È ufficiale: il prossimo anno non ci sarà alcun ritorno degli esseri umani nello spazio e il 2026 non sarà l’anno in cui si tornerà a camminare sulla superficie lunare. I ritardi non sono del tutto inaspettati, ma la NASA li ha confermati in una conferenza stampa ieri. Il lancio della missione Artemis II è previsto non prima di aprile 2026 e il prossimo allunaggio è previsto per la metà del 2027.
Artemis II, precedentemente fissato per settembre 2025, vedrà gli astronauti della NASA Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e l’astronauta canadese Jeremy Hansen volare intorno alla Luna. Non sarà solo una storica prima rivisitazione del nostro satellite dal 1972, ma anche la distanza più lunga che gli esseri umani abbiano viaggiato in oltre 50 anni. Koch e Glover saranno anche la prima donna e la prima persona di colore, rispettivamente, a viaggiare nello spazio profondo.
Missioni lunari: la NASA annuncia che ci saranno ritardi
Artemis I ha volato su una traiettoria simile a quella di Artemis II nel novembre 2022, ma era senza equipaggio. È stato lanciato per testare lo Space Launch System (SLS) della NASA così come la capsula Orion che trasporterà l’equipaggio. I test sono stati cruciali per testare la sicurezza degli astronauti che viaggiavano nell’atmosfera terrestre e da uno di questi test è emerso chiaramente un problema con Orion: lo scudo termico non funzionava come avrebbe dovuto.
Si è reso necessario posticipare la missione dalla data di lancio originale del 2024 a settembre 2025. La questione si sta ora spingendo ancora più in là, con una nuova data non prima di aprile 2026. “Lo spazio è impegnativo“, ha detto l’amministratore della NASA Bill Nelson durante la conferenza stampa che si è svolta il 5 dicembre, quando sono stati annunciati i ritardi. I mesi aggiuntivi darebbero al team della missione il “tempo di assicurarsi che la capsula Orion sia pronta a portare in sicurezza i nostri astronauti nello spazio profondo e di nuovo sulla Terra“.
Lo scudo termico della capsula Orion sperimenta temperature superiori a 2.750 ° C mentre irrompe nell’atmosfera a una velocità di circa 40.000 chilometri all’ora. Lo scudo deve essere impeccabile, ma dopo il suo lancio di successo e il ritorno sulla Terra, il team che studia la capsula ha riscontrato erosione e che i pezzi si erano persino staccati.