Nell’ultimo giorno di Fiera il Lucca Comics and Games 2016 decide di celebrare la magia e i maestri del grande fantasy invitando sul palco del Teatro Giglio cinque nomi del grande fantasy: Terry Brooks, Steven Erikson, Philip Reeve, Brandon Sanderson e Joshua Khan.
Cinque modi diversi di creare universi fantastici, cinque successi mondiali a confronto, raccontando al pubblico e ai fan il loro rapporto con il mondo fantasy e la letteratura di genere.
Pierdomenico Baccalario, autore di romanzi per ragazzi, è cicerone e moderatore dell’incontro di questa ultima giornata, accogliendo sul palco del Teatro del Giglio, culla al centro di Lucca, cinque tra gli autori più amati al mondo del fantasy.
Troviamo il maestro Terry Brooks, creatore del fantastico mondo di Shannara, uno degli ospiti principali di questo Lucca Comics and Games 2016, assieme al più giovane Brandon Anderson, al quale dobbiamo, tra le altre cose, la conclusione di uno dei classici della letteratura fantasy contemporanea, La Ruota del Tempo.
Seguono Steve Erikson, premiato autore canadese e creatore della saga Il Libro Malazan dei Caduti, Philip Reeve, autore della saga delle Macchine Mortali – i cui diritti sono stati acquistati da Peter Jackson – e la più recente scoperta Joshua Khan e la sua saga per ragazzi Shadow Magic.
Novalis diceva
La magia è tutto o niente
ma la magia va cerca, interpretata e capita. Baccalario cerca proprio di indagare, scivolare nel mondo della magia di questi autori, per poterlo trasmettere agli spettatori attraverso chi la magia la vive ogni giorno.
Per questo motivo, la prima domanda non può non essere che una sola:
Che cos’è per voi
la magia?
Brandon Sanderson • La magia per me è legata al senso della meraviglia che ti consente di arrivare, di raggiungere, luoghi in cui non sei mai stato prima, scoprendo cose misteriose e segreti.
Ognuno di noi che incontra la magia, incontra qualcosa di sorprendente, ma anche pauroso. È lo stesso modo in cui interpreto la scienza. Un passo alla volta si scopre qualcosa di nuovo, imparando a conoscerlo per poter andare oltre e fare un nuovo passo.
Quando scrivo cerco sempre di bilanciare questi due elementi: il senso di meraviglia e il desiderio di comprenderlo.
Steven Erikson • Per me, oltre al senso del meraviglioso, al centro della magia c’è anche il mistero. Ciò che la rende davvero speciale è il non poterla comprendere per davvero.
Nei miei libri, cerco di non spiegare troppo per far restare questo senso di mistero al lettore.
Terry Brooks • La vera magia per me è che così tante persone leggano i miei libri!
Philip Reeve • Tutto quello che hanno detto gli altri, ma diversamente dagli altri io scrivo science fantasy, una scrittura più futurista che magica. Scrivo anche libri per bambini, un genere un po’ diverso.
Ma il senso del meraviglioso è sempre al centro del mio lavoro. Si cerca di rendere gli adulti di nuovo bambini, di riaprire l’immaginazione.
Joshua Khan • La magia trasforma il mondo che ti circonda, ma per poter comprendere la trasformazione devi conoscere il mondo, altrimenti non si noterebbe il cambiamento.
Credo sia fondamentale saper comunicare la conoscenza ai bambini che leggono le mie storie.
Gli autori sembrano concordi sull’elemento meraviglioso che domina la magia.
Ma chi “domina” la magia?
La domanda successiva, si interroga proprio sulle persone, gli individui, che riescono ad esercitare la magia, permettendo al lettore di credere a ciò che sta leggendo.
Chi sono i maghi?
Brandon Sanderson • Sono gli scrittori che mi hanno permesso di passare da un bambino lettore allo scrittore che sono oggi. Voi potrete non crederci, ma a quindici anni non amavo nemmeno leggere.
