Il mio viaggio in Antartide: 4

Antartide  999x749

Dopo quasi un mese dal mio primo approdo nel continente più a sud, l’Antartide continua a stupire.

Dopo un mese la routine quotidiana dovrebbe ormai essere acquisita eppure qui in Antartide ogni volta ci sono sorprese ed attività che spezzano il rigido programma.

A differenza delle scorse puntate durante questa settimana non ho partecipato ad alcuna escursione per due motivi: il primo è che quelle più interessanti le ho già fatte, il secondo è che il tempo durante questa settimana non è stato dei più clementi.

Anche nelle giornate di sole c’è sempre stato molto vento. Martedì scorso LDB è stata in condizione 2 e l’autobus è stato mandato in anticipo dato che le previsioni prevedevano condizione 1.

Le condizioni meteo nelle basi americane antartiche vengono definite da 3 parametri: visibilità, vento e temperatura. In caso uno di questi parametri sia oltre una certa soglia si passa da condizione 3 (che è quella normale) a condizione 2. Se uno dei parametri supera una seconda soglia allora condizione 1. Condizione 2 significa che non si può uscire se non accompagnati ed alcune delle escursioni sono chiuse. Condizione 1 invece non si può abbandonare l’edificio (per questo motivo tutti gli edifici sono provvisti di cibo secco d’emergenza e sacchi a pelo).

 

Quando McMurdo viene colpita da tempeste che portano condizione 2 o 1 i giorni seguenti rimangono molto ventosi, anche se si è in codizione 3 (la soglia non viene sempre superata).

 

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LDB in condizione 2. In genere si dovrebbe vedere il monte Erebus a circa 25 miglia di distanza.

 

Nonostante questo la vita alla base non si ferma. Per la prima volta dopo un mese ho avuto tempo il giovedì sera di andare alla base neozelandese di Scott per l’American Night (una volta a settimana i neozelandesi aprono il loro pub agli americani).

Il caso ha voluto che il giorno dell’American Night fosse anche il compleanno di uno dei co-PI dell’esperimento Philip Mauskopf, professore ad ASU. Phil tiene un blog che aggiorna giornalmente a differenza mia, lo trovate qui.

 

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Compleanno di Phil alla mensa di LDB

In generale la base neozelandese è aperta solo a chi fa parte del programma antartico neozelandese o a chi è stato invitato. L’unica eccezione è il negozio, a cui tutti possono accedere.

 

Oltre all’American Night, questa settimana la base neozelandese ospitava quello che molti considerano l’evento più mondano dell’anno: la skirt night. In questa occasione gli uomini si vestono da donne e le donne da uomini. Ovviamente c’è anche una sfilata a cui partecipano gli uomini vestiti da donne ed chi vince è dichiarato miss Ross Island.

Il Tatty Flag a Scott Base offre anche birre a prezzo scontato, 2 Birre create appositamente per la base (sono delle Pilsner) a 4$. L’unico inconveniente è che la data che viene consigliata per il consumo è il 12 Dicembre… dello scorso anno.

 

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Tatty Flag Pub a Scott Base

 

Durante questa settimana sono pure riuscito a partecipare ad attività sportive come la partita di calcetto settimanale (ovviamente al chiuso).

BLAST continua spedito l’assemblaggio in preparazione al lancio.
Avevamo chiesto elio puro al 99.9999% ma ci è stato fornito quello al 99.999%, quel 9 fa la differenza.

La settimana lavorativa è stata molto intensa. Abbiamo avuto sabato un piccolo contrattempo con il criostato che ci ha costretto a sospendere il raffreddamento e riscaldare fino a 300K per poi ri-raffredare.

Fortumente questo non dovrebbe influenzare la nostra programmazione. Pensiamo che l’elio gassoso che abbiamo utilizzato per tenere alcune parti del criostato pulite (libere da qualsiasi gas che non sia elio stesso) contega una quantità di vapore acqueo più grande di quello che vorremmo, per cui si è creato un tappo di ghiaccio. Avevamo chiesto elio puro al 99.9999% ma ci è stato fornito quello al 99.999%, quel 9 fa la differenza.

Personalmente ho lavorato molto all’aperto nonostante il pessimo meteo sui pannelli solari. Li abbiamo installati sul frame e ci siamo occupati del cablaggio verificando che fornissero il voltaggio necessario. Uno volta testati i pannelli sono stati installati sugli schermi che proteggono il telescopio dai raggi solari.

Questi schermi sono composti da uno scheletro di alluminio che poi viene ricoperto da mylar. Una parte di mylar è stato installato con gli schermi a terra per motivi di semplicità. La parte senza mylar invece è stata lasciata come passaggio per accedere al criostato.

 

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Selfie mylar con Nick, un postdoc di San Diego

 

Lo scheletro di alluminio ospita anche le antenne per il collegamento satellitare (TDRSS e IRIDIUM) il GPS e i sensori solari che calcolano l’angolo del sole.

Il collegamento satellitare è gestito da CSBF, ma le antenne non possono essere posizione vicine ai componenti CSBF. Questi infatti sono posizioni sotto la gondola, e quindi le antenne non vedrebbero il cielo.

 

Lo schermo solare è stato poi installato sulla gondola che quindi si avvicina sempre di più ad essere pronta. Manca ancora un po di lavoro, come la parte anteriore dello schermo e tutte le verifiche necessarie, ma ci stiamo avvicinando sempre di più.

 

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Schermi di protezione installati. Il pannello solare installato è poco visibile (in alto a destra) visto che per il momento è chiuso. La persona che vedete sulla scala è Mark che sta collegando i cavi del pivot

 

P.S. UPenn ha pubblicato un video/articolo su BLAST che potete trovare qui. La foto di copertina l’ho scattata durante i test di compatibilità a Palestine, Texas.

 

Leggi tutta la serie: 
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