Shadow of the Tomb Raider

Siamo stati a Londra all’evento di reveal internazionale del nuovo Shadow of the Tomb Raider, scopri come ci è sembrato con la nostra anteprima.

Lara Croft è una delle icone più famose e pop del mondo dei videogiochi, riconoscibile per un pubblico davvero sterminato al pari di personaggi come Super Mario o Sonic. Questo pur non essendo la mascotte di nessun sistema in particolare, al netto di un legame più che altro affettivo con il brand PlayStation. Rimaneggiare l’immagine di un’eroina tanto nota e amata com’è la protagonista della serie Tomb Raider è stato un azzardo bello grosso che Square Enix ha deciso di prendersi affidando il compito, nel 2013, a Crystal Dynamics.

Un azzardo necessario però, dopo un periodo altalenante che ha visto giochi ben distanti dal successo dei primi quattro capitoli usciti negli anni ’90. Un azzardo che ha premiato in virtù dell’indiscutibile qualità di un gioco come il reboot del 2013 che ha fatto tesoro delle dinamiche introdotte da altri giochi di successo del segmento action adventure e le ha poi declinate in un avvincente trama che riscrive le origini di Lara.

Rise of the Tomb Raider, il primo sequel di questo nuovo corso della serie, arrivato nel 2015 in esclusiva temporale per Xbox One e ora disponibile anche per PC e PlayStation 4, è stato in grado di arricchire ulteriormente l’offerta del franchise, approfondendo e rendendo ancor più sfaccettato il percorso di crescita di Lara e introducendo meccaniche di gameplay più orientate al free roaming, con attività secondarie tra cui la fanno da padrone le Tombe. Shadow of the Tomb Raider è il terzo capitolo che, probabilmente, concluderà la storia iniziata cinque anni fa; i toni si sono fatti molto più cupi, così come le tematiche e in un certo senso lo stile di Lara. Ieri ho provato a Londra in anteprima la build più recente del titolo con una sezione di 45 minuti, se siete curiosi di sapere come ci è sembrato il titolo non vi resta che proseguire nela lettura dell’articolo.

 

 

Lara e Jonah si trovano a Cozumel, in Messico, sulle tracce della Trinità.

La build attiene a uno dei momenti iniziali del gioco, ma non ci è stata mostrata alcuna sequenza cinematica che introducesse ai fatti o a i personaggi. L’azione, dunque, è partita un po’ in medias res con Lara e Jonah (ex cuoco della nave Endurance nonché uno dei pochi amici abbastanza pazzi da seguirla ancora in giro per il mondo) a Cozumel, in Messico. I due sono sulle tracce della Trinità, l’organizzazione criminale di fanatici che vorrebbe resettare il mondo per ricostituirne l’ordine e che, tra le altre cose, è responsabile della morte del padre di Lara. Un contatto a Cozumel dovrebbe dar loro informazioni per raggiungere una tomba Maya situata sotto la città, questo contatto si scoprirà ben presto essere Dominguez, il megalomane a capo della Trinità.

Dopo una sequenza iniziale molto guidata che mi ha permesso di osservare un notevole livello di dettaglio e di giochi cromatici nella città messicana, al netto di qualche sbavatura tecnica sicuramente dovuta al fatto che i lavori sul titolo sono ancora in corso, ho iniziato l’inseguimento di Dominguez e dei suoi, dapprima in delle fasi esplorative più stealth, poi man mano più acrobatiche, che mi hanno permesso in breve di riprendere familiarità con i comandi rimasti pressoché invariati rispetto a quelli di Rise of the Tomb Raider. Ci si può muovere in modo abbastanza libero all’interno delle mappe, saltare e arrampicarsi, come sempre anche con il fidato piccone che permette a Lara di scalare le pareti rocciose e di proseguire anche in zone impervie.

 

 

 

 

Gli sviluppatori promettono che la giungla, protagonista tanto quanto Lara di questa nuova avventura, arricchirà notevolmente il gameplay.

Possiamo anche lasciarci cadere con la corda e, al solito, utilizzare l’arco e piccone per interagire con gli oggetti circostanti e risolvere enigmi ambientali grazie ai quali accedere a zone della mappa altrimenti irraggiungibili. Insomma, la fase esplorativa è durata tanto quanto basta per darci un’infarinatura delle meccaniche di base che si riconfermano solide e che, a detta degli sviluppatori, si arricchiranno ulteriormente una volta arrivati nella giungla, protagonista tanto quanto Lara di questa nuova avventura. Qui potremo utilizzare in combattimento e per sopravvivere qualsiasi oggetto dall’ambiente circostante, purtroppo però non abbiamo potuto toccare con mano queste dinamiche né le attività secondarie, tra cui le Tombe, nella demo giocata a Londra, per cui conviene rimandare il giudizio su tali contenuti in sede di recensione.

Abbiamo però messo mano all’arco e ad altre armi in una sparatoria bella serrata dove la calibrazione della telecamera ci ha dato non poco filo da torcere, ma anche questo probabilmente è un problema che verrà risolto o, quantomeno, lasciato da gestire tra le opzioni al giocatore nella versione finale del titolo. La struttura è ancora quella classica da third person shooter con un buon sistema di coperture automatiche, le animazioni di Lara durante il combattimento sono però molto più violente che in passato, cosa che ben si sposa con il tono più dark che questa storia ci propone. La demo si è conclusa con una sequenza che torna su binari ben noti a chi ha giocato i due capitoli precedenti: siamo investiti da uno tsunami che colpisce la città di Cozumel e dobbiamo destreggiarci nel violento corso d’acqua evitando di infilzarci o schiantarci contro gli ostacoli che di volta in volta ci si parano davanti.

 

 

La cosa singolare è che lo tsunami lo ha provocato proprio Lara, raccogliendo una daga in modo avventato, senza ragionare sulle eventuali conseguenze e presa solo dal desiderio di non farla cadere nelle mani della Trinità. Una nota dolente che ci permette di capire come questa nuova avventura metterà a posto gli ultimi tasselli per rendere Lara l’avventuriera sprezzante e calcolatrice che i fan di vecchia data ben ricordano. La ragazzina impaurita del reboot del 2013 che ha preso maggior consapevolezza delle proprie capacità e delle proprie responsabilità in Rise of the Tomb Raider arriva qui a una maturazione completa.

L’ombra, di cui si parla nel titolo, è infatti sia quella gettata sul mondo dalla Trinità e della minaccia di un’apocalittica profezia Maya, sia quella del sacrificio e delle difficili scelte che Lara sarà costretta a compiere nella sua avventura.

Quanto visto in questa demo londinese ha confermato la buona qualità tecnica e le basi solide sia in termini narrativi che di gameplay su cui sapevamo che la serie poteva ormai contare. Restano da approfondire le nuove meccaniche free roaming e survival che di certo si concretizzeranno solo con l’arrivo nella giungla e capire se le tante ombre incideranno in modo positivo o negativo sulla nostra amata Lara Croft. Per scoprirlo dovremo attendere l’uscita del titolo che arriverà su PC, PlayStation 4 e Xbox One il prossimo 14 settembre.

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