Un nuovo materiale stampato in 3D sta rivoluzionando la formazione medica
Organi e tessuti realizzati con la stampante 3D, tanto reali da poter essere utilizzati nella sperimentazione chirurgica.

Prima dell’intelligenza artificiale e del sempre più crescente machine learning, fu la stampa in 3D a rivoluzionare il mondo. Tanti settori ne hanno beneficiato, dall’industria domestica all’edilizia, fino ad arrivare alla medicina e sentite l’ultima. I ricercatori dell’Università del Minnesota Twin Cities hanno riprodotto strutture di tessuti umani da poter utilizzare nella formazione medica di giovani chirurghi e dottori. Il metodo è stato spiegato in un articolo pubblicato su Science Advances.
La stampa 3D è entrata da tempo nella sperimentazione medica, prima però si riuscivano a produrre solo tessuti rigidi. Adesso, esiste una nuova tecnica. Riproduce i tessuti nella loro elasticità e forza, li rende insomma reali, tanto da renderli disponibili per la preparazione dei futuri neo chirurghi. I ricercatori sono riusciti a riprodurre diversi organi e persino la pelle. Hanno elaborato una formula matematica che prevede il comportamento del tessuto, non è soltanto elastico, sono riusciti a conferirgli delle proprietà meccaniche.

Per il momento la stampa 3D di tessuti e organi può essere utilizzata solo per la formazione medica e chirurgica
Tessuti e organi realizzati sono reali. I ricercatori sono riusciti anche a simulare il passaggio di sangue, hanno utilizzato un liquido dello stesso colore. Il metodo prevede la stampa di microcapsule e pattern. Il nuovo materiale medico è così reale anche da avere una sorta di data di scadenza, dopo un certo periodo tessuto e sangue si seccano.
I ricercatori hanno così trovato un modo anche per prevedere durata e scadenza dei tessuti che serviranno soprattutto per dei test. I chirurghi in formazione hanno fornito il feedback tattile sul materiale organico creato con la stampa 3D. La risposta è stata positiva e i ricercatori vogliono proseguire sia per la formazione medica ma anche per la sperimentazione chirurgica.
“Questo approccio apre le porte alla creazione di modelli di formazione più realistici per la chirurgia, che potrebbero in ultima analisi migliorare i risultati medici. Sebbene permangano delle difficoltà nell’ampliare il processo, vediamo un forte potenziale per questo metodo di stampa 3D in scenari di formazione a basso volume e ad alta complessità“, ha affermato Adarsh Somayaji, dottorando presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica dell’Università del Minnesota.


