Siberia e Alaska in fiamme: è un disastro senza precedenti, ecosistemi distrutti e milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera

Dall’inizio di Giugno più di cento incendi si sono sviluppati tra Siberia e Alaska devastando migliaia di ettari e immettendo in atmosfera enormi quantità di CO2.

Gli incendi sono stati accesi probabilmente da fulmini e hanno raggiunto in fretta dimensioni imponenti: i più grandi si trovano attualmente in Siberia nelle regioni di YakutiaKrasnoyarsk, Irkutsk e Buriazia.

 

La spaventosa coltre di fumo creatasi in Siberia

Anche il suolo ricco di torba si è incendiato, rendendo la situazione ancora più drammatica: a causa del vento, della visibilità e delle temperature raggiunte, i pompieri non riescono ormai più a spengere le fiamme, che hanno già divorato circa 2 milioni di acri e che rischiano ora di alimentarsi per settimane o addirittura mesi.
La quantità di CO2 liberata in atmosfera ha raggiunto cifre da capogiro: si parla di circa 100 milioni di tonnellate, pari alle emissioni annuali di un paese come il Belgio.

Oltre a ecosistemi distrutti irrimediabilmente, con danni incalcolabili per la flora e la fauna locale, a destare seria preoccupazione è sopratutto la quantità di CO2 liberata in atmosfera, che ha raggiunto ormai cifre da capogiro: si parla di circa 100 milioni di tonnellate, pari alle emissioni annuali di un paese come il Belgio.

Anche in Alaska la situazione non è delle migliori, come si può vedere in un tweet della NASA in proposito, datato 11 luglio: ad oggi la situazione incendi è anche qui ben lontana dall’essere sotto controllo.

 

 

I fuochi si diffondono più velocemente con temperature calde a causa della minor quantità di calore necessaria per l’accensione del combustibile: basti pensare che Anchorage, la capitale dello stato, ha registrato, tra il 23 giugno e l’8 luglio, ben otto volte temperature da record, superando i 17°C (la temperatura media di luglio) ed arrivando a toccare i 26° C.

Persino la Groenlandia ha registrato nel mese di luglio un incendio nella zona occidentale: sorprende non tanto il fronte di quasi 2 km, bensì il verificarsi di un evento simile in un ambiente artico.

Tutta la CO2 immessa in atmosfera dai fuochi senza controllo alimenta un circolo vizioso: innalzando le temperature medie stagionali ed incrementando il riscaldamento globale del pianeta, si aumenta così la possibilità del verificarsi di ulteriori incendi devastanti nelle stagioni future.

Di seguito potete osservare un video per comprendere la gravità della situazione in Russia.

 

 

 

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