Dominic Toretto ed il senso della famiglia, auto super modificate che sfrecciano quasi alla velocità della luce, ottime trame spy action: forse si potrebbe riassumere in tutti questi elementi il perché Fast and Furious sia una saga cinematografica così amata, ma si tratta di argomenti che meritano di essere approfonditi attraverso qualche spunto di riflessione.
Con Fast and Furious 9 che è da poco arrivato nelle sale cinematografiche, e con altri due film (gli ultimi) in cantiere, viene da chiedersi cosa abbia potuto rendere questa saga cinematografica così longeva e così amata per il pubblico. Un po’ dei motivi li abbiamo elencati, ora proviamo a sviscerarli.
Vin Diesel, le auto potenti e la vita da vivere un quarto di miglio alla volta
La scena di Gioventù bruciata in cui James Dean si mette a correre in macchina a perdifiato accettando una sfida mortale in cui i due guidatori rischiano la vita sfrecciando al massimo della velocità vicino ad un dirupo è un qualcosa di paragonabile alla sensazione di adrenalina e fugacità della vita che ha sempre provato a instillare la saga di Fast and Furious. Certo, questa poetica del correre a perdifiato bruciando la vita e rischiando di consumarla in un attimo è un elemento che in Fast and Furious viene declinato in maniere più “tamarra”, ma il principio è lo stesso.
Vivo la mia vita a un quarto di miglio alla volta, non m’importa nient’altro, né il mutuo, né il negozio. Per quei dieci secondi sono libero
Dice Dominic Toretto nel primo film di Fast and Furious. Questa frase non è altro che un carpe diem declinato in senso automobilistico. Il personaggio di Vin Diesel con le sue auto potenti e modificate trova la propria ragione di vita in quei pochi minuti di gara, con l’intero senso della propria esistenza concentrato in qualche decina di secondi.
Probabilmente in molti trovano degli sfoghi in passioni ed attitudini capaci di concentrare in poco tempo le emozioni più forti. La musica è fatta di questo, e lo è anche lo sport. L’automobilismo è uno sport che unisce la mente ed il fisico dell’uomo con le prestazioni di una macchina, e Dominic Toretto concentra il suo lavoro quotidiano sulle proprie auto per arrivare pronto a quelle gare notturne che bruciano tutte le emozioni più grandi in qualche decina di secondi.
Mentre i primi film di Fast and Furious davano molto spazio alle gare clandestine, ed a tutto ciò che di collaterale si muoveva attorno a quegli eventi a Los Angeles, i film successivi hanno cercato in altre location e situazioni di mantenere intatto quel senso di adrenalina e di voglia di consumare la vita in poco tempo. Rischiare di perdere tutto ciò che si ha (la propria esistenza) dà senso al proprio vivere. Il principio è quello.
Rischiare di perdere tutto ciò che si ha (la propria esistenza) dà senso al proprio vivere. Il principio è quello.
A dare sostanza e carisma a questi elementi c’è un personaggio di livello come Vin Diesel, un attore che ha saputo incarnare in Dominic Toretto questo senso di gioco continuo con la propria vita, ma allo stesso tempo questa capacità di trasmettere affetto e fratellanza.
Il volto di Vin Diesel è uno di quelli che appartengono a quegli attori action “morbidi”, ovvero in grado di essere abbastanza cazzuti e tosti sul grande schermo, ma anche di avere in più quella espressione raddolcita da amicone che vorremmo sempre avere accanto, pronto a tutto per noi e con noi, anche scendere fino all’inferno…accompagnato da un rombo potete.
L’action, lo spy, ed il senso della famiglia
Un aspetto che dà gusto ai film di Fast and Furious consiste anche nelle trame thriller e spy che riescono in ogni lungometraggio della saga a tenere lo spettatore attaccato allo schermo, per scoprire l’ennesimo villain spietato, ed una nuova situazione al limite capace di mettere a rischio Toretto ed il suo gruppo, ma a volte anche un’intera nazione, e non solo.
La saga di Fast and Furious è così amata anche perché riesce a viaggiare su quella linea tracciata da James Bond e Mission: Impossibile, offrendo un incrocio tra storie d’azione e di spionaggio coinvolgenti e ben scritte e ben realizzate. I primi film della saga riuscivano a trasmettere quel senso di storia e situazione locale, che, alla fine, chiudeva la trama all’interno dello scenario di Los Angeles. A mano a mano che la saga è andata avanti gli scenari si sono allargati, e l’ultimo film ha acquisito a pieno quella caratteristica tipica di Mission: Impossible, in cui ogni film è ambientato in diversi continenti (anzi, Fast and Furious 9 aggiunge anche lo Spazio come nuova frontiera).
In oltre vent’anni la saga ha saputo declinarsi anche in altri sottogeneri, acquisendo in alcuni capitoli un che di supereroistico e da cinecomics, con situazioni e personaggi sopra le righe, o a volte con poteri fuori dal normale (vedasi il character interpretato da Idris Elba nello spin-off Hobbs & Shaw).
E poi, uno degli elementi che rendono più iconica e così amata la saga cinematografica di Fast and Furious è quel senso della famiglia e dei legami affettivi che viene trasmesso fin dal primo film.
I Toretto ed il legame che unisce fratelli ed amici manda avanti l’intera saga, e rende saldi i rapporti, dando anche più tensione alle scene maggiormente rischiose, in cui non solo rischiano la vita dei personaggi simbolo, ma lo spettatore s’immedesima anche nella persona che sta vedendo un proprio caro mettere in pericolo sé stesso in una situazione o posizione a volte altrettanto scomoda.
E poi, uno degli elementi che rendono più iconica e così amata la saga cinematografica di Fast and Furious è quel senso della famiglia e dei legami affettivi che viene trasmesso fin dal primo film.
Ritorna quindi quel senso del carpe diem, del cogliere l’attimo e di giocarsi la propria esistenza in una manciata di secondi. Tutto questo manda avanti i Toretto, ma allo stesso tempo crea un cortocircuito? Come può andare avanti un senso di fratellanza così forte ed una famiglia allargata se i singoli componenti rischiano la vita continuamente? Questo è un elemento che viene approfondito e toccato in Fast and Furious 9, e che sarà tra gli spunti di base degli ultimi due film.
Perché lo stesso Dominic Toretto dichiara nell’ultimo capitolo della saga che, ormai, non può più vivere la propria vita “un quarto di miglio alla volta”, e perciò tutte le vite cambiano, anche quelle dei grandi personaggi cinematografici. E i cambiamenti di Fast and Furious stanno portando sempre di più verso quello che forse è l’epilogo più naturale: dopo tante avventure i nostri eroi si ritirano alla ricerca della quiete, realizzando la missione più importante, quella di crescere nuove vite e di allargare e rinsaldare la famiglia ed i suoi valori.
In fondo è anche per questo che amiamo la saga di Fast and Furious.
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