Ciò che è successo dopo è stata vera magia e tra i maghi che hanno compiuto questo incantesimo c’è Terry Brooks.
Steven Erikson • C’è una vera dicotomia tra maghi e scienziati. Hanno due funzioni distinte. Gli artisti hanno un ruolo importante ed essenziale. Il nostro ruolo come scrittori è invitare voi lettori a entrare nell’entropia.
Un modo per mettersi nei panni di qualcun altro, scoprendo altre storie e vivendo altre vite. È un esercizio di compassione molto importante.
Terry Brooks • Non sono i politici, sicuramente! Concordo con gli altri autori, anche per me gli scrittori sono i veri maghi che incontri quando sei un ragazzino o quando sei adulto, o che ti accompagnano da quando sei più piccolo.
La loro è un’educazione continua, ed è quella che si ottiene leggendo. Persone che ti insegnano che l’impossibile può diventare possibile.
Mi chiedete chi sono i maghi? Beh, ne vedete quattro su questo palco.
Philip Reeve • Stiamo dando tutti la stessa risposta… perché è una buona risposta. Sono affascinato dalla scienza e dagli scienziati. Dare un senso al mondo, scoprire come è ordinato, scoprire fenomeni legati a stelle lontane.
È attraente, ma non è magia. C’è qualcosa di magico negli artisti, come per esempio nei pittori, che con poche pennellate possono farti scoprire un mondo, farti provare un’emozione del tutto nuova. Quella è la magia!
Joshua Khan • Il problema di arrivare per ultimo è che tutti hanno già dato la “tua” risposta. Allora, come ho detto prima la magia è trasformazione e gli scienziati hanno sicuramente un punto in comune con essa perché, indagando la realtà che ci circonda, possono scoprire come l’impossibile diventa possibile.
La magia, quindi, è acquisire la conoscenza.
Se la magia è scrittura e i maghi sono scrittori, allora ci sarà un trucco magico, un rito o un oggetto magico al quale sono legati ogni qual volta che iniziano una nuova pagina. Importantissimo è trovare il momento perfetto per poter scivolare in un mondo destinato a diventare la finestra su una nuova realtà per il lettore.
Possiamo immaginarli scrivere, per notti e notti, nel loro piccolo spazio sicuro, protetto dalle interferenze del mondo esterno. Pronti a creare, ora dopo ora, le storie, gli intrecci, i personaggi che a loro volta terranno svegli anche noi.
Ma cosa c’è dietro a tutto questo?
Se lo chiede il moderatore di questa giornata, ponendo la successiva domanda ai nostri maghi:
Qual è il vostro rito o oggetto magico? oppure, quale vorreste trovare?
Joshua Khan • Vorrei un oggetto che potesse aiutarmi a trasferire dalla mente alla carta tutte le mie idee in maniera semplice e veloce.
Beh, indubbiamente la userei sempre!
Philip Reeve • Gli artisti amano romanzare la loro ritualità! Potrebbero dirvi qualsiasi cosa, inventare rituali veramente molto scenici, ma il più delle volte non è vero nulla.
Io scrivo ovunque, a casa o sui treni, non ho bisogno di un luogo, un rituale o ambiente particolare. L’unica cosa di cui ha bisogno è che funzioni la mia immaginazione… e magari anche una penna.
Terry Brooks • Un vero oggetto magico è il computer! Io che sono nato tra gli anni ’40 e gli anni ’50, so che le macchine da scrivere hanno realmente migliorato la vita di moltissime persone.
Onestamente, per me che ho una brutta calligrafia, il computer è un vero oggetto magico.
Se proprio dovessi scegliere un oggetto magico, vorrei qualcosa che mi dia il controllo mentale per per potere convincere Brandon Sanderson a scrivere le mie storie, così potrei ritirarmi e andare in pensione.
