E anche Blackberry è ufficialmente andata

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Un altro marchio storico della telefonia non sarà più lo stesso dopo anni di agonia senza senso. Diventerà l’ennesimo logo su qualche smartphone cinese in attesa che se ne perda il ricordo e quindi anche il suo ultimo valore.

Il marchio Blackberry è stato infatti venduto alla cinese TCL, una delle tante maxi società che producono conto terzi smartphone ed elettronica in Cina, gli stessi che producono Alcatel, tanto per intenderci. Potranno quindi ora inondare il mondo di smartphone con sopra KitKat e fuori un bel logo riconoscibile, almeno per qualche altro anno.

Ah, non tutto il mondo, scusate. Rimane fuori l’India e l’Indonesia, dove a quanto pare Blackberry aveva già venduto ad altri e neanche lo sapevamo. Ah, neanche in Nepal, Bangladesh e Sri Lanka. Ok.

Blackberry si occuperà da oggi solo di “servizi e assistenza”…

Blackberry, la società canadese intendo, si occuperà da oggi solo di “servizi e assistenza”… che è una frase che non voglio neanche commentare per pietà dei canadesi che ancora ci lavorano.

Il mercato della telefonia ha visto negli ultimi 10 anni colossi nati sull’onda dell’innovazione completamente distrutti… dall’innovazione stessa. Nokia, Palm, Blackberry… giganti che sembrava impossibile abbattere e che si sono rivelati avere piedi di argilla.

Società con migliaia di dipendenti, in attivo da anni e con in cassa decine e decine di miliardi di dollari (ok, Palm no) accumulati grazie al controllo del mercato con percentuali da monopolio.

La rivoluzione portata da Apple e cavalcata da Google ha colto tutti di sorpresa, come un branco di scolaretti della prima ora. C’è chi ha fatto finta di non vedere, c’è chi ha provato a contrastare, c’è chi ha deriso contando su di un valore che sembrava incontrastabile.

Ma sono caduti tutti.

Si sono mangiati letteralmente decine di miliardi di dollari di cassa arrancando per 5, 6, 7 anni di fila.

Hanno consumato fino all’ultimo spicciolo per rimanere a galla senza mai una vera strategia degna di questo nome.

Colossi che non hanno mai saputo ritrovare la strada, comandati da grandi capitani che di grande, spesso, avevano avuto solo l’idea e il tempismo iniziale e che non hanno saputo reagire ad una concorrenza vera, spietata, inarrestabile.

Tutto perso, licenziato, dilapidato, svenduto.

È successo, continua a succedere, succederà ancora. Il serpente cambia pelle di continuo, anche quello più grosso. Evidentemente non ci possiamo fare nulla se non far scendere lacrime amare e pensare “eh ma io però avrei fatto così e cosà”.

RIP Blackberry, avanti un altro.

 

 

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