Continua la lotta legale tra Apple e Epic. Questa volta il giudice ha ascoltato Craig Federighi, che nell’argomentare le ragioni dietro l’assenza di competitor dell’App Store all’interno di iOS si è lasciato in quello che sembra un brusco autogol. «È vero, sul Mac gli utenti sono liberi di scegliere da dove scaricare il software e infatti il livello di malware è inaccettabile per i nostri standard», ha detto.
Ma facciamo un passo indietro. Epic Games ha portato Apple in tribunale dopo che l’azienda aveva eliminato Fortnite dall’App Store, come rappresaglia per la scelta di forzare le policy sulle micro-transazioni. Epic Games, come altre aziende prima di lei, contesta ad Apple di abusare della sua posizione dominante sul mercato, avendo creato un sistema chiuso che obbliga i developer ad usare un solo store e a passare obbligatoriamente attraverso le commissioni dell’App Store, che oscillano tra il 15% e il 30% su ogni acquisto o abbonamento.
Craig Federighi è il VP of software engineering di Apple. La sua tesi è chiara e semplice: se viene a meno l’obbligo di passare per l’App Store, viene a meno anche la sicurezza degli utenti.
Se prendiamo gli standard di sicurezza dei Mac e li applichiamo all’interno dell’ecosistema iOS […], la situazione diventerebbe presto drammaticamente peggiore di quella che oggi abbiamo sui Mac. E lo dico chiaramente, oggi il livello di malware sui Mac è inaccettabile per Apple: è molto peggio di ciò che avviene su iOS
ha detto.
Nonostante la presenza di un sistema chiuso, non sempre l’App Store si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei suoi utenti. Se i malware sono estremamente rari (anche se…), i casi di phishing e app truffaldine sono invece molto frequenti e in diverse occasioni hanno comportato furti di soldi e dati di entità molto importanti.