“Perché il mio mondo viva, il vostro deve morire”. Nessuna ambiguità: gli uomini e i Transformers sono in guerra. E questo per il regista Michael Bay significa solo una cosa. Goduria cosmica.

L’uomo che è diventato sinonimo di esplosioni e robot armati di spada a cavallo di dinosauri meccanici trasforma la saga di Transformers nel sogno bagnato di ogni coreografo di battaglie tra essere di carne e cibernetici, portando ai limiti estremi il concetto di “esagerazione”.

Il trailer finale parla chiarissimo:

 

 

Il quinto capitolo della saga di Optimus Prime & co. infrange i miti fondanti della saga di Transformers e ridefinisce il significato di eroe.

Il quinto capitolo della saga di Optimus Prime & co, “L’ultimo Cavaliere”, infrange i miti fondanti della saga di Transformers e ridefinisce il significato di eroe.

Se il quarto film avrebbe dovuto essere il punto di partenza per una nuova trilogia, con nuovi protagonisti umani e uno sguardo più vasto verso altri mondi e “intimista” (so che è una parola strana associata a un film di Bay) verso Autobot e Decepticons, questo film pare una sterzata potente verso orizzonti inesplorati.

Questo significa anche e soprattutto voltare lo sguardo all’indietro: ovviamente qualcuno ha pensato…

“Quanto sarebbe figo vedere i Transformers darsele di santa ragione anche nel Medioevo e ai tempi dei nazisti?”

E siccome nessuna idea per la saga di Bay è abbastanza strampalata, eccoci serviti.

 

Perché i robot spaziali erano già presenti sulla Terra in epoche remote? Perché continuano a ritrovarsi sul nostro pianeta per fare casino?

 

Una cosa è certa, la parola “cavaliere” non sta nel titolo per caso.

Lecito aspettarsi una buona parte del film, o almeno fondamentale, ambientata ai tempi di Re Artù, con una tavola rotonda formata (anche) da Transformers.

Se questo non assume i contorni di “epico” non saprei cosa possa farlo…

 

 

Si pensava che Michael Bay avrebbe detto addio al “suo” franchise dopo aver dato avvio alla nuova trilogia, ma non è stato così.

Che cosa lo ha convinto a tornare in sella anche per questa quinta avventura? (a parte i milioni di dollari, lo sappiamo, materialisti che non siete altro!)

Ce lo spiega lui: “La writers room mi ha ispirato. Una dozzina di bravi scrittori hanno proposto a me e Steven Spielberg delle idee da inserire nel nuovo film, dei mini-film di 45 minuti.

Molte idee si sono amalgamate bene e sono diventate un film, ma ciascuna potrebbe diventare uno spin-off della saga.

Avevo la sensazione che stessimo realizzando solo un film dietro l’altro, senza una reale visione d’insieme mitologica.

Per creare qualcosa di nuovo abbiamo dovuto guardare al passato, raccogliere tutte le idee e gli spunti dei film precedenti e creare una Bibbia alla quale guardare per poter capire dove andare.

L’Ultimo Cavaliere sarà un film diverso da tutti gli altri, e non è un modo di dire. L’ultimo atto del film è qualcosa che non ho mai fatto nella mia carriera, davvero complicata, e sarà super spettacolare per tutti gli spettatori. Per me è stato qualcosa di molto, molto divertente, e sono sicuro che il divertimento sarà trasmesso dallo schermo.

 

La voglia di riconnettersi al passato è palese, dopo la parentesi “tabula rasa” di L’Era dell’Estinzione tornano facce e personaggi dai primi tre film: Josh Duhamel (William Lennox), Tyrese Gibson (Robert Epps) e John Turturro (Seymour Gibson)

Ok, ma ho bisogno di aver visto TUTTI i film?

Se c’è una cosa che ci hanno insegnato i film dei Transformers è che non c’è bisogno di aver visto quello precedente: nonostante ci sia una piccola continuity, basta sapere che esistono due squadre di robot giganti alieni che si trasformano in vari mezzi che si picchiano nelle location più belle della Terra.

 

 

Anche L’Ultimo Cavaliere non sfugge al trend: propone alcuni punti fermi stabiliti dai film precedenti, ma lo fa con l’esigenza di dover catturare sempre nuovi spettatori, per cui niente paura: se questo film vi sfagiola, non c’è bisogno di recuperare tutti gli altri.

