Netflix continua ad espandersi e a finanziare sempre di più storie originali provenienti dall’Europa. Questa è la volta della Danimarca con The Rain, la prima serie danese originale Netflix, in arrivo il 4 Maggio. Dopo il See What’s Next, abbiamo visto in anteprima tre episodi della serie. Ci avrà colpito?

Spesso le condizioni climatiche sono diventate le protagoniste di alcune delle angosce più grande degli esseri umani, entrando a far parte delle loro paure più profonde e suggestionando la mente di molti registi e scrittori.

The Rain, la prima serie originale Netflix di origine danese, non è molto diversa; anzi, suggerisce all’uomo che è proprio colpa sua se un elemento naturale, simbolo di purezza, linfa vitale per i campi e anche per gli esseri umani, come la pioggia è divenuto un qualcosa da cui scappare. Madre natura che si rivolta contro l’uomo e lo punisce.

 

The Rain
Senza mezzi termini, The Rain funge da parabola nei confronti dell’avidità dell’uomo, punendolo brutalmente e dando vita ad uno scenario dove il prezzo più caro verrà pagato proprio dalle nuove generazioni, quelle costrette a pagare i debiti dei propri genitori.

E, infatti, fin dalla prima scena la serie tv creata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo, ci pone immediatamente di fronte alla tragica realtà dei fatti, dove due unici dictat validi dall’inizio alla fine sono: scappa e sopravvivi.

 

The Rain

 

Ed è molto interessante come un mezzo come la pioggia riesca a raccontare molto di quel Paese

Ed è molto interessante come un mezzo come la pioggia riesca, in un modo tutto suo, a raccontare molto di quel Paese, creando quindi un’atmosfera realistica che, a differenza di molti progetti apocalittici o disaster movie, riesce ad affondare le sue radici su un fondo di verità, creando un legame molto più forte con il fattore empatia tra spettatore e storia.

A prescindere dall’età dei giovani protagonisti, tutti alla loro prima volta in una grande serie tv prodotta da Netflix, è molto facile interagire immediatamente con loro e con la situazione al limite all’interno della quale vengono posti.

Si passa da un effetto claustrofobia del primo episodio all’agorafobia del secondo, entrambi contornati da un velo di innocenza e ingenuità.

Una piccola speranza che contraddistingue in particolar modo Simone (Alba August) e Rasmus (Lucas Lynggaard Tønnesen), due fratelli costretti a vivere all’interno di un bunker per sei anni.

 

The Rain

 

Capiamo subito quanto i due possano essere la chiave di volta per comprendere il segreto letale dietro la pioggia di The Rain, e questo si farà ancora più tangibile con l’entrata in azione di nuovi personaggi, del piccolo gruppetto di sopravvissuti capeggiati da Martin (Mikkel Boe Følsgaard), ex giovane soldato dal passato misterioso.

Andando oltre il fattore mystery ed apocalittico della serie, ben strutturato con una buona dose di thriller, The Rain riesce a rappresentare un aspetto fondamentale del nostro mondo: il cambiamento.

In questo momento ci troviamo in una fase di evoluzione e transizione. Il mondo cambia, costantemente, e come la storia dell’umanità ci ha insegnato, non sapremo mai se questo cambiamento andrà in positivo per l’essere umano oppure no.

Possiamo solo in parte prevederlo, ma non potremmo mai davvero prevedere la nostra reazione nei confronti di questo cambiamento. Non potremmo mai avere la certezza di poter “contrattaccare”, arrivare preparati. E la serie ce ne da un assaggio molto preciso.

The Rain pone i suoi personaggi, e con loro anche lo spettatore, di fronte a una domanda ben precisa: in un mondo dove gran parte dell’umanità non esiste più, si può ancora pretendere di essere umani?

 

The Rain

 

The Rain parte immediatamente alla grande.

A differenze dell’ondata di nuove serie prodotte da Netflix in questa prima parte dell’anno, The Rain parte immediatamente alla grande.

Un primo episodio estremamente suggestivo che porta lo spettatore in uno stato vero e proprio di apnea. Un primo episodio dove fondamentale è il suono, o meglio il silenzio.

Un continuo crescendo di emozioni e suggestioni lungo i suoi 45 minuti che sa trascinare dall’inizio alla fine, portandoci di fronte a un prodotto non propriamente comune e dove ben si può respirare l’influenza di un Paese nordico come la Danimarca.

 

The Rain

 

Il secondo e terzo episodio tornano su una strada più conosciuta.

Il secondo e terzo episodio tornano su una strada più conosciuta. Una lotta alla sopravvivenza più vista, ma sicuramente ben più interessante di molti altri prodotti proprio grazie ai suoi giovani protagonisti, i quali si muovono in un mondo dove l’adulto sembra non esistere più, ma che vive costantemente come una presenza all’interno del ricordo, della speranza e anche del rimorso. Un’idea molto interessante anche per raccontare il rapporto genitori e figli in modo non del tutto ordinario.

 

 

 

È ancora presto per dare un vero e proprio giudizio definitivo su The Rain.  Tre episodi su otto sono decisamente troppo pochi per poter giudicare una serie tv, ma abbastanza per darci una prima idea molto positiva di questa prima collaborazione tra Netflix e la Danimarca. Una serie che, continuando in questa direzione, potrebbe sorprenderci lungo tutto il suo percorso. Incrociamo le dita e… prendete l’ombrello!

 

The Rain dal 4 Maggio la prima stagione vi aspetta su Netflix.