Cuba continua a portare alta la bandiera del socialismo, ma nel 2021 neppure lei riesce a rimanere cristallizzata nell’immagine stereotipata che ogni turista ha in mente quando pensa all’isola. Anche da quelle parti vige infatti la spinta verso la digitalizzazione e il Governo, non volendo cedere del tutto alle insidie del mercato post-capitalista, si attrezza per mettere in commercio degli smartphone pensati per il popolo.

Il dispositivo “socialista” arriverà sul mercato cubano a fine mese e sarà fabbricato da Gedeme, un’azienda che non poteva che essere in mano allo Stato. Lo strumento si appoggerà dunque su di una versione modificata del sistema operativo Android, nota come NovaDroid, OS pensato per adattarsi alle esigenze di una nazione che fino al 2018 non poteva neppure vantare le connessioni alla rete dati mobile.

Che lo strumento fosse in via di lavorazione era cosa nota, tuttavia gli effettivi aggiornamenti sul suo stato di sviluppo sono emersi solamente nell’ultimissimo periodo, attraverso una serie di notizie rimbalzate da Radio Rebelde.

Stando a quanto comunicato, le prime 6.000 unità saranno messe a disposizione presso l’azienda telefonica di Stato, Etesca, e di Copextel in tre modelli pensati per soddisfare le tasche della fascia medio-bassa del settore.

In barba alle tendenze globali, insomma, Cuba cerca di preservare la sua dimensione autarchica, prendendo le distanze dalle tendenze mainstream, anche al costo di complicarsi la vita. A suo modo è encomiabile.

 

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