Per i fan: tranquilli, i vecchi cattivi non muoiono mai: il ritorno di Megatron, il leader dei Decepticons, è confermato.

Resta da vedere in quale forma e come se la caverà, visto che si sarà pure stancato di prendere mazzate sulle gengive metalliche.

Stavolta però potrebbe avere qualche asso in più dalla sua, dato che dal passato (commerciale) arrivano nel film i fighissimi Combaticons: dopo ruspe e dinosauri, ecco il gruppo dei Transformers malvagi che hanno la forma di mezzi militari, e che uniti tutti insieme formano un robottone spaccaculi dal nomignolo Bruticus.

 

 

 

Cartoon, mashup e universi paralleli

Per chi ha vissuto sulla sua pelle la grande stagione dei cartoon dei Transformers in tv, la saga in CGI di Michael Bay e compagnia non è mai andata proprio giù (presente!)

Certo, siamo una componente minoritaria di pubblico e opinione, ma insomma: ci siamo anche noi, quelli che hanno trepidato con la mitologia dei Transformers ai tempi in cui Optimus si chiamava Commander.

Il produttore Lorenzo Di Bonaventura è stato piuttosto chiaro: essendo nato come cartoon per vedere giocattoli, la Hasbro ha sempre avuto voce in capitolo su ogni prodotto e continua ad averla anche adesso.

Tutti i protagonisti creativi delle varie incarnazioni si sono seduti ad un tavolo e dobbiamo aspettarci una maggiore compenetrazione fra i prodotti di entertainment in futuro. Film, cartoni animati, fumetti condivideranno la stessa mitologia.

Un progetto molto chiaro. Transformers è qui sempre più per restare, e l’ipotesi di spin-off adesso è altamente probabile.

 

Dopo 10 anni di vita il franchise ha dimostrato di reggere botta e saper creare sempre nuovi fan tra le nuove generazioni (soprattutto di bambini), per cui se questo quinto capitolo andrà bene – e il quarto se non erro è nella top20 dei film con maggiore incasso della storia – dobbiamo aspettarci un’ulteriore invasione di Transformers.

Non un punto di arrivo ma un ennesimo nuovo inizio.

 

 

A proposito di nuovi inizi: questa è solo una speculazione e non va presa come oro colato, ok?

Ma la Hasbro, assieme alla Paramount, potrebbe star pensando a un vero e proprio universo cinematografico che potrebbe rivaleggiare con Marvel/Disney e DC/Warner.

Che ci siano nuovi film all’orizzonte? Pensiamoci: se presto (ri)partissero blockbuster con background condiviso tipo G.I. Joe, Visionaries, Micronauti e i M.A.S.K. che cosa potrebbe succedere?

 

 

Che quando qualcuno di noi avrà cinquant’anni potremmo vedere un Avengers della HASBRO coi giocattoli di quando eravamo piccini… forse

Ok, sto divagando…

 

 

 

Badaboom Hopkins

Sir Antohony Hopkins, sempre un piacere da sentire e da vedere, interpreta – indovina un po’ – un vecchio e ricco signore inglese eccentrico.

 

 

Quello che potrebbe essere un cliché è però anche un ruolo nel quale il vecchio leone sa dare il massimo, sperando sia riuscito a scrollarsi di dosso l’ombra del gigantesco Robert Ford interpretato in West World.

Hopkins cattura la vera essenza della saga in una battuta:

Non mi chiederete di raccontarvi la trama, vero? Devo ammettere che non ci ho capito molto. So solo che interpreto un colto ed eccentrico signore inglese di rango elevato.

La classica ironia sorniona di chi ne ha viste tante: “Arrivavo sul set, indossavo il mio abito, dicevo le mie battute e mi tenevo fuori dai guai. Ecco quello che facevo sul set. Sicuramente meglio che fare la fame”.

Ci fa piacere che uno dei volti nuovi della saga sia un grande vecchio?

Decisamente sì, soprattutto dopo che ha dimostrato di essere ancora in grande forma e saper dare quel “qualcosa in più”, che non può che fare bene ad un quinto capitolo di un mega-blockbuster a base di robot in computer grafica che si menano.