Steven Erikson • Invecchiando ho scoperto che le giornate sono molto più brevi e, in un certo senso, la mia testa si fa un po’ più piccola; quindi si, forse vorrei avere uno strumento per la clonazione, così avrei più tempo per scrivere le mie storie perché c’è ancora molto da raccontare! Vorrei Erikson A, Erikson B, Erikson C…
Si, vorrei avere altri tre Erikson a scrivere al posto mio!
Brandon Sanderson • No, non mi fregherai con questa domanda! Ho già letto questa storia in cui qualcuno del nostro mondo scopre un oggetto magico e, generalmente, non va a finire benissimo.
Va bene, forse prima di tutto ti chiederei chi sta scrivendo questa storia. Se è Terry potrebbe finire bene, ma se la scrive Erikson… beh, io non tocco proprio niente e corro via più che posso!
Al massimo, cerco di avvertire gli altri.
La magia non è solo meravigliosa, può nascondere sfumature molto oscure, dalle quali è difficilissimo poter sfuggire. L’ultima domanda è quella più complessa. Quella che, all’interno di sé, conserva molteplici sfumature.
Tecnologia o magia. Scienza o magia sono spesso colorate di buono e di cattivo. Nei vostri libri questa dualità è spesso presente. Nei vostri libri la magia cosa rappresenta?
Joshua Khan • La magia non è una forza positiva o negativa, ma la volontà di esplorare l’ignoto. L’oscurità e lo sconosciuto che deve ancora essere scoperto, portando il lettore a conoscere i propri limiti e a non avere più paura.
La magia insegna ad essere forti e diversi.
Philip Reeve • In alcuni dei miei libri ho messo al centro della storia un mondo distrutto dal potere. Nel libro più recente la scienza fa evolvere il mondo in modo molto più positivo.
Il punto è raccontare la storia di un protagonista che sappia muoversi verso il bene. Qualcuno che sappia intraprendere la strada del buono e faccia capire cosa sia il vero potere, perché è quello il vero potere.
Terry Brooks • Penso che ogni scrittore quando inizia a lavorare ad un libro deve decidere come strutturare la storia e come utilizzare la magia. Per me è sempre stato l’altro lato della medaglia della scienza.
La caratteristica della magia è essere organica e non totalmente conoscibile. La caratterista della persona che si trova in mezzo a questa magia decide di utilizzarla.
Per me la caratteristica principale della magia è che richiede un prezzo, non è mai gratuita, a prescindere dal bene o dal male.
È quello che vedo con i presidenti americani, che hanno un grande potere e per questo invecchiano di 15 anni in quattro anni di mandato.
Steven Erikson • La serie di libri che ho scritto è stata scritta da me con un amico. Abbiamo capito che quel tipo di storia ci stava offrendo un’opportunità unica. Utilizzare i libri come chiave di volta per liberarsi dal senso sociale e antropologico.
Quello di cui ci siamo resi conto è che se hai un mondo dove c’è la magia, allora questa non può non avere effetti sulla cultura e forma di quel mondo.
E quindi, inevitabilmente, influenza tutto, anche la lingua. Quindi, per me la magia è per tutti. Non devono esserci diversità tra persone del libro.
Brandon Sanderson • Cosa fanno gli uomini con il potere degli dei? Questa è la domanda classica del genere fantasy. Il mio genere è cambiare le carte in tavola di un libro. Nelle storie di Tolkien si parla di un anello che racchiude un potere immenso e viene messo in mano a l’uomo più piccolo – in quel caso letteralmente – del mondo.
Quindi, è anche un modo per sottolineare l’importanza delle persone più piccole. Se mi rifai la domanda ti risponderò che non è tanto il bene o il male, ma quanto sei pronto per questo potere.
E proprio come se fossimo sospesi all’interno di una bolla, dove lo spazio e il tempo non sono quantificabili, esattamente come se stessimo facendo un bellissimo sogno, arriva il momento della sveglia!
Il trucco è finito. La magia si esaurisce, ma solo per poco. La magia non muore mai e vivrà, per sempre, nelle incredibili storie di questi autori, e nei nostri cuori.
La magia è credere in se stessi.