Come promesso, lo scorso lunedì Geoff Keighley ha annunciato la lista dei finalisti ai The Game Awards 2023. L’elenco dei nomi in gara include produzioni di grande spessore e titoli che, in un modo o nell’altro, hanno comunque lasciato un segno in quest’anno che per i videogiocatori è stato oltremodo sensazionale. Come accade ogni anno, però, anche stavolta le polemiche non sono mancate e se lo scorso anno c’era chi si lamentava della presenza di Stray tra la rosa dei candidati al GOTY, quest’anno sono stati in molti a rimanere di stucco di fronte alla mancata nomination di Starfield per quello che sostanzialmente resta, tra tutti, il premio più ambito.
Il gioco Bethesda, infatti, non è stato nominato per il GOTY e a dirla tutta stranamente è stato anche piuttosto snobbato, visto che a conti fatti si è portato a casa una sola nomination nella categoria “Miglior RPG“. A far discutere, però, non è tanto la sua assenza tra i nomati al GOTY, ma perlopiù la presenza di alcuni nomi fra i candidati ritenuti, a paragone, meno indicati come ad esempio, il remake di Resident Evil 4.
L’epopea spaziale di Bethesda è giunta sul mercato lo scorso settembre, dopo una lunghissima attesa e, nonostante sia un’esperienza non proprio adatta a tutti, resta senza ombra di dubbio una delle più grandi IP di Xbox degli ultimi anni. Chi ha avuto modo di perdersi nella bellezza delle sue galassie continua a gridare a gran voce che l’esperienza avrebbe meritato maggior attenzione da parte dei giurati, dato il suo valore e l’impatto che avuto per il genere. Ma siamo sicuri che avrebbe meritato davvero la candidatura? Cerchiamo di capirlo insieme, analizzando il contesto e facendo alcune opportune riflessioni.
Starfield: un viaggio indimenticabile e una sola nomination
I giochi nominati quest’anno ai The Game Awards 2023 includono molti dei migliori titoli giunti recentemente sul mercato tra cui Alan Wake 2, Baldur’s Gate 3 , Super Mario Bros. Wonder, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e tantissimi altri. Accanto a questa sfilza altisonante di grosse produzioni, però, ce n’è un’altra, già pronta a far discutere e composta da tutti quei grandi nomi che molti di noi si sarebbero aspettati di leggere tra i candidati ai premi più ambiti. Oltre a Starfield, infatti, vi sono tutta una serie di grandi produzioni che sono state lasciate fuori, tra cui in primis troviamo Street Fighter 6 e Hogwarts Legacy, ma non solo.
Tra i giochi completamente snobbati troviamo, ad esempio, anche Dead Space Remake, nominato esclusivamente per il “Miglior audio design“, ma anche Diablo IV, che è riuscito a trovare uno spazio solo nelle categorie per la “Migliore accessibilità” e “Miglior gioco multiplayer“, ma non per il miglior RPG o il Gioco dell’Anno.
Ovviamente, considerando la mole di opere di qualità uscite nei mesi scorsi, sapevamo già che la scelta dei candidati quest’anno sarebbe stata ardua, ma tra tutte le esclusioni, non possiamo non ammettere che quella di Starfield è indubbiamente quella che pesa di più, anche e soprattutto a fronte dell’attesa che ha preceduto la sua uscita.
Starfield è stato presentato per la prima volta da Todd Howard come “progetto più ambizioso mai creato da Bethesda“: un vero sogno ad occhi aperti pensato per fornire al giocatore tutti gli strumenti necessari per vivere una vera e propria epopea spaziale in maniera totalmente libera ed immersiva. Con un’intera gamma di possibilità e una miriade di contenuti da esplorare, Starfield è riuscito nell’intento di dare vita ad un viaggio colossale ed indimenticabile, soprattutto per tutti quei giocatori che amano la profondità e la ricchezza dei mondi costruiti da Bethesda.
Al di là di quelli che sono i suoi punti di forza, però, l’opera Bethesda non è di certo esente da difetti. Sebbene, da un lato, Starfield offra tantissime attività e un’esperienza condita da un eccellente art design e da una trama che supera gli standard degli altri titoli del team, dall’altro eredita comunque tutti i difetti della storica filosofia creativa di Bethesda.
Molti sono stati, infatti, anche coloro che si sono lamentati riguardo l’esplorazione, ritenuta disorganica e poco stimolante, fino ad arrivare a criticare la struttura di gioco con le sue innumerevoli attività da svolgere, così tante da riuscire a rendere l’esperienza addirittura soverchiante per il giocatore.
La critica, d’altra parte, ha fornito perlopiù giudizi molto positivi all’uscita del gioco, ma a rendere le cose più complicate per la space opera di Bethesda è stata la presenza di un supporto post-lancio deludente con il rilascio, al momento, di poche patch atte e migliorare l’esperienza e che di fatto hanno apportato solo modifiche minori al gioco. Tutti questi elementi, dunque, potrebbero aver influito sulla decisione della giuria di escludere quasi totalmente il titolo dalla lista dei candidati per il GOTY ai The Game Awards.
Non a caso, una parte della fan base ha dichiarato in queste ore di essere in parte d’accordo con questo giudizio, nonostante il forte amore per il gioco. Su Reddit tantissimi giocatori hanno espresso il loro parere sulla questione, sottolineando come Starfield sia un sì un ottimo titolo, ma con diversi problemi che gli impediscono di eccellere e quindi di meritare davvero il titolo di GOTY.
Quanto conta la mancata nomination?
Dunque tornando alla domanda iniziale: Starfield avrebbe meritato davvero la candidatura al GOTY? Rispondere in realtà non è così facile o scontato, poiché se è pur vero che l’opera di Bethesda presenta i suoi limiti e i suoi difetti, non si può non considerare l’impatto che il titolo ha avuto all’interno del genere ruolistico, anche a fronte dell’uscita di diversi colossi come Baldur’s Gate 3 e Tears of the Kingdom.
E poi c’è un’altra questione importante da sottolineare: non esiste una formula univoca e universalmente condivisa capace di decretare quelle che sono le caratteristiche di un potenziale GOTY. I grandi videogiochi non sono solo quelli che raccontano grandi storie o quelli ben realizzati da un punto di vista tecnico e ludico. Sono anche quelli capaci di emozionare e di innovare, di lasciare un segno indelebile nella memoria dei giocatori, qualunque esso sia il loro valore. Non ci sono dunque delle caratteristiche standard in grado di definire quali sono i titoli che meritano di entrare nella cerchia dei titoli migliori dell’anno poiché ogni opera ha le sue sfaccettature e i propri valori produttivi.
Di certo, ritrovarsi a competere con produzioni di grosso calibro, ha rappresentato un danno per Starfield che in un anno diverso dal 2023 magari avrebbe avuto ben altro rilievo all’interno dello show di Geoff Keghley. L’unica nomination ricevuta, come dicevamo, è quella nella categoria Miglior RPG, ma anche in questo caso difficilmente l’opera di Bethesda e Xbox riuscirà ad avere la meglio, dato che in lizza per il premio vi sono titoli del calibro di Baldur’s Gate 3, il favorito anche per il GOTY, Lies of P, Final Fantasy XVI e, dulcis in fundo, Sea of Stars.
Ovviamente, è inutile ribadire che il valore di un gioco non si misura da una nomination o da un premio mancato. Starfield non avrà ricevuto la nomination per il GOTY, non sarà decretato gioco dell’Anno, ma continuerà di certo a far divertire ed emozionare tutti quei giocatori che si sono persi nella bellezza della sue galassie. Il resto, non conta.