni fa ci ha regalato l’orrenda ragazzina posseduta dal demonio che si vede al termine di REC. Si nota molto bene la fisicità dell’interprete che sa davvero trasemttere sensazioni inquietanti solo tramite le assurde posture date alla sua figura, ma questo avviene solo per la prima parte del film…una volta svelata la faccia della madre è inevitabile ridere come dei deficienti perchè pare di vedere l’ipotetica figlia avuta tra la Sancanchè e Sallusti dopo unascivolata nel fango.
Altro punto di ridicolaggine è dato dal modo in cui la madre si sposta sul pavimento che ricorda molto il robot Roomba.
In sostanza vedere la madre è un po’ come guardare Porta a Porta mentre qualcuno, all’improvviso, si mette dietro al divano e fa esplodere un sacchetto di carta: ogni tanto si fa un salto, ma finiti i sacchetti si è preda del sonno.