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Melinda Gates sarà la seconda donna più ricca al mondo, sorpasso sull’ex moglie di Bezos

Melinda Gates potrebbe presto diventare la seconda donna più ricca del mondo, sotto l'erede dell'impero l'Oreal e prima di MacKenzie Scott.

Melinda Gates sarà la seconda donna più ricca al mondo, sorpasso sull’ex moglie di Bezos

La classifica delle donne più ricche del mondo vedrà presto un’altra divorziata sul podio. Melinda Gates – questo emerge dalle prime stime – potrebbe presto mettere le mani su un patrimonio di 73 miliardi di dollari. Un matrimonio «irrimediabilmente distrutto», così viene definito nel documento presentato dagli avvocati di Melinda Gates presso il tribunale di Seattle, Washington.

Ora la donna chiede che il patrimonio precedentemente condiviso della famiglia Gates, stimato dai suoi avvocati in 146 miliardi di dollari, venga diviso equamente in due parti uguali. Un’ipotesi tutt’altro che inverosimile, scrive il The Guardian.

Bill Gates e Melinda French Gates non avevano un accordo prematrimoniale. In assenza di un negozio giuridico che regoli diversamente la divisione degli asset in caso di divorzio, le leggi di Washington impongono una divisione paritaria dei beni della coppia.

Melinda French Gates si troverebbe così al secondo posto della classifica delle donne più ricche del mondo, dietro Francoise Bettencourt Meyers, N.1 di Loreal, e davanti a MacKenzie Scott, l’ex moglie di Jeff Bezos, che scivolerebbe al quarto posto.

Questioni triviali, che forse interesseranno poco o nulla i nostri lettori. Più preoccupanti, semmai, sono le dinamiche interne alla Bill & Melinda Gates Foundation, una delle più importanti e prestigiose organizzazioni filantropiche al mondo. Il comunicato è chiaro, i presto ex coniugi vogliono continuare a lavorare assieme. Eppure in pratica non è così semplice, come spiegavano diversi insider al NY Times solamente pochi giorni fa. Un appesantimento dei rapporti tra Bill Gates e Melinda French potrebbe portare ad una crisi della leadership della fondazione, compromettendo, almeno in parte, le sue operazioni filantropiche. Basterebbe una divergenza sui metodi o sulle priorità dell’ente per far scoppiare una polveriera. A pagarne il prezzo sono i Paesi e gli studi scientifici che fino ad oggi hanno beneficiato enormemente dalle donazioni dell’ente.

 

 

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