La nostra recensione del quarto episodio di The Mandalorian 2, alle porte del giro di boa di una stagione che si prepara ad una seconda metà col botto.
Inizio la recensione del quarto episodio di The Mandalorian 2 premettendo che ero partito con aspettative bassissime per questa settimana, quindi buona parte del mio entusiasmo potrebbe partire anche da questo. Tuttavia, questa puntata si riconcilia con gli equilibri di scrittura che tanto avevo lodato dalla precedente, e a mio avviso c’è ben poco da criticare.
Chiaro che parliamo comunque di un episodio che tanti potrebbero chiamare filler, ma in realtà, nonostante sia una deviazione, riempitivo non è nemmeno lontanamente visto che aggiunge tanti elementi estremamente importanti per il proseguimento della stagione e più in generale della serie. É sicuramente una puntata con una fortissima narrativa verticale, autonoma nell’episodio, come d’altronde accade per tutta la serie, ma la volontà di proseguire comunque il racconto principale qui non manca, e una rivelazione nello specifico ha la sua (grande) importanza.
Insomma, non è perché ancora non è comparsa Ahsoka come volevate (come vogliamo tutti, e manca poco) questo è un episodio da trascurare, al massimo si possono criticare i soliti pretesti che aprono e chiudono ogni puntata, la solita struttura di sottoquest che si ripete costantemente (su cui è facile fare giusta ironia), e la relativa scarsa coesione tra gli eventi. Tuttavia, diamo a Cesare quel che è di Cesare, e godiamo quando c’è da godere.
Detto questo, prima di continuare, vi ricordo che farò spoiler sui primi tre episodi della seconda stagione di The Mandalorian, evitando anticipazioni maggiori di qualsiasi tipo su quello di oggi. Nel caso foste rimasti indietro, qui sotto trovate le recensioni delle precedenti puntate.
Come già avevo immaginato, Mando e Yodino non arrivano da Ahsoka questa settimana: la cosa era estremamente ovvia anche dopo le parole di Bo-Katan, dato che il prossimo episodio è stato diretto e scritto da Dave Filoni, grande padre delle serie animate di Star Wars e di conseguenza della carismatica togruta, interpretata in live action da Rosario Dawson (è praticamente sicuro la interpreti lei).
Manca quindi una settimana a quella che si prospetta essere una puntata entusiasmante, per questo ed altri motivi, ma nel mentre la serie non è che ci vizia poco.
Complice lo stato impietoso in cui è stata ridotta la Razor Crest dopo mille disavventure (e a questo è dedicato un divertentissimo e adorabile sketch con protagonista Baby Yoda), i nostri due protagonisti sono costretti a tornare su Nevarro, il pianeta che avevamo lasciato nello scorso finale di stagione, teatro dello scontro tra Moff Gideon e Din Djarin.
Questo è un episodio in cui Mando si riunisce con Greef Karga e Cara Dune
Nevarro ora è un pianeta totalmente diverso, ripulito completamente, anche grazie all’intervento di Cara Dune, che ora ne è lo sceriffo. Come penso abbiate già capito, questo è un episodio in cui Mando si riunisce con Greef Karga (interpretato da Carl Weathers, che qui è anche regista dell’episodio) e il personaggio di Gina Carano, a cui tra l’altro è dedicato un momento molto evocativo sul finire della puntata.
Nel mentre che Baby Yoda frega biscotti con la Forza ad altri ragazzini, ai due serve una mano da Din Djarin per liberare il pianeta dalla base imperiale ancora presente, da cui potrebbero scoprire qualcosa in più del previsto…
Detto questo, potrebbe sembrare che questo episodio sia un qualcosa di molto a fine sé stesso, come spesso abbiamo visto nella serie, ma in realtà non è esattamente così. Come detto sopra, questa puntata ribadisce l’equilibrio suggerito nella precedente, e trova un giusto compromesso tra l’accessibilità di un racconto verticale e le maggiori sfaccettature (che guardano soprattutto al fandom) di un racconto orizzontale.
Viene suggerito uno specifico termine che non sentivamo da anni e anni nel canone, ad occhio, si riprende di peso un elemento lasciato appeso dallo scorso anno e si muovono ulteriormente le pedine per la seconda metà della stagione, destinata, credo, ad essere più strutturata e densa rispetto alla prima.
Non parliamo di novità/richiami esaltanti come Bo-Katan o a breve Ahsoka, ma di nuovo, come ogni settimana, e magari sono pure ripetitivo, la serie riesce sempre a solleticare l’interesse degli appassionati.
Gli scenari che si aprono in questo episodio sono poi molteplici, aggiungono potenzialmente alcuni elementi molto rilevanti al canone e potrebbero addirittura andare ad integrarsi con alcune svolte della trilogia sequel; per capire dove si voglia andare a parare è ancora presto, però appare chiaro che la serie stia giocando una strategia di pazienza per allineare il necessario.
In tutto questo, è comunque un pretesto che porta Mando ad arrivare su Nevarro e a raggiungere la base imperiale, e con la consueta leggerezza la sceneggiatura fa rimbalzare il nostro eroe da un posto all’altro senza farsi grosse domande o preoccuparsi della coesione generale. Prima un tizio dice a Mando di andare su Tatooine, poi mamma rana compare letteralmente dal nulla, poi la Razor Crest scassata. Spesso e volentieri, come stavolta, non è un difetto che mi dà personalmente grande fastidio, ma è un problema abbastanza rilevante che va sottolineato per forza di cose.
Superato il discorso scrittura, l’episodio è un puro concentrato di azione, visto che praticamente per metà si divide tra scontri a fuoco, inseguimenti e dogfight, mettendosi sui binari di un ritmo davvero molto godibile per tutti i quaranta minuti dell’episodio. La precedente puntata aveva la splendida sequenza dell’assalto dei mandalioriani alla nave cargo, ma non è che questo Capitolo 12 della serie abbia da invidiare qualcosa.
Carl Weathers fa un ottimo lavoro e capitalizza alla grande sul materiale, regalando in particolare un ritorno in pompa magna della Razor Crest che non poteva essere reso in maniera migliore. Almeno un paio di inquadrature sono da incorniciare, ma in linea di massima tutto l’episodio è ben diretto e si fa forte delle risorse notevoli con cui chiaramente questa stagione è alimentata. Un budget più corposo si sente su tutti il comparto VFX, e se prima avevo qualche dubbio, ora è netto il salto su questo piano rispetto al debutto dello scorso anno.
Riassumendo per questa recensione del quarto episodio di The Mandalorian 2, la serie Disney+ di Favreau firma di nuovo un successo, che però apre a quella che potenzialmente – almeno per un fan – potrebbe essere a mani basse la puntata definitiva. Con il nome di Dave Filoni dappertutto, il ritorno di Ahsoka è alle porte, e diversi elementi fanno pensare ad uno scontro che avrebbe semplicemente dell’incredibile. Potrei sentirmi male.