Buco dell’ozono sull’Antartide si apre in anticipo a causa dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga

Il buco dell’ozono sull’Antartide si sta aprendo in anticipo rispetto agli ultimi 43 anni, con una possibile correlazione con l’eruzione del vulcano Hunga-Tonga avvenuta tra dicembre 2021 e gennaio 2022. Questa sorprendente scoperta è stata resa nota dal Servizio di monitoraggio dell’atmosfera del programma europeo Copernicus, noto come il Cams.

Le osservazioni satellitari hanno rilevato valori significativamente più bassi nella colonna di ozono rispetto agli anni precedenti, indicando un’inizio anticipato nella formazione del buco dell’ozono per il 2023. Tuttavia, il Cams sottolinea che l’andamento degli ultimi giorni e le previsioni future suggeriscono che la situazione sta convergendo verso i valori medi attesi.

L’anticipo nella formazione del buco dell’ozono potrebbe essere attribuito all’impatto dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga-Hunga Ha’apai sulla composizione degli strati superiori dell’atmosfera superiore, dove grandi quantità di vapore acqueo sono state rilasciate. Tuttavia, non è ancora possibile stabilire se ciò porterà a una riduzione maggiore dell’ozono e a un buco dell’ozono più esteso del solito per il 2023.

Il direttore del Cams, Vincent-Henri Peuch, ha sottolineato che questa è ancora una questione aperta per la comunità scientifica. Il Cams continuerà a fornire informazioni dettagliate di monitoraggio fino a quando il buco dell’ozono del 2023 non si dissolverà, il che solitamente avviene tra novembre e dicembre.

Il buco dell’ozono antartico è un fenomeno atmosferico annuale che solitamente inizia a formarsi tra metà e fine agosto, chiudendosi verso la fine di novembre. Tuttavia, i dati del 2023 indicano che il suo sviluppo ha avuto inizio in modo inusuale e precoce, soprattutto considerando i minimi valori di ozono totale della colonna registrati nell’emisfero meridionale durante il mese di luglio, i più bassi degli ultimi quattro decenni. Questo fenomeno solleva importanti interrogativi sulla sua evoluzione e sulle possibili implicazioni per l’ecosistema globale.

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