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L’odissea di Super Mario

Qual è il segreto che ha reso Super Mario un personaggio tanto iconico da rappresentare l’intera industria dei videogames? E cosa ha in serbo il futuro per il nostro idraulico? In questo approfondimento cercheremo di analizzare il fenomeno Mario.

Pochi personaggi riescono a rappresentare, nell’immaginario collettivo, una società e persino una intera industria come Super Mario. La genesi dell’idraulico più famoso del mondo dei videogiochi è ben nota a tutti gli appassionati e addetti ai lavori, ma la creatura di Shigeru Miyamoto è riuscita a conquistare un target talmente ampio da essere noto anche a vostra nonna probabilmente.

Questo è in gran parte dovuto ad un fenomeno legato allo sviluppo dei meccanismi di marketing che ha caratterizzato fortemente anche il mondo dei videogiochi tra gli anni ’80 e gli anni ’90, il fenomeno delle mascotte. Ogni settore ne ha una, ben riconoscibile. Dall’omino Michelin (in realtà si chiama Bibendum) che fa la sua comparsa per mano di O’Galop nel lontano 1898, all’iconico clown Ronald McDonald. Perché mai i videogiochi avrebbero dovuto essere da meno?

 

 

Così, surclassando di gran lunga il Pac-Man di Tohru Iwatani, Super Mario diventa in breve tempo la mascotte di Nintendo e un personaggio riconoscibile in cui identificare il videogioco stesso. Nella corsa al trono della console war tra Nintendo e Sega, quest’ultima (come riporta anche Blake Harris nel libro Console Wars) ricercò a lungo una mascotte che potesse rappresentare la società e spodestare l’idraulico dal cappello rosso, impiegando sia la divisione giapponese che quella americana secondo la visione di Tom Kalinske e portando alla nascita di Sonic.

 

 

 

 

Il porcospino blu di Sega non riuscì mai ad imporsi in modo netto su Super Mario, sebbene sia entrato nei cuori di moltissimi giocatori nel mondo. Forse era comunque troppo spigoloso? Ironia a parte, le forme tonde e semplici di Mario, il forte valore cromatico del suo rosso, del verde di Luigi ecc… sono certamente complici del suo successo.

 

 

La formula per il successo

 

La vicenda di fondo, il filo conduttore, dei videogiochi di Super Mario è praticamente lo stesso da sempre, ed è di una banalità disarmante. Nel Regno dei Funghi, abitato dai Koopa Troopa e governato dalla principessa Peach, capita sovente che questa venga rapita dal malvagio Bowser e Mario e soci dovranno superare varie peripezie per sconfiggere il nemico e portarla in salvo. Fine.

Per quanto possa risultare più o meno articolata di capitolo in capitolo, la storia di fondo è questa ed è squisitamente geniale in quanto funge da archetipo narrativo noto a grandi e piccini, e rende così fruibile e godibile l’esperienza di gioco a diversi target: un bambino che affronterà le peripezie offerte dai vari livelli per salvare la principessa, così come un adulto che finirà col salvarla coinvolto dalla sfida che solo un level design come quello di Mario può offrire.

La parola chiave è semplicità.

 

 

 

Il vero punto di forza dei giochi di Super Mario sta nel gameplay.

Il vero punto di forza dei giochi di Mario sta nel gameplay e nella capacità degli sviluppatori di saper dosare gli elementi ormai classici con le novità che di capitolo in capitolo vanno ad arricchire l’offerta del gioco. Un primo grande step evolutivo per la serie è arrivato con Nintendo 64 e con l’indimenticabile Super Mario 64. Grazie all’arrivo delle tre dimensioni si aprono infinite nuove possibilità, molte delle quali sono state ampiamente sfruttate negli anni successivi.

 

 

Dal bidimensionale al tridimensionale

 

Sebbene il classico titolo bidimensionale non è mai mancato, tanto su console portatili Nintendo quanto su quelle casalinghe (basti pensare anche solo al successo di Mario Maker), i capitoli in 3D hanno portato nuova linfa al franchise. Dopo Super Mario 64 che è andato alla storia come uno dei più apprezzati videogiochi di sempre nonché pioniere del sandbox come lo intendiamo oggi, non si possono non ricordare Super Mario Sunshine per GameCube e i due capitoli di Super Mario Galaxy per Wii.

 

 

Su Wii U con Mario 3D World abbiamo invece avuto un ibrido, un titolo che strutturalmente ricorda più i capitoli bidimensionali ma che graficamente prende vita in un mondo a tre dimensioni. Un gioco comunque divertentissimo da giocare sia da soli che in compagnia e che ha introdotto dinamiche geniali con cui sfruttare il GamePad come nei livelli con Toad, da cui non a caso Nintendo ha poi creato un titolo stand alone, ovvero Captain Toad: Treasure Tracker.

Ora, con l’arrivo di Nintendo Switch, è stato ufficialmente presentato anche il nuovo capitolo in 3D intitolato Super Mario Odyssey che si è mostrato per ora solo in video, in quanto non sarà presente al lancio della console, ma arriverà sugli scaffali dei negozio nell’holiday 2017.

 

 

Mario come un novello Ulisse

 

Proviamo dunque a speculare un po’ su quanto visto finora. La prima cosa che ha mandato tutti in visibilio è stata la passeggiata di Mario in un mondo simile al nostro, con tanto di traffico d’automobili e grattacieli. Mario che spunta da un tombino, il che potrebbe implicare uno sviluppo verticale oltre che orizzontale dei livelli di gioco, aprendo le porte ad un level design potenzialmente gigante.

Un Koizumi Yoshiaki in gran spolvero durante la presentazione di Switch ha già spiegato che il livello urbano sarà solo una delle tante location di Super Mario Odyssey. Dal trailer possiamo già scoprire che la città in questione si chiama New Donk City, come riportato nella targa del taxi con quel 1981 a ricordarci l’anno in cui il personaggio di Mario fa la sua prima apparizione proprio nel gioco arcade di Donkey Kong. Una delle tante chicche che sicuramente questo titolo ci riserverà.

 

 

Ma è nel nome stesso di questo titolo che troviamo l’elemento chiave per affermare che il tema principale sarà il viaggio.

Ma è nel nome stesso di questo titolo che troviamo l’elemento chiave per affermare che il tema principale sarà sicuramente il viaggio. Un’odissea, appunto, e dunque un viaggio di ritorno per Mario e soci che si troveranno a dover affrontare situazioni inedite ed estranee. Diversamente da quanto avveniva in Super Mario Galaxy, ove i pianeti declinavano in un modo nuovo gli elementi comunque già noti del Regno dei Funghi, qui potremmo trovarci di fronte ad elementi del tutto nuovi che stravolgono la formula di Super Mario a cui siamo ormai abituati.

Dal trailer si può evincere anche una forte enfasi sui cappelli, e chissà quanti altri elementi ancora sconosciuti potranno arricchire la struttura classica ormai ben consolidata. Lo stesso Koizumi ha dichiarato che il cappello sfrutterà le nuove funzioni del Joy-Con, magari anche l’HD Rumble. Per ora non ci resta che attendere per nuove informazioni e, magari, qualche sezione più corposa di gameplay su cui speculare ulteriormente.

E voi cosa vorreste in Super Mario Odyssey? Cosa non vorreste assolutamente invece? Fatecelo sapere nei commenti!

